Trump: bisogna affrontare la minaccia nucleare – parte 1 – MN #226

La prossima elezione presidenziale statunitense ha un’importanza straordinaria perché sta offrendo agli americani la possibilità di rendersi conto dei vasti problemi che affliggono l’America e che erano già stati denunciati da un presidente statunitense, b, durante il suo discorso di commiato il 17 gennaio 1961.

Lo abbiamo già sentito in passato, ma risentiamolo perché è importante per inquadrare la situazione attuale.

Il pericolo del complesso industriale militare americano

[Annunciatore]

Dalla Casa Bianca e dall’Ufficio del Presidente degli Stati Uniti, presentiamo il discorso di commiato del presidente Eisenhower, il cui mandato durato complessivamente otto anni, finirà a mezzogiorno di venerdì. Eisenhower ha scelto questa opportunità per tenere il suo discorso finale. Signore e signori, il Presidente degli Stati Uniti.

[Dwight Eisenhower]

Buonasera, miei concittadini americani. In primo luogo, vorrei esprimere la mia gratitudine alle reti radiofoniche e televisive per le opportunità che mi hanno dato nel corso degli anni di portare rapporti e messaggi alla nostra nazione. Le ringrazio in modo particolare per l’opportunità di rivolgermi a voi questa sera. Fra tre giorni da oggi, Dopo mezzo secolo al servizio del nostro Paese, lascerò le responsabilità dell’ufficio, trasferendo, in una cerimonia tradizionale e solenne, l’autorità della Presidenza al mio successore.

Questa sera vengo da voi con un messaggio di commiato e di saluto, e per condividere con voi, miei concittadini, alcuni pensieri finali.

Come ogni altro cittadino, Auguro al nuovo presidente e a tutti coloro che lavoreranno con lui, buona fortuna. Prego che i prossimi anni siano benedetti con pace e prosperità per tutti. Il nostro popolo si aspetta che il suo presidente e il Congresso trovino un accordo essenziale su questioni di grande importanza, la cui saggia risoluzione, plasmi al meglio il futuro della nazione.

I miei rapporti con il Congresso, che sono cominciati su una base remota e tenue, quando molto tempo fa, un membro del Senato mi nominò all’accademia militare di West Point, hanno da allora spaziato dall’intimo durante la guerra e nell’immediato dopoguerra, a una reciproca dipendenza negli ultimi 8 anni. In questa collaborazione finale, il Congresso e l’amministrazione hanno cooperato bene sulle questioni più vitali, preferendo il bene della nazione, alla semplice partigianeria. E così hanno assicurato che le questioni nazionali progredissero.

Quindi il mio rapporto ufficiale con il Congresso si conclude con un sentimento di gratitudine da parte mia per aver potuto fare così tanto insieme.

Ci troviamo ora dieci anni dopo la metà di un secolo che ha visto Quattro grandi guerre tra grandi nazioni. Tre di queste, hanno coinvolto il nostro stesso Paese. Nonostante questi Olocausti, l’America è oggi la nazione più forte, più influente e più produttiva del mondo. Comprensibilmente orgogliosi di questo primato, ci rendiamo tuttavia conto che la leadership americana in termini di prestigio, dipende, non solo dal nostro ineguagliabile progresso materiale, dalla nostra ricchezza e dalla nostra forza militare, ma anche da come usiamo il nostro potere nell’interesse della pace mondiale e del miglioramento umano.

Durante l’avventura americana nel libero governo, i nostri scopi fondamentali sono stati mantenere la pace, promuovere il progresso nella realizzazione umana, ed accrescere la libertà, la dignità e l’integrità dei popoli e delle nazioni. Un popolo libero e religioso come il nostro, avrebbe trovato indegno lottare per nulla di meno. Qualsiasi insuccesso, riconducibile all’arroganza, oppure alla nostra incomprensione, oppure alla mancanza di disponibilità al sacrificio, ci infliggerebbe un grave dolore. Sia in patria che all’estero. Il progresso verso questi nobili obiettivi è costantemente minacciato dal conflitto, che ora sta travolgendo il mondo.

