Trump e la fine della Prima Repubblica – parte 2 – Criminali al potere – MN #208

Donald Trump è arrivato nella città di New York per rispondere all’incriminazione ricevuta dal procuratore locale Alvin Bragg. E’ stato accompagnato dal Servizio Segreto e da una spasmodica copertura mediatica. Si tratta in effetti di un evento storico per gli Stati Uniti, ma non per i motivi citati dai media mainstream.

La portata dell’evento ci viene riassunta nel prossimo video che riporta un’intervista di Tucker Carlson a un altro giornalista americano, Glenn Beck, che propone una serie di previsioni sinistre per il futuro dell’America e l’invito ad agire affinché non si avverino.

Sull’orlo di una guerra atomica

[Tucker Carlson]

Quando la storia della televisione via cavo sarà scritta, supponendo che qualcuno si prenda la briga di farlo, ma se mai fosse scritta, Glenn Beck avrà un capitolo dedicato a lui, quale forse il più grande sintetizzatore di grandi idee mai apparso davanti a una telecamera. E molte persone lo hanno preso in giro nel corso degli anni per questa sua abilità. Ma se tornate indietro e guardate i suoi video, scoprirete che forse più di ogni altra persona in televisione, Glenn Beck aveva visto giusto fin dall’inizio, e non solo una volta. Quindi abbiamo pensato che stasera fosse l’occasione perfetta per ascoltarlo. È il co-fondatore di Blaze Media. Ha appena scritto un libro intitolato Il Grande Reset e si unisce a noi per una panoramica di ciò che stiamo osservando. Glenn Beck, grazie mille per essere qui con noi stasera.

[Glenn Beck]

Grazie.

[Tucker Carlson]

Come interpreteresti?

[Glenn Beck]

Belle parole

[Tucker Carlson]

Beh, è vero.

[Glenn Beck]

Ho un paio di cose per te. Lasciami spiegare. Credo che porterò una prospettiva diversa alla situazione. Siamo nel mezzo di una crisi bancaria. Ma ci dicono che andrà tutto bene. Mentre in realtà è solo l’inizio. Ieri abbiamo visto i sauditi, il Brasile e la Cina stringere un accordo che pone fine al petrodollaro. Il Brasile e la Cina ora commerciano nella propria valuta. Questo è l’inizio della fine della nostra moneta. Ciò significa un crollo del dollaro. Ciò significa che diventiamo come il Venezuela. Avremo una guerra con la Cina, e avremo una guerra con la Russia e con l’Iran.

Abbiamo il Restrict Act, vale a dire una proposta di legge per restringere l’accesso ai social media, che nasce per bandire Tik Tok ma che toccherà anche gli altri social media. Abbiamo la nostra NSA e tutti le altre agenzie legate da un rapporto incestuoso nello sforzo di mettere a tacere le persone. Poi abbiamo la totale bufala di attribuire l’origine del COVID a un procione. E questa settimana abbiamo un nuovo tentativo di sequestrare le armi possedute dai privati. Biden e la sua famiglia prendono soldi dai cinesi. Cosa pensi che ci sia davvero alla base di questa faccenda di Donald Trump?

La trasformazione fondamentale dell’America che conoscevamo, iniziata nel 2008, è giunta alla sua conclusione. Non siamo più visti come una superpotenza. Ora siamo una nazione anziana che, come Joe Biden, s’incammina verso il crepuscolo. Io credo che la finalità dell’attacco a Trump sia d’infiammare il paese, di scatenare la violenza proveniente dalla destra, un obiettivo che hanno avuto fin dall’inizio. Non possono più aspettare, ne hanno bisogno immediatamente. Se guardiamo la questione del 6 di gennaio, notiamo che proprio il giorno in cui stanno scarcerando lo sciamano, perché le accuse contro di lui erano completamente inventate, cosa che è stata rivelata proprio grazie a te, Tucker, il giorno in cui lo lasciano uscire, incriminano Donald Trump.

Vogliono che la gente si ribelli. Perché? Perché a quel punto possono chiudere la gabbia. Farò un’altra previsione per te, Tucker. Hai detto che avevo visto giusto. Bene, questo è il momento in cui sta per accadere tutto ciò di cui parlo fin dal 2008. E ora ti faccio la mia previsione. Entro il 2025, saremo in guerra. Avremo un nuovo dollaro, una valuta che probabilmente proviene dalla banca centrale. Vedremo un crollo valutario E vivremo in uno stato di polizia virtuale. So che a molte persone potrebbe sembrare folle. Ma non è una previsione campata per aria. La Carta dei Diritti non c’è più. Nessuno sta prestando attenzione. Che fine hanno fatto i repubblicani? Dove sono finiti i democratici decenti che possano vedere la follia di questa situazione? Parlando di Donald Trump, posso dirti il motivo per cui questa situazione in realtà lo aiuterà.

Ed è per questo che non penso che lo stiano facendo allo scopo d’impedirgli di competere. Lo fanno perché vogliono scatenare la reazione della gente. Per favore, non lasciatevi coinvolgere. Rivolgetevi a Dio, pentitevi. Pregate per il nostro paese, pregate per la pace. Indossate l’armatura completa che Dio vi offre. Ma ecco cosa davvero sfugge a molte persone. Donald Trump non è nemmeno più una persona. È un simbolo. È il simbolo dell’americano medio. La persona comune che continua ad essere fregata ogni singola volta, e che guarda altre persone che rovinano le grandi banche, rovinano le loro aziende e, ciò nonostante, la fanno franca. Vedono altri fare cose in continuazione che se venissero fatte da un individuo normale lo farebbero finire in prigione per 20 anni. Ma poiché questi altri fanno parte dell’élite, la fanno franca.

