Il New World Order fa riferimento a un progetto voluto e gestito da David Rockefeller e che ha avuto il suo massimo sviluppo negli Anni Novanta.
Durante una cena alle Nazioni Unite nel 1994, David Rockefeller dichiarò:
“Siamo sull’orlo di una trasformazione globale. Non ci serve altro che una grande crisi, e tutte le nazioni accetteranno il Nuovo Ordine Mondiale”.
Nelle sue memorie pubblicate nel 2003, sempre David Rockefeller dichiarò inoltre:
“Alcuni credono persino che siamo parte di una cabala segreta che lavora contro i migliori interessi degli Stati Uniti, e descrivono la mia famiglia e me medesimo come un ‘internazionalista’ e mi accusano di cospirare con altri nel mondo per costruire una struttura politica ed economica globale e integrata – un solo mondo, se volete. Se questa è l’accusa, mi dichiaro colpevole, e ne sono fiero”.
David Rockefeller ha sempre esercitato un’influenza enorme sulle Nazioni Unite che dovevano essere, assieme agli USA, l’organizzazione che avrebbe dato forma al Nuovo Ordine Mondiale.
Il progetto originale del New World Order viene ricondotto a Cecil Rhodes, uomo d’affari inglese che ammassò una fortuna facendo lavorare la gente come schiavi nelle sue miniere in Sud Africa. Un razzista dichiarato, ha rappresentato un esempio lampante di supremazia bianca. Aveva persino uno stato che portava il suo nome, la Rodesia, che oggi si chiama Zimbabwe.
Alla sua morte, Rhodes istituì la borsa di studio Rhodes presso l’università di Oxford che ha l’obiettivo di formare l’elite politica, scientifica, medica, aziendale, accademica, legale e militare in Gran Bretagna e negli USA.
Alcuni dei Rhode scholars sono Bill Clinton, George Stephanopoulos (giornalista anti Trump), Susan Rice (che si è occupata di sicurezza nazionale con Clinton, Obama e che adesso si occupa di politica interna), Cory Booker (senatore democratico, ex-sindaco di Newark e candidato alla presidenza nelle primarie del 2020 contro Biden), Rachel Maddow (giornalista anti-Trump), Pete Buttigieg (democratico, sindaco di South Bend nell’Indiana, candidato alla presidenza nelle primarie in competizione con Biden).
Benché abbia anche coinvolto diversi politici democratici, come John Kerry, l’attuale inviato per il cambiamento climatico, il nucleo base del progetto New World Order era il gruppo dei neo-conservatori in particolare il presidente George Bush (senior), il senatore John McCain, George Bush junior e il suo vicepresidente Dick Cheney , ed Henry Kissinger.
Anche i democratici attraverso i neoliberals come Bill e Hillary Clinton sono stati coinvolti, ma il progetto stava già assumendo una forma diversa: globalizzazione con un ruolo centrale per la Cina. Joe Biden ha avuto un ruolo periferico e di nuovo allineato con un ruolo importante per la Cina.
Il concetto originale del progetto era di imporre un nuovo ordine mondiale attraverso l’uso della forza e in particolare la potenza militare statunitense e quella di alcuni alleati, con un governo mondiale che sarebbe poi stato affidato alle Nazioni Unite.
Il punto di massimo successo del New World Order è stata la guerra del Golfo, qui vediamo un discorso di George Bush al Congresso.
Il discorso di George Bush (senior) davanti al Congresso:
Forza economica in casa. I nostri obiettivi nel Golfo Persico sono chiari, le nostre mete definite e familiari, l’Iraq deve ritirarsi dal Kuwait completamente, immediatamente e senza condizioni.
Il governo legittimo del Kuwait deve essere ripristinato, la sicurezza e la stabilità del Golfo Persico devono essere assicurate e i cittadini americani all’estero devono essere protetti.
Questi obiettivi non sono solo nostri. Sono stati approvati dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite cinque volte in altrettante settimane. La maggior parte dei Paesi condivide la nostra preoccupazione di principio, e molti hanno un interesse nella stabilità del Golfo Persico. Questo non è, come vorrebbe far credere Saddam Hussein, gli Stati Uniti contro l’Iraq. È l’Iraq contro il mondo.
Sono appena tornato da un incontro molto produttivo con il presidente sovietico Gorbaciov, e sono lieto che stiamo lavorando insieme per costruire una nuova relazione. A Helsinki, la nostra dichiarazione congiunta afferma al mondo la nostra comune determinazione a contrastare la minaccia dell’Iraq alla pace. Permettetemi di citare. Siamo uniti nella convinzione che l’aggressione dell’Iraq non deve essere tollerata, nessun ordine internazionale pacifico è possibile se gli stati più grandi possono divorare i loro vicini più piccoli. Chiaramente, un dittatore non può più contare sul confronto Est-Ovest per bloccare un’azione concertata delle Nazioni Unite contro l’aggressione.