Esige tutta la nostra attenzione, assorbe la nostra stessa essenza. Affrontiamo un’ideologia ostile, Di portata globale, di carattere ateo, spietata negli scopi e insidiosa nei metodi. Purtroppo, il pericolo che rappresenta, promette di essere di durata indefinita. Per affrontarla con successo, c’è bisogno, non tanto dei sacrifici emotivi e transitori di una crisi, ma piuttosto quelli che ci permettono di portare avanti con costanza, sicurezza, e senza lamentele, i fardelli di una lotta lunga e complessa. C’è in gioco la libertà stessa. Solo così rimarremo sulla rotta tracciata verso la pace permanente e il miglioramento umano, nonostante qualsiasi provocazione.

Continueranno ad esserci crisi, grandi o piccole. Nell’affrontarle, a livello nazionale oppure estero, ci sarà la tentazione ricorrente di sentire che qualche azione spettacolare e costosa possa risolvere miracolosamente tutte le difficoltà attuali. Un enorme aumento di nuovi elementi del nostro sistema di difesa, lo sviluppo di programmi irrealistici per curare ogni male in agricoltura, Una drammatica espansione nella ricerca di base e applicata. Queste e molte altre possibilità, ciascuna forse promettente in sé, potranno essere suggerite come l’unico modo per percorrere la strada che desideriamo. Ma ogni proposta andrà soppesata alla luce di una considerazione più ampia, La necessità di mantenere l’equilibrio all’interno e tra i programmi nazionali.

Equilibrio tra economia privata e pubblica, equilibrio tra il costo e i vantaggi sperati, equilibrio tra ciò che è chiaramente necessario e ciò che è comodamente desiderabile, Equilibrio tra le nostre esigenze essenziali come nazione, e i doveri imposti dalla nazione all’individuo, Equilibrio tra le azioni del momento e il benessere nazionale del futuro. Una gestione assennata dovrà cercare un bilanciamento. La sua mancanza, alla fine porterà a squilibrio e frustrazione. La storia di molti decenni, prova che il nostro popolo e il suo governo, hanno, nel complesso, capito queste verità, e vi hanno risposto bene, anche di fronte alla minaccia e allo stress.

Ma sorgono costantemente minacce di nuovo tipo o grado. Ne cito solo due. Un elemento vitale per mantenere la pace è la nostra infrastruttura militare. Le nostre armi devono essere potenti, pronte per un’azione immediata. In modo che nessun potenziale aggressore possa essere tentato di rischiare la propria distruzione. La nostra organizzazione militare odierna, assomiglia assai poco a quella conosciuta da tutti i miei predecessori in tempo di pace, o persino dai combattenti della seconda guerra mondiale, o della guerra di Corea.

Fino all’ultimo dei nostri conflitti mondiali, gli Stati Uniti non avevano un’industria bellica.

I produttori americani di lame per gli aratri erano in grado, col tempo e secondo necessità, di costruire anche spade.

Ma non possiamo più rischiare l’improvvisazione d’emergenza nella Difesa Nazionale. Siamo stati costretti a creare un’industria bellica permanente di vaste proporzioni. A ciò si aggiungono tre milioni e mezzo di uomini e donne direttamente impegnati nel sistema della difesa. Ogni anno spendiamo solo per la sicurezza militare più del reddito netto di tutte le società degli Stati Uniti. Ora, la combinazione di un’immensa infrastruttura militare e di una grande industria bellica, rappresenta una novità nel vissuto americano. La sua complessiva influenza economica, politica, e anche spirituale, si fa sentire in ogni città, ogni parlamento statale, ogni ufficio del governo federale.

Riconosciamo l’assoluta necessità di tale sviluppo, tuttavia non dobbiamo mancare di comprendere le sue gravi implicazioni. Sono in gioco il nostro lavoro, le nostre risorse e i nostri mezzi di sussistenza, e persino la struttura stessa della nostra società.