Donald Trump è stato colpito a ripetizione, senza sosta, ha preso freccia dopo freccia, e rappresenta il modo in cui l’americano medio si sente stasera. Spero che ci sia un qualche Repubblicano o Democratico di buon senso là fuori, che possa capire che questo tizio, ormai per anni, ha preso le frecce destinate alla gente comune. E le persone orientate a destra sentono che lui sia l’unico individuo davvero in grado di capirle e di comprendere ciò che loro stanno provando. E non finirà bene per il Partito Democratico nelle prossime elezioni. Non succederà. Non so se Donald Trump sarà il vincitore o meno, ma vi dirò questo. Non riusciranno a fermare 100 milioni di persone. Questo paese è nel caos, e ci saranno 100 milioni di persone che cammineranno anche a piedi nudi sui vetri rotti e sui carboni ardenti pur di votare per qualcuno di diverso da questa corrotta amministrazione della Repubblica delle banane.

[Tucker Carlson]

Hai centrato la situazione alla perfezione. Era un paio di giorni che cercavo di elaborare questi concetti e apprezzo molto che tu sia venuto stasera. Grazie.

[Glenn Beck]

Grazie a te, Tucker.

Tutti i punti sottolineati da Glenn Beck sono pertinenti. La prossima elezione presidenziale statunitense sarà fondamentale nel determinare se gli Stati Uniti entreranno in guerra con la Cina e la Russia oppure se prevarrà il buon senso. Le forze in gioco sono molte e vanno al di là di George Soros, e alcune sono ancora abbastanza nascoste, sebbene gli americani comincino a intravederle.

Si tratta in ogni caso di ricostruire la repubblica statunitense partendo da un ripristino della costituzione con il ritorno dei poteri ai singoli stati, com’era in origine e con la drastica riduzione degli apparati che vengono alimentati dal governo di Washington: il complesso militare, farmaceutico, spionistico e mediatico, con l’aiuto delle nuove tecnologie e di alcuni poter forti di Wall Street. Notiamo comunque l’emergere di forti smagliature in tutti questi poteri, amplificate dagli ovvi fallimenti della fallimentare politica estera statunitense. I prossimi due anni vedranno uno scontro molto acceso tra i vari stati e il governo di Washington e tra i media e i candidati politici di nuova generazione.

Vediamo uno di questi nuovi politici che abbiamo già visto all’opera nel video dedicato alla verità sul 6 di gennaio e che vedremo ancora. Si tratta del parlamentare della Florida, Matt Gaetz, che viene intervistato dalla principale giornalista donna della rete Fox News, Laura Ingrahm.

Nel video si parla naturalmente di Alvin Bragg, il procuratore di New York che ha incriminato Donald Trump e di cui abbiamo già discusso nella prima parte di questa mini-serie (vedi il video 207).

I politici della riforma

[Laura Ingraham]

Onorevole Matt Gaetz, tu stesso hai affrontato una persecuzione ingiusta da parte dei poteri forti del nostro sistema giudiziario, tuttavia il procuratore Bragg ha appena incriminato un ex presidente per la prima volta nella nostra storia, ma non sente il bisogno di comunicarne il motivo, e ci terrà in sospeso per qualche giorno al solo scopo di mantenere vivo il dramma. Qual è la tua reazione a questo particolare aspetto.

[Matt Gaetz]

Sembra voler lasciare una nazione sull’orlo del baratro mentre assistiamo alla sorosificazione del sistema di giustizia penale in questo paese. Ricordate, Soros ha dato ad Alvin Bragg un milione di dollari. E ci hanno abituato a vedere queste cose nei paesi del Terzo Mondo: leader politici arrestati, nonne sequestrate nei centri urbani, il governo che stampa denaro a rotta di collo. Ma ora succede anche negli Stati Uniti d’America. Ho parlato con il presidente Trump pochi istanti fa, ed è risoluto e concentrato, ed è preoccupato per l’effetto che questo produrrà sull’immagine americana in tutto il mondo. Domani ci sveglieremo in un’America molto diversa perché non possiamo più avere autorità morale nei confronti di dittatori e despoti che hanno sempre trovato più facile incarcerare i loro rivali politici anziché competere contro di loro in elezioni libere ed eque. E mi ricordo quando i miei colleghi democratici al Congresso gridavano allo scandalo perché il direttore dell’FBI, James Comey, aveva fatto commenti sprezzanti su Hillary Clinton prima delle elezioni del 2016. Questo evento dovrebbe apparire mille volte più grave a ciascuno di loro. È una chiara interferenza elettorale, e credo che ci sia in gioco l’equilibrio dei poteri federali.

[Laura Ingraham]

Matt, sei d’accordo con quello che ho detto nella prima parte della mia trasmissione? Se Biden alla Casa Bianca avesse voluto fermare questa faccenda avrebbe potuto farlo. Voglio dire, ci sarebbe stata una comunicazione dietro le quinte, oppure un discorso pubblico su come dobbiamo mettere da parte le nostre differenze e unire il paese, non perseguitare i nostri avversari politici. Un concetto che dobbiamo eliminare e augurarci che l’uomo o la donna migliori vincano nel 2024. Avrebbe potuto farlo, e sarebbe e stata davvero una mossa politicamente intelligente, ma non lo ha fatto. Approvano tutto questo. Sosterranno che ne sono estranei, ma stanno dando il loro appoggio all’intera faccenda.

[Matt Gaetz]

Non solo Joe Biden non ha lanciato un messaggio per abbassare la temperatura, ma ha persino aggiunto disinformazione dicendo che i repubblicani del movimento MAGA sono estremisti pericolosi. Ricordatevi che è il governo di Biden su cui stiamo indagando per aver gonfiato a dismisura la nozione di estremismo violento interno. Abbiamo trovato casi in cui l’FBI ha truccato le carte per convincere ogni americano che qualsiasi sostenitore di Trump fosse un individuo pericoloso o malvagio. E nel farlo, Biden ha creato una struttura che ha permesso ad Alvin Bragg e ai procuratori corrotti sinistrorsi nella contea di Fulton, oltre che al procuratore speciale di raffazzonare un caso. Ricorda che stanno usando una nuova teoria legale. Stiamo parlando di un reato minore che vogliono fare entrare a forza nella legge elettorale in modi che non ho mai visto prima. E Alvin Bragg lo aveva promesso nella sua campagna elettorale. Ha promesso agli elettori di New York che, se lo avessero eletto, avrebbe incriminato Trump cento volte e avrebbe continuato questa terribile caccia alle streghe.