Una nuova partnership di nazioni è iniziata, e ci troviamo oggi in un momento unico e straordinario, la crisi nel Golfo Persico, per quanto grave, offre anche una rara opportunità di muoversi verso un periodo storico di cooperazione. Da questi tempi difficili può emergere il nostro quinto obiettivo, un NUOVO ORDINE MONDIALE. Una nuova era, più libera dalla minaccia del terrore, più forte nel perseguire la giustizia e più sicura nella ricerca della pace. Un’era in cui le nazioni del mondo, est e ovest, nord e sud, possano prosperare e vivere in armonia.
Cento generazioni hanno cercato questo inafferrabile cammino verso la pace, mentre mille guerre infuriavano nell’arco dell’attività umana.
E oggi quel nuovo mondo sta lottando per nascere, un mondo molto diverso da quello che abbiamo conosciuto.
Un mondo in cui la regola della legge soppianta la regola della giungla, un mondo in cui le nazioni riconoscono la responsabilità condivisa per la libertà e la giustizia. Un mondo in cui i forti rispettino i diritti dei deboli.
Questa è la visione che ho condiviso con il presidente Gorbaciov a Helsinki.
Lui e altri leader europei, del Golfo e di tutto il mondo capiscono che il modo in cui gestiamo questa crisi oggi potrebbe plasmare il futuro per le generazioni a venire. La prova che affrontiamo è grande e così la posta in gioco.
Notiamo la data di questo discorso che era l’11 settembre 1990, esattamente undici anni prima dell’attentato alle Torri Gemelle. Notiamo che già qui si fa accenno alla guerra contro il terrorismo e che si dipinge uno scenario di completo allineamento di tutte le principali nazioni nel progetto. Tutti applaudono: approvazione totale.
Persino l’Unione Sovietica, attraverso Michail Gorbaciov, segretario del partito comunista sovietico, era completamente allineata, e le Nazioni Unite erano pronte ad assumere il ruolo di governo mondiale.
Discorso di George Bush (senior) tenuto alle Nazioni Unite il 23 settembre 1991:
Le nozioni di libertà sono rimaste dormienti, le Nazioni Unite possono offrire loro nuova vita, queste istituzioni giocano un ruolo cruciale nella nostra ricerca di un NUOVO ORDINE MONDIALE. Un ordine in cui nessuna nazione deve cedere un briciolo della propria sovranità e un ordine caratterizzato dallo stato di diritto piuttosto che ricorrere alla forza, la risoluzione cooperativa delle controversie piuttosto che l’anarchia e lo spargimento di sangue e una fede incrollabile nei diritti umani.
E infine, potreste chiedervi quale sia il ruolo dell’America nel nuovo mondo che ho descritto. Lasciate che vi assicuri che gli Stati Uniti non hanno intenzione di lottare per una Pax Americana. Tuttavia, rimarremo impegnati. Non ci ritireremo e non ci ritireremo nell’isolazionismo. Offriremo amicizia e leadership. E in breve, cerchiamo una PAX Universalis costruita su responsabilità e aspirazioni condivise. A tutti i riuniti, abbiamo l’opportunità di risparmiare ai nostri figli e figlie i peccati e gli errori del passato, possiamo costruire un futuro più soddisfacente di qualsiasi altro che il nostro mondo abbia mai conosciuto.
Il futuro giace indefinito davanti a noi, pieno di promesse, disseminato di pericoli. E noi possiamo scegliere il tipo di mondo che vogliamo.
Un mondo escoriato dal fuoco della guerra e sottoposto ai capricci della coercizione e degli slogan? Oppure uno reso più pacifico dalla riflessione e dalla scelta. Prendete questa sfida seriamente, ispirate le generazioni future a lodarvi e venerarvi, a dire sulle rovine del conflitto, questi uomini e donne coraggiosi hanno costruito un’era di pace e comprensione. Hanno inaugurato un NUOVO ORDINE MONDIALE, un ordine che vale la pena preservare per i secoli. Buona fortuna a ciascuno di voi e molte grazie.
Dopo la Guerra del Golfo, le tecniche d’intervento militari sono cambiate e gli Stati Uniti sono stati coinvolti in una serie di conflitti che non hanno portato a nessun risultato stabile e che spesso hanno peggiorato la situazione. Il coinvolgimento delle Nazioni Unite è diventato più confuso, gli alleati si sono disallineati.
La crescita della Cina come potenza militare ha cambiato le regole del gioco.
Il Nuovo Ordine Mondiale come enunciato nella visione di George Bush è stato continuato dal figlio e nel prossimo video vedremo come.
Vedremo anche come nel frattempo aveva preso forma un nuovo progetto globalista secondo la formula del partito Democratico.
Roberto Mazzoni