Nella gestione del governo, dobbiamo guardarci dall’acquisizione di un’influenza ingiustificata, richiesta o non richiesta, da parte del complesso industriale militare. Esiste e continuerà ad esistere, il potenziale per la disastrosa ascesa di un potere mal riposto. Non dobbiamo mai lasciare che il peso di questa combinazione metta in pericolo le nostre libertà oppure i processi democratici. Non dovremmo dare nulla per scontato. Solo una cittadinanza vigile e informata, può costringere il corretto abbinamento dell’enorme apparato industriale e militare della difesa, con i nostri metodi e obiettivi pacifici, in modo che la sicurezza e la libertà possano prosperare insieme.

La rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni è stata simile in natura, e, in gran parte responsabile, dei radicali cambiamenti nella nostra struttura industriale bellica. In questa rivoluzione, la ricerca è diventata centrale. Diventa anche più formalizzata, complessa e costosa. Una porzione in costante aumento di tale ricerca è condotta dal governo federale, per il governo federale, oppure sotto la sua direzione. Oggi, l’inventore solitario, che armeggia per proprio conto, è stato messo in ombra dalle task force di scienziati che operano in vasti laboratori e siti di prova. Allo stesso modo, la libera università, storicamente sede delle libere idee e della scoperta scientifica, ha vissuto una rivoluzione nella conduzione della ricerca. In parte a causa degli enormi costi coinvolti, Un contratto governativo diventa, virtualmente, un sostituto, per la curiosità intellettuale.

Per ogni lavagna che c’era prima, ora ci sono centinaia di nuovi computer elettronici.

La prospettiva di una dominazione degli studiosi nazionali mediante bandi d’impiego federale, e il potere del denaro, sono fattori sempre più presenti, da considerare seriamente. Tuttavia, pur garantendo alla ricerca e alla scoperta scientifica il rispetto dovuto, dobbiamo anche stare attenti al pericolo uguale ed opposto, che la politica pubblica possa essa stessa diventare prigioniera di un’élite scientifica e tecnologica. È compito dello statista modellare, equilibrare ed integrare queste ed altre forze, vecchie e nuove, all’interno dei principi del nostro sistema democratico. Mirando sempre agli obiettivi supremi della nostra società libera.

Un altro fattore nel mantenere l’equilibrio, coinvolge l’elemento del tempo. Mentre scrutiamo il futuro della società, noi, voi ed io, e il nostro governo, dobbiamo evitare l’impulso di vivere solo per l’oggi, saccheggiando per nostra comodità e convenienza, le preziose risorse di domani. Non possiamo ipotecare i beni materiali dei nostri nipoti, senza rischiare la perdita anche del loro patrimonio politico e spirituale. Vogliamo che la democrazia sopravviva per tutte le generazioni a venire, per non diventare il fantasma insolvente di domani.

Durante la lunga corsa della storia che le resta ancora da scrivere, L’America sa che questo nostro mondo, sempre più piccolo, deve evitare di trasformarsi in una comunità spaventosa di paura ed odio, dev’essere invece una fiera confederazione di fiducia e rispetto reciproci. Dev’essere una confederazione di pari. I più deboli devono venire al tavolo della conferenza, con la stessa nostra fiducia, Protetti come siamo, dalla nostra forza morale, economica e militare. Quel tavolo, sebbene segnato da molte frustrazioni passate, non può essere abbandonato in cambio della sicura agonia del campo di battaglia. Il disarmo, con reciproco onore e fiducia, è un imperativo continuo.

Insieme, dobbiamo imparare a comporre le differenze, ma non con le armi, bensì con intelletto e dignitoso proposito. Poiché questo bisogno è così acuto, ed evidente. Confesso di cedere le mie responsabilità ufficiali in questo campo con un netto senso di delusione. In quanto persona che ha assistito all’orrore e alla persistente tristezza della Guerra, che sa che un’altra Guerra potrebbe distruggere completamente la civiltà, costruita tanto lentamente e dolorosamente nel corso di migliaia di anni, Vorrei potervi dire stasera che una pace duratura è in vista.

Fortunatamente, posso dire che la guerra è stata evitata. Sono stati compiuti progressi costanti verso il nostro obiettivo finale, Ma resta ancora tanto da fare.