[Laura Ingraham]

Sappiamo tutti che Bragg è un galoppino politico. Qualsiasi persona seria sa che questo è un caso politico. Ma l’avvocato di Michael Cohen pensa che il pubblico ministero abbia parecchio materiale con cui lavorare.

[Matt Gaetz]

Ci sono molti fatti, molti documenti, molte prove di molteplici crimini. Molte persone resteranno sorprese dal livello delle prove, dal dettaglio delle prove. Posso dirlo sulla base della mia esperienza nell’osservare questo gruppo di pubblici ministeri sviluppare questo caso.

[Laura Ingraham]

Onorevole, ancora una volta, sono in sostanza, autorizzati a spacciare propaganda ancora prima che il pubblico sappia cosa Trump sta per affrontare. Anche in questo caso, è come se stessero cercando di incitare qualche tipo di reazione negativa da parte del popolo americano procrastinando la pubblicazione dei documenti. Non mi piace, e chiunque ci guardi stasera lo tenga bene a mente. Siamo favorevoli alle proteste pacifiche e la gente sicuramente protesterà per questo, ma ricordatevi che non siamo persone violente. Se necessario, andiamo in tribunale per ottenere soddisfazione. Come farà Donald Trump.

[Matt Gaetz]

Di certo non vogliamo risolvere le nostre differenze con la violenza, d’altro canto il Partito comunista cinese può pagare ogni imbroglione nella famiglia Biden, ma Donald Trump non può pagare Stormy Daniels per risolvere una disputa legale. Nessuna prova potrà dimostrare che Donald Trump non aveva motivi personali per risolvere questo problema con Stormy Daniels, privatamente, e che lo ha fatto unicamente per trarne beneficio elettorale. Quindi la base di difesa è già ovvia. Penso che presenteranno una mozione per chiudere il caso e se mai il processo dovesse continuare, certamente non potrebbe essere tenuto a Manhattan, quindi chiederanno probabilmente un cambio di sede, spostandolo altrove nello stato di New York, affinché Donald Trump possa ricevere un processo equo. Ma ancora prima mi aspetto che la questione venga risolta da una qualsiasi corte che esamini il modo in cui la legge è stata distorta per sostenere un’accusa che sarebbe insostenibile contro qualsiasi altro essere umano sul pianeta Terra che non fosse Donald Trump. è chiaramente un processo politico senza sostanza. Possiamo anche citare la ricerca dell’università Quinnipiac che dimostra come 2 americani su 3 pensano che questa sia politica nuda e cruda e non un’indagine basata sulla legge o sui fatti.

[Laura Ingraham]

Riponi molta più fiducia di me nei giudici dello stato di New York. Personalmente non ne nutro alcuna, forse perché ne ho viste di cotte e di crude. Ma grazie comunque onorevole. 

Matt Gaetz ci offre uno scorcio della strategia legale preparata da Donald Trump e fornisce un quadro decisamente più ottimista rispetto a quello di Glenn Beck. Ci fa anche capire che Trump rimane saldamente al primo posto nella classifica dei candidati repubblicani per la presidenza, anche perché è l’unico in grado di difendersi rispetto alla selva di attacchi politici che stanno arrivando e continueranno ad arrivare dalla magistratura.

Ce ne fornisce un quadro completo Trucker Carlson nel prossimo video. Nel video Carlson menziona anche Sam Bankman Fried, capo di uno dei principali exchange per criptovalute e legato al partito democratico e al regime ucraino che è stato protagonista di una colossale truffa, di cui hanno beneficiato, in termini di donazioni, lui stesso, oltre che Joe Biden, il Partito Democratico, durante le elezioni del 2022, e il governo di Volodymyr Zelensky. Sam Bankman Fried era collegato con tutte le persone che contano, da Bill Clinton, a Gary Gensler l’attuale capo della Security Exchange Commission che regola le attività di borsa e persino Maxine Waters la parlamentare di colore del Partito Democratico che abbiamo visto nella classica posa ipocrita nel video scorso.

Attacco alla libertà di parola

[Tucker Carlson]

Buonasera, e benvenuti a Tucker Carlson. Il principio che definisce il sistema legale americano e, in realtà, l’intera vita americana, il principio che ci ha tenuti liberi è una giustizia equa. Si tratta di un principio abbastanza semplice. Non importa che aspetto tu abbia, chi fossero i tuoi genitori o quale possano essere le tue opinioni politiche, la legge ti tratta esattamente allo stesso modo di qualsiasi altro americano che viva in questo paese.

La giustizia è cieca. Si tratta di uno standard elevato. Ma poiché gli americani hanno creduto a lungo nell’equità della giustizia, e poiché la maggior parte delle persone incaricate di amministrare quel sistema si sono comportate in buona fede, questo paese ha, per la maggior parte del tempo, mantenuto fede al proprio ideale fondamentale per 250 anni, il che lo ha reso il più grande paese del mondo. Ma l’ondata populista del 2016 ha cambiato tutto in modo permanente. Washington si è sentita improvvisamente più minacciata dai suoi stessi elettori, dagli elettori americani, che da qualsiasi avversario straniero.