Come privato cittadino, non smetterò mai di fare quel poco che posso per aiutare il mondo ad avanzare lungo quella strada.

Perciò, in questo mio ultimo commiato, vi ringrazio quale vostro presidente, per le tante opportunità che mi avete dato di offrire il mio servizio per il bene comune, sia in guerra, sia in pace. Confido che in tale servizio troviate alcuni contributi degni. Per quanto riguarda il resto, so che troverete modi per migliorare le prestazioni in futuro. Io e voi, miei concittadini, dobbiamo essere forti nella nostra fede. Affinché tutte le nazioni con la benedizione di Dio raggiungano la meta della pace con Giustizia. Che si possa essere sempre incrollabili nella devozione ai nostri principi. Sicuri di noi, ma al contempo con umiltà nella gestione del potere, e diligenti nel perseguimento dei grandi obiettivi della nazione. A tutti i popoli del mondo, esprimo ancora una volta le nostre aspirazioni incrollabili. Preghiamo che i popoli, e tutte le fedi, tutte le razze, tutte le nazioni, possano soddisfare i loro grandi bisogni umani. Che coloro che ora hanno opportunità, possano godersele appieno. Che tutti coloro che anelano alla libertà possano sperimentarne la benedizione spirituale. Che Coloro che hanno la libertà ne comprendano anche la sua pesante responsabilità. Che tutti coloro che sono insensibili ai bisogni degli altri imparino la carità. E che i flagelli della povertà, della malattia e dell’ignoranza possano scomparire dal mondo. E che a tempo debito, tutti i popoli giungano a vivere insieme, con una pace garantita dalla forza vincolante del rispetto e dell’amore reciproci.

Venerdì a mezzogiorno, diventerò un privato cittadino. Sono orgoglioso di farlo. Non vedo l’ora di farlo.

Grazie e buona notte.

Il contributo di Eisenhower al complesso industriale militare

Eisenhower, che, prima di diventare presidente, era stato comandante supremo delle forze alleate in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale. E’ stato lui a pianificare lo sbarco in Normandia che ha permesso agli alleati di liberare l’Europa dai nazisti.

Eisenhower apparteneva al Partito Repubblicano, come oggi Trump, e fu eletto dopo un lungo periodo di presidenti del Partito Democratico, tra cui Franklin Delano Roosevelt che portò gli Stati Uniti nella Seconda Guerra mondiale e Harry Truman, che era stato vicepresidente di Roosevelt e che lo aveva sostituito alla morte di quest’ultimo. Truman aveva autorizzato lo sgancio delle bombe atomiche sulle città giapponesi di Nagasaki e Hiroshima. Fu Truman a dare origine al regime di Guerra Fredda con l’Unione Sovietica e alla guerra di Corea. La sua presidenza si concluse sotto la nuvola di una serie di scandali dovuti alla corruzione delle persone intorno a lui e quindi decise di non proporsi per la rielezione al secondo termine.

Eisenhower, continuò lo sviluppo delle politiche socialiste avviate da Roosevelt ed espanse da Truman, nonostante la sua appartenenza al Partito Repubblicano. In termini militari. Eisenhower minacciò l’uso della bomba atomica per porre fine alla guerra in Corea qualora la Cina, che era entrata in campo direttamente, non avesse dato il proprio consenso ad un armistizio, nel 1955 fece approvare dal Congresso degli Stati Uniti una risoluzione che gli dava autorità ad intervenire militarmente qualora la Cina tentasse l’invasione di Taiwan. Inoltre diede un supporto importante ai francesi che stavano combattendo i vietnamiti in Indocina, sostenne i colpi di stato in Iran e Guatemala ed infine autorizzò l’invasione di Cuba, la cosiddetta Baia dei Porci, che si sarebbe poi sviluppata durante la successiva presidenza di John Fitzgerald Kennedy, nonostante quest’ultimo fosse contrario.

Vediamo quindi che, nonostante la sua posizione di denuncia, Einsehower, il cui vicepresidente era Richard Nixon, ebbe un ruolo determinante nello sviluppo del complesso industriale militare americano.