Donald Trump, per loro, appariva più pericoloso dei terroristi dell’ISIS. Sono stati presi dal panico. E nel loro panico, i nostri leader hanno deciso di trasformare il sistema legale americano, così come le agenzie di intelligence americane e, se necessario, anche l’esercito degli Stati Uniti, in strumenti da impiegare contro i loro avversari politici. Sentivano di non avere scelta e di doverlo fare a tutti i costi. Hanno abbandonato l’antico principio di uguaglianza davanti alla legge e lo hanno sostituito con quello che è, di fatto, effettivamente un giuramento di fedeltà. Gli oppositori del regime sono diventati i nemici dello stato. Questo è un cambiamento enorme. E stasera vedrete i risultati di questo cambiamento. Appena 24 ore dopo che un gran giurì di Manhattan ha incriminato quello che potrebbe essere il rivale di Joe Biden nella prossima corsa presidenziale; un’altra giuria, sempre a New York, ha condannato un influencer repubblicano dei social media chiamato Douglass Mackey. Cosa ha fatto Mackey di sbagliato?

Dunque, il crimine di Douglass Mackey è stato di prendere in giro gli elettori di Hillary Clinton, online. Tra poco vedrete sullo schermo il meme che Mackey ha pubblicato su Twitter durante le elezioni del 2016. In quel meme, Mackey suggerisce che è possibile votare per il presidente tramite un messaggino inviato dal telefono, perché solo gli elettori di Hillary potrebbero essere abbastanza stupidi da credere a qualcosa di così assurdo. Ma, naturalmente, nella vita reale, nessuno ha creduto che l’insulto di Mackey abbia alterato un solo voto durante le elezioni. E nessuno ha dimostrato che lo abbia fatto. Il governo non ha portato alla luce una sola vittima di questo cosiddetto crimine. Non avrebbe potuto. Douglass Mackey stava scherzando. Nessuno ha creduto che fosse un funzionario elettorale federale. E, infatti, il suo profilo sui social media raffigurava un cappello di Donald Trump. Era inconfondibile che fosse una presa in giro.

Ma sulla scia delle elezioni del 2016 e della crescente isteria su Donald Trump, deridere il Partito Democratico è diventato un crimine. Quindi, di conseguenza, stasera, Douglass Mackey rischia dieci anni di carcere. Il caso contro Douglass Mackey è l’attacco più scioccante alla libertà di parola in questo paese nel corso dell’intera nostra vita. Ci serve anche da lezione per capire chi sarà autorizzato a parlare in futuro. A quanto pare, una donna di nome Christina Wong ha pubblicato un meme quasi identico lo stesso anno, sempre durante le elezioni del 2016. Ma a differenza di Doug Mackey, Wong ha votato per Hillary Clinton. Nel suo meme ha scritto: Ehi, sostenitori di Trump, saltate la coda e votate con un S M S. Stesso crimine.

Ma il Dipartimento di Giustizia sotto Joe Biden non ha mostrato alcun interesse nel perseguire Christina Wong. Vedete come funziona? Avete interiorizzato i nostri nuovi standard legali di parte? è proprio questo che vogliono farci capire. Vogliono farvi conoscere le nuove regole. Approfondiremo il caso di Douglass Mackey e su cosa significhi per voi e per l’America, ma Douglass non è l’unico sostenitore di Trump che sta andando in prigione in ragione di come ha votato. Secondo un nuovo rapporto di Julie Kelly, questa settimana, la divisione antiterrorismo dell’FBI ha appena arrestato una nonna nello stato della Virginia accusandola di quattro reati. Cosa ha fatto esattamente? È entrata nel Campidoglio con la madre anziana per un totale di 15 minuti il 6 di gennaio. Non ha fatto del male a nessuno. Non ha distrutto nulla. è semplicemente rimasta lì.

Eppure, allo stesso tempo, durante la stessa settimana, nessuno dei teppisti transgender che ieri hanno invaso il parlamento del Tennessee è stato arrestato dalla Divisione Antiterrorismo dell’FBI. E, naturalmente, non saranno arrestati. Joe Biden li ha appena onorati con una giornata di visibilità per i trans. Quindi, quello che stiamo vedendo, inequivocabilmente, va molto al di là di Donald Trump. Ma stasera forniremo alcune ultime notizie sul suo caso. Ne parliamo perché il suo processo non è affatto incidentale. Trump è il principale candidato repubblicano alla presidenza. Ora, a quanto pare, Trump non è accusato di tradimento o insurrezione o di collusione o addirittura di taccheggio, bensì di qualcosa di molto più piccolo, una serie di crimini amministrativi relativi a un pagamento che, a quanto pare, ha fatto sette anni fa.

A distanza di sette anni, in nessun sistema equo, questo sarebbe un crimine ai sensi della legge. Ma il procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, ha messo insieme una teoria legale alla Frankenstein per giustificare tale accusa. In circostanze normali, sarebbe impossibile avviare un processo, perché sono scaduti i termini di prescrizione. E come se tutto ciò non fosse abbastanza e non ricalcasse già lo stile di alcune nazioni del Terzo Mondo, qualcuno ha persino fatto trapelare ai media la notizia che Donald Trump è stato indiziato dal gran giurì. Questo, già di per sé, è un crimine secondo le leggi di New York. In realtà, è un crimine molto più grave di quello di cui si accusa Donald Trump. Ma credete davvero che Alvin Bragg porterà a processo chi ha divulgato la notizia? Fatemi il piacere. È stato quasi certamente qualcuno nel suo ufficio.

Ma Bragg non perseguirà nemmeno, come molti oggi hanno sottolineato, i crimini di Hunter Biden o di altri partigiani democratici. Crimini che non sono affatto rari né difficili da trovare. Bragg non perseguirà Hillary Clinton, anche se ha appena ammesso di aver violato la legge finanziaria della campagna elettorale pagando il falso dossier russo. La cosa affascinante è che niente di tutto questo ha messo in guardia i mastini del governo che dovrebbero vegliare contro gli abusi di potere. E che dire dei nostri media? No, al contrario, stanno facendo il tifo per i nostri nuovi standard di giustizia tribale. Guardate.

[Douglas Brinkley – storico presidenziale – CNN]

La buona notizia qui, è che il nostro sistema legale dimostra che nessuno è al di sopra della legge.