Vediamo ora la prima parte di un’intervista rilasciata qualche mese fa da Donald Trump al giornalista Tucker Carlson, che a quell’epoca lavorava ancora per Fox News. In questa intervista, credo la più importante rilasciata durante questo ciclo elettorale, Trump solleva la questione molto importante del nucleare. Nel video Trump menziona due parole che cominciano con la N e che sono entrambe proibite negli Stati Uniti. Una naturalmente è la parola negro, che è diventata completamente taboo, e la seconda, naturalmente, è la parola nucleare. Nel video parla anche di Rocket Man, il nomignolo dispregiativo affibbiato dai media americani a Kim Jong Un, leader supremo della Corea del Nord.

La prima parte dell’intervista di Trump

Jun 18, 2023

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[Tucker Carlson]

Buonasera, e benvenuti a Tucker Carlson, oggi affrontiamo una rara avventura fuori dallo studio, vi trasmettiamo da una Palm Beach umida e ventosa, in Florida. Proprio all’altro estremo dello specchio d’acqua alle mie spalle si trova la residenza di Mar a Lago. Vi abbiamo trascorso la giornata per parlare con l’ex presidente Donald Trump. Era la sua prima intervista da quando è stato citato in giudizio in un tribunale penale di Manhattan, esattamente una settimana fa. Il candidato repubblicano alla presidenza arrestato da un procuratore democratico per motivi politici. Non è mai successo nulla di simile, e volevamo sentire in prima persona l’uomo che l’ha vissuto. Abbiamo spaziato su tanti argomenti, con forte enfasi sulla politica estera. Una conversazione incredibile, davvero straordinaria. Ecco come è iniziata. Signor Presidente, grazie per averci ospitato.

[Donald Trump]

Grazie.

[Tucker Carlson]

La scorsa settimana lei si trovava a New York per questa accusa. Credo che sia rimasto per 57 minuti. Tutto il mondo lo ha visto. Non ha rilasciato un’intervista da allora. Ci racconti com’è stato.

[Donald Trump]

Beh, è stata una cosa orribile perché non ho fatto nulla di sbagliato, assolutamente nulla di sbagliato. Guardate anche gli esperti e gli analisti legali, come Greg Jarrett, tutte persone di vero talento, che stanno dicendo che non ho fatto nulla di sbagliato. Questa è la prima cosa. E la seconda cosa è che la gente è stata incredibile. Quando sono entrato in tribunale, che è anche una prigione in un certo senso, mi hanno fatto firmare.

E vi dirò, la gente piangeva. Le persone che lavorano nel tribunale professionalmente non hanno problemi a mettere in cella gli assassini, e vedono ogni genere di individui. È un posto decisamente duro. E piangevano. Stavano davvero piangendo. E hanno detto che erano dispiaciuti. Dicevano, ci rifaremo nel 2024, signore, nel 2024. E le lacrime scendevano dagli occhi. Non ho mai visto niente di simile a quelle persone, sono fenomenali.

Questi sono i nostri poliziotti. Queste sono le persone che lavorano al tribunale. Sono persone incredibili.

Molti di loro erano in lacrime o quasi. Molti si scusavano dicendo, mi dispiace, signore. Siamo spiacenti. Erano costretti a farmi compiere determinate azioni. E dicevano di non riuscire a credere di dovermi chiedere di svolgerle. Si vedeva. Quindi, in un certo senso, è stato bello perché loro lo capiscono. Ma in un altro senso, è disgustoso. Ho frequentato la Wharton School of Finance, ma questo non me l’hanno insegnato. Non c’era una classe in cui ci preparavano alla lettura delle accuse da parte di un giudice. Ed è stato un giorno triste per molti versi. E per molti versi, è stata una bella giornata perché la gente capisce, non sapevo che stesse succedendo, ma i numeri dei miei sondaggi sono andati alle stelle. La gente lo capisce. E anche le altre sono bufale, sapete, come la bufala delle scatole. Biden, ha 1850 scatole, e anche questa è una bufala. E poi quella di Atlanta