[Adam Kinzinger – ex parlamentare repubblicano – membro della commissione sul 6 di gennaio]

Nessuno è al di sopra della legge. Non i repubblicani e non i democratici, non Donald Trump, nessuno di loro.

[giornalista MSNBC]

Tendo a pensare che nessuno sia al di sopra della legge.

[contributore MSNBC]

Nessuna persona al di sopra della legge.

[contributore MSNBC]

Abbiamo leader politici che non sono al di sopra della legge.

[contributore MSNBC]

Non crediamo che nessuno debba essere al di sopra della legge.

[Symone Sanders-Townsend – MSNBC]

Tutti battono lo stesso tamburo. Nessuno è al di sopra della legge.

[contributore – MSNBC]

Nessuno è al di sopra della legge. La prova di oggi è che questo include anche Trump.

[Glenn Kirschner – giudice – MSNBC]

Hanno dato nuova vita al concetto che nessuna persona è al di sopra della legge.

[Tucker Carlson]

Cerchiamo di essere completamente chiari. Nessuna delle persone che avete appena visto si preoccupa della giustizia. Lasciate che quella parola bruci nelle loro bocche. Sono ovviamente solo assetati di sangue. Applaudirebbero mentre bruciate vivi in mezzo alla strada. Urlerebbero, nessuno è al di sopra della legge. mentre vi contorcete sull’asfalto. Potete stare certi che lo farebbero. Ma finché continuiamo a fingere che si applichino i vecchi standard di equità ed uguale applicazione della legge, dobbiamo allora chiederci che cosa sia successo a Sam Bankman Freed? Ve lo ricordate? Il più grande crimine finanziario della storia.

Fino ad oggi, nessuno ha spiegato o si è preso la briga di provare a dirci in che modo Sam Bankman Fried sia riuscito a procurarsi una cauzione di $ 250.000.000. Tutto ciò che hanno rivelato al popolino, da lungo tempo sofferente, è che un ex preside e uno scienziato informatico dell’università di Stanford hanno donato rispettivamente 500.000 e 200.000 dollari. E i suoi genitori hanno impegnato il valore della loro casa. Ma questo lascia ancora un vuoto considerevole. Da dove viene il resto del denaro?

Nessuno ce lo dirà. Nessuno nei media lo chiede, perché a nessuno importa. Sam Bankman Fried non ha pagato una ex amante. No. Ha truffato un milione di persone ed è scappato con in tasca la proprietà di immobili alle Bahamas. Ciò nonostante, il sistema lo sta proteggendo perché ha votato correttamente. Questo è notevole. Ma non è l’unico criminale che Washington si rifiuta di perseguire. Ce ne sono davvero tanti altri. Per esempio, le persone che hanno distrutto il dollaro americano. Quelli che hanno degradato l’esercito degli Stati Uniti e lo hanno trasformato nella barzelletta che oggi è diventato. Quelli che hanno inondato l’America rurale di oppioidi e ucciso centinaia di migliaia di persone. Le persone che attualmente vendono le nostre riserve petrolifere alla Cina. Nessuno di loro è mai stato perseguito. In realtà, sono stati tutti promossi. Ne parleremo più a fondo. Ma per ora, abbiamo Donald Trump, il principale candidato repubblicano che è stato incriminato per crimini inesistenti nel bel mezzo di una corsa presidenziale. E sorge una domanda molto specifica su come questo influenzerà la gara. Perché, ovviamente, influenzare la gara è l’unico scopo che stanno perseguendo.

Come vediamo la persecuzione legale nei confronti degli avversari politici, anche i più piccoli, ha acquisito le caratteristiche che si erano viste in Unione Sovietica come abbiamo descritto in parte nel nostro video sulla guerra psicologica.

Sono di questo parere anche diversi giornalisti indipendenti e di sinistra americani, tra cui Glenn Grenwald che viene intervistato sull’argomento da Tucker Carlson.

Nel video, Greenwald fa riferimento anche a diversi personaggi del partito repubblicano come Dick Cheney, vice presidente sotto George Bush junior e diretto responsabile per l’invasione americana dell’Afghanistan e dell’Iraq, Jeb Bush, fratello di George Bush e, in passato, governatore della Florida e principale concorrente di Trump nelle elezioni del 2016, Carl Rove, consulente politico di George Bush junior e nemico storico di Trump, John McCain senatore repubblicano, candidato presidenziale fallito e principale guerrafondaio nel partito, morto poco dopo l’elezione di Trump, Mitt Romney, altro senatore repubblicano, candidato presidenziale fallito e sostenitore del movimento neo-marxista Black Lives Matter, e infini Nikki Haley, ex-governatore della Carolina del Sud e ambasciatore presso le nazioni unite durante la presidenza Trump. La Haley, benché sia di origini indiane e sia stata la più giovane governatrice negli Stati Uniti, ha da sempre una posizione molto vicina al complesso militare industriale e quindi tendenze guerrafondaie pericolose. E’ stata la prima a candidarsi contro Trump per le primarie dell’anno prossimo

Il nuovo Soviet Supremo è a Washington

[Tucker Carlson]

Stasera si unisce a noi Glenn Greenwald, che ha per lungo tempo riferito sugli abusi politici del sistema legale. È il conduttore del canale System Update, su Rumble, e nostro amico. Glenn, si potrebbe pensare che qualcuno dica, non mi piace Trump, ma stiamo provocando gravi danni alle istituzioni di cui avremo bisogno tra due anni, e per il prossimo secolo. Ma nessuno lo sta dicendo.

[Glenn Greenwald]

Ti ho sentito dire, nel tuo precedente segmento, che abbiamo persone come Carl Rove, George Bush e Victoria Nuland che ci fanno la prèdica, ma che mettono allo scoperto la messa in scena di questa falsa guerra tra repubblicani e democratici. Questa è la chiave di tutto, vale a dire che sono determinati a non criminalizzare i conservatori oppure il Partito Repubblicano in quanto tali. Gli vanno bene persone come Jeb Bush, John McCain, Mitt Romney, Nikki Haley, Lindsey Graham o chiunque altro. Ma sono assolutamente determinati a criminalizzare Donald Trump e il suo movimento, perché l’unica volta in cui Victoria Nuland non è stata al governo, è stato durante la presidenza di Donald Trump. Infatti aveva lavorato per Clinton, per Dick Cheney, per Obama, e ora per Biden. Non c’è altro modo di espellere questi individui dal governo ed è per questo che sono determinati a criminalizzare Donald Trump e il suo movimento, come abbiamo visto ieri con l’incriminazione di Trump e oggi con questa persona che sta per andare in prigione, per aver pubblicato su Twitter alcuni meme contro Hillary Clinton.

[Tucker Carlson]

Il problema è che, nell’organizzare il sistema in questo modo, tagliano fuori la maggioranza della popolazione. Ad esempio, pensi che la maggioranza degli elettori americani di entrambi i partiti sia favorevole ad andare in guerra con la Russia e la Cina, due nazioni dotate di armi nucleari? Non penso che ci siano prove che lo dimostrino.

[Glenn Greenwald]

No. Oppure, per esempio, non credo che siano nemmeno favorevoli a mantenere le truppe in Siria, cosa di cui scommetto che nessuno è al corrente. Eppure Matt Gaetz ha presentato una risoluzione per ritirare tutte le nostre truppe dalla Siria, dichiarando che faremmo meglio a spendere quei soldi a casa nostra. In risposta, tanto i repubblicani quanto i democratici si sono uniti alle rispettive fazioni dell’establishment affinché le truppe rimangano in Siria. Sono le ali dell’establishment in entrambi i partiti che costituiscono il vero nemico, e sono loro che governano a dispetto di come votate, Donald Trump è l’unico che possa smantellare questo sistema, ed è per questo che lo vogliono criminalizzare.

[Tucker Carlson]

È proprio così. Voglio dire, se vogliamo elencare i crimini di Donald Trump, come ad esempio essere sgradevole, rispetto ai crimini di una Victoria Nuland che stanno distruggendo l’Occidente, avremmo due liste ben diverse. Ma chi viene incriminato? Glenn Greenwald, grazie mille. Apprezzo il tuo contributo.

[Glenn Greenwald]

Grazie.

Glenn Greewald sintetizza in modo molto chiaro la situazione dal punto di vista di un giornalista che non è un sostenitore di Trump e nemmeno un membro del Partito Repubblicano, ma che si è sempre collocato a sinistra dello spettro politico americano. Ma per avere una visione chiara del doppio standard giudiziario che vige ormai da anni all’interno degli Stati Uniti, possiamo fare ricorso a un recente video prodotto da Sean Hannity, uno dei commentatori politici più seguiti all’interno di  Fox News.

Nel video si parla di MAGA che è l’acronimo di Make America Great Again, rendiamo l’America di nuovo grande, lo slogan usato da Donald Trump nelle sue campagne elettorali. Si parla anche del giudice Juan Merchan che è incaricato inizialmente del caso. Questo giudice ha già lavorato contro l’organizzazione di Trump e la figlia, Loren Merchan è presidente nonché partner di una società, denominata Authentic Campaigns, alla lettera campagne autentiche, che gestisce campagne elettorali in formato digitale per conto dei candidati del Partito Democratico.

Il sito dell’azienda ha persino un testimonial dell’infame Adam Schiff che ha avuto un ruolo centrale negli impeachment contro Trump. Si parla anche di Robert Mueller, ex capo dell’FBI e incaricato dell’indagine sul dossier del Russiagate che dopo due anni di lavoro infaticabile da parte di una trentina inquirenti, tutti nemici dichiarati di Trump, non è riuscito a dimostrare la validità della bufala sull’interferenza russa nell’elezione di Trump nel 2016. Infine si cita Jonathan Turley, esperto legale di sinistra, che ritiene Alvin Bragg colpevole di abuso di potere. Si parla anche di Rudy Giuliani, famoso per il suo periodo come sindaco della città di New York e avvocato di Trump nella indagini relative alla manipolazione dei risultati dell’elezione presidenziale del 2020.

Criminali al potere

[Sean Hannity]

Abbiamo nuovi dettagli sulla ripugnante caccia alle streghe politica di Alvin Bragg. Secondo alcune nostre fonti, Bragg ha chiesto a Donald Trump di consegnarsi oggi, a meno di 24 ore da quando il gran giurì ha votato ingiustamente per incriminarlo. Ma a causa di problemi di sicurezza, la lettura dei capi d’accusa non avrà luogo fino alla prossima settimana, probabilmente martedì pomeriggio. Presto, Donald Trump riceverà ufficialmente le imputazioni, prenderanno le sue impronte digitali, e gli scatteranno una foto segnaletica. La banda di criminali che oggi riempiono i media mainstream otterrà finalmente la foto segnaletica che hanno desiderato tanto a lungo.

Ora, il mio istinto mi dice che la previsione del mio amico, il collega Pete Hegseth, che era qui con noi ieri sera, si dimostrerà corretta. Quella fotografia finirà su una quantità enorme di magliette e cappelli su cui ci sarà anche scritto MAGA e Trump 2024. Trump comparirà anche davanti al giudice Juan Merchan, che, tra l’altro, è lo stesso giudice accusato di aver tagliato le gambe all’ex direttore finanziario della Trump Organization. Ora, secondo Trump, e riporto le sue esatte parole, il giudice assegnato al mio caso di caccia alle streghe, mi odia. Ora, a questo punto, vi aspettereste qualcosa di meno? Questo non è un caso penale. Questo è una campagna denigratoria mirata a minare la credibilità politica di un candidato. E a proposito, non ci sarà nessun accordo.

Secondo una fonte a lui vicina, il presidente Trump intende combattere fino alla fine. Il primo passo sarà sicuramente una mozione per respingere immediatamente tutte le accuse per tre distinti motivi. Ne abbiamo parlato con i nostri avvocati stasera, nel corso del programma. Il primo motivo è che si basa su una teoria giuridica fasulla. Non conosciamo le accuse esatte ma, presumibilmente, Bragg sta tentando di trasformare un crimine minore che riguarda la gestione di documenti in un’accusa di cattiva gestione dei fondi elettorali, che non è mai stata fatta prima e che potrebbe anche essere illegale di per sé. Il secondo motivo, come gli avvocati di Trump probabilmente sosterranno, è che il fatto è già caduto in prescrizione. Dopo tutto, c’è un limite di due anni per le accuse relative all’erronea attribuzione contabile dei documenti. La terza ragione per cui il caso dovrebbe essere accantonato, è la cattiva condotta dell’accusa.

Il procuratore distrettuale responsabile delle accuse si chiama Alvin Bragg e si è fatto eleggere con la promessa elettorale di perseguire un solo uomo, Donald Trump, una sola famiglia, la famiglia Trump, e una sola organizzazione, la Trump Organization. Ora, penso che tutto ciò determini chiaramente un pregiudizio politico, non è vero? Forse il risultato finale dovrebbe essere che Alvin Bragg perda la sua licenza di avvocato. Come sottolinea il New York Post, e riporto le esatte parole, sicuramente al giudice verrà chiesto di considerare questa domanda: questo caso potrebbe mai essere intentato contro una qualsiasi altra persona? Naturalmente, la risposta è no. In effetti, il Ministero della Giustizia, La Commissione Elettorale Federale, tutto il team investigativo gestito da Robert Mueller, il magistrato predecessore di Bragg e persino lo stesso Bragg hanno rifiutato di dare seguito a queste accuse, fino ad ora.

Parallelamente, Alvin Bragg incrimina raramente chi commetta un qualsiasi reato a New York, persino i criminali violenti. Secondo un editoriale di Jonathan Turley, che cito, Donald Trump avrebbe fatto meglio a rapinare Stormy Daniels con una pistola, perché in quel caso Bragg avrebbe immediatamente archiviato il caso. Naturalmente Turley ha ragione. Infatti, nel 52% dei casi, Bragg trasforma qualsiasi reato grave in reato minore. E di tutti i casi di reato che porta effettivamente in tribunale, Bragg perde il 49% delle volte. In altre parole, ha uno dei peggiori tassi di condanna di tutta la nazione. A settembre, un uomo di nome Justin Washington, ha stilato un accordo con Bragg dopo aver presumibilmente violentato una parente adolescente. Washington avrebbe dovuto scontare 30 giorni di carcere, ma prima di arrivare in carcere è riuscito a terrorizzare altre cinque vittime. Ora date un’occhiata allo schermo.

Ecco un’altra generosa concessione da parte di Bragg all’autore di un feroce pestaggio antisemita avvenuto nel centro di Manhattan, a New York City. Lo stesso vale per le accuse nei confronti di un uomo che aveva tentato di rapinare a mano armata la stessa farmacia due volte in un giorno solo. In questo caso, l’aggressore aveva usato un coltello, e aveva una fedina penale lunga un chilometro con più di 20 arresti per stupro, rapina, aggressione, e altri crimini. Ma tutto questo non importava affatto ad Alvin Bragg. In un altro caso, l’autore aveva 46 precedenti arresti ed era in libertà vigilata, ma Bragg ha comunque ridotto le accuse. E poi abbiamo la ben nota residente di New York, nota come Hillary Rodham Clinton, che non è mai stata accusata di nessun crimine, né a New York, né da nessuna altra parte. E ciò, nonostante la disponibilità di una vera e propria montagna di prove a suo carico, relative a una varietà di misfatti.

Per esempio, l’organizzazione che gestiva la campagna elettorale di Clinton e la Democratic National Convention, vale a dire l’organizzazione che gestisce le campagne per il Partito Democratico, hanno commesso esattamente lo stesso crimine di cui ora invece accusano Donald Trump. Hanno etichettato erroneamente come spesa elettorale il finanziamento del famoso dossier sporco di Christopher Steel in cui si cercava di accusare Trump di collusione con i russi. Avevano dichiarato erroneamente che fosse una spesa legale. Ma non c’è stata nessuna accusa di reato, nessuna indagine penale su Hillary Clinton. Invece, l’anno scorso, l’organizzazione che ha gestito la sua campagna ha semplicemente accettato di pagare una multa di $ 113.000. Non importa nemmeno che Hillary Clinton abbia cancellato 33.000 e-mail che avrebbe dovuto consegnare a seguito di una citazione ufficiale.

E che abbia usato allo scopo uno speciale software che non lasciasse traccia. E poi, naturalmente, abbiamo la distruzione dei telefonini a colpi di martello dopo aver rimosso anche le schede SIM. Non vi sembra un tantino ostruzione alla giustizia? Ma Hillary Clinton non è mai stata accusata e la sua casa non è mai stata perquisita. E tenete a mente, il caso del dossier che abbiamo menzionato deriva dallo stesso dossier che l’organizzazione elettorale della Clinton ha consegnato a James Comey, allora direttore dell’FBI, in vista delle elezioni del 2016. Ma ricordate questo: all’inizio dell’ottobre 2016, l’FBI ha effettivamente mandato i propri agenti in Gran Bretagna, dove hanno incontrato Christopher Steele e gli hanno offerto un milione di dollari se avesse potuto confermare i contenuti di quel dossier.

Ma il dossier Steele non poteva essere confermato, e Steele non ha incassato il suo milione di dollari, perché le accuse contenute nel suo dossier, ora lo sappiamo, erano totale spazzatura. Ciò nonostante, violando la legge, alla fine di quello stesso ottobre 2016, James Comey ha usato proprio quel dossier, per ottenere illegalmente un mandato da parte di una corte segreta che si occupa di attività contro il terrorismo per spiare le persone che lavoravano nella campagna elettorale di Trump, il team che ha seguito la transizione di Trump nella Casa Bianca e persino il personale della Casa Bianca dopo che Trump si era insediato come presidente degli Stati Uniti. In cima al mandato firmato dalla corte segreta, c’erano le parole con cui Comey affermava che il contenuto del dossier era vero e verificato. Entrambe falsità, che comunque l’FBI ha usato per cercare di incastrare Donald Trump. Ma Comey l’ha fatta franca senza nessuna conseguenza, alla pari di Hillary Clinton con il suo scandalo dei documenti segreti, che Comey disse che nessun procuratore ragionevole avrebbe mai perseguito. E ora Comey sta facendo il tifo per Alvin Bragg con un messaggio su Twitter che dice; ieri è stata una buona giornata.

Jim Comey è corrotto. È meschino. È un burocrate che anela alla vendetta politica e si preoccupa poco di quello che viene chiamato lo stato di diritto o giustizia equa oppure uguale applicazione delle nostre leggi. Ora, purtroppo, anche l’attuale capo dell’FBI, Christopher Wray, non sembra essere molto meglio. è stato in possesso dal dicembre del 2019 del laptop di Hunter Biden. Ma invece di autenticarlo e indagare sulla litania di potenziali crimini registrati al suo interno, l’FBI ha detto alle aziende di big tech di diffidare della disinformazione di matrice russa che avrebbe potuto circolare su persone come Joe Biden e Hunter Biden, in vista delle elezioni presidenziali del 2020, quando già avevano il computer portatile in loro possesso. E le aziende di Big Tech sono state felicissime di partecipare alla censura.

E hanno persino ricevuto denaro dall’FBI. Tre milioni e mezzo di dollari nel caso di Twitter, che ha censurato la storia del laptop di Hunter Biden solo poche settimane prima delle elezioni. Bene, potete considerarmi parte della schiera di persone che credono che l’FBI sapesse che il contenuto del laptop fosse reale. Sapevano che Rudy Giuliani ne aveva una copia. Sapevano che probabilmente lo avrebbe rilasciato prima delle elezioni. E, in base alla mia ipotesi, questa è stata la vera ragione per cui l’FBI ha ammonito le aziende tecnologiche di stare in guardia sulla disinformazione che avrebbe potuto circolare su persone come Joe Biden e Hunter Biden. Tuttora, Hunter deve ancora essere accusato di alcun crimine, anche se ci sono prove video dove vediamo Hunter Biden che fuma crack, ingaggia prostitute, mente sulla documentazione compilata per comperare armi, vende accesso al governo federale.

Ma dov’è l’indagine relativa a questi eventi? Ci sono anche ampie prove provenienti dal laptop e un’indagine separata del Senato e della Camera che dimostrano che il pezzo grosso, vale a dire Joe Biden, e altri membri della famiglia Biden potrebbero aver beneficiato delle presunte accuse di evasione fiscale di Hunter, accuse di riciclaggio di denaro. E ora sappiamo che c’è stato un vero quid pro quo. Ricordate quando Donald Trump parlò del quid pro quo relativo all’Ucraina? Joe Biden si era pubblicamente vantato di aver minacciato il governo ucraino, dicendo loro che non avrebbero ricevuto 1 miliardo di dollari pagati dai contribuenti americani, a meno che non avessero licenziato, entro sei ore, un particolare procuratore dello stato.

E il governo ucraino lo ha davvero licenziato entro le 6 ore, ottenendo in tal modo il miliardo di dollari a spese dei contribuenti. E indovinate un po’, l’indagine su cui stava lavorando quel procuratore ucraino riguardava proprio Hunter Biden, ed è stata stroncata in quel preciso momento. Così Hunter ha potuto continuare a ricevere assegni dalla principale azienda energetica ucraina, la Burisma Holdings. Quindi chiariamo questo punto. Ci sono prove video e digitali che Hunter Biden ha commesso svariati crimini, ma non è mai stato accusato di uno solo di questi. Suo padre ha usato i soldi dei contribuenti per proteggere il racket di famiglia, e non è mai stato incriminato. Viceversa, Donald Trump è stato colpito da oltre 30 accuse a causa di un accordo di non divulgazione erroneamente etichettato su una presunta relazione che risale al 2007, e che entrambe le parti interessate hanno negato che sia mai esistita.

Di fatto, l’unica base per queste accuse è la testimonianza di un criminale condannato per spergiuro di nome Michael Cohen, che tutti sappiamo essere deciso a vendicarsi contro il suo ex datore di lavoro. Vi sembra un esempio di giustizia equa e di uguale applicazione delle nostre leggi? Ovviamente, a me non pare proprio. Ma i membri del Partito Democratico non sembrano preoccuparsi della giustizia. Sembrano preoccuparsi solo di vincere le elezioni e di distruggere tutti gli avversari politici. Quindi, questo caso inverosimile contro Trump non riguarda la sicurezza di New York oppure dei newyorkesi. Mira invece a interferire nelle elezioni del 2024, proprio come ha fatto l’FBI nel 2020, quando, ovviamente, ha bloccato la diffusione del contenuto del laptop di Hunter Biden, che avevano già dal dicembre del 2019, e proprio come hanno fatto nel 2016 con lo sporco dossier di Hillary Clinton.

Stiamo entrando in una nuova era, molto, molto pericolosa per questo paese, in cui la giustizia non è più cieca, dove le giurie, i giudici, i pubblici ministeri sono diventati armi politiche, e dove abbiamo un sistema giudiziario a due livelli.

Hannity ci spiega come il sistema giudiziario americano sia profondamente politicizzato in alcune aree geografiche, tra cui Washington e New York, e come il sistema tenga a proteggere i criminali, che siano politici o comuni.       

Roberto Mazzoni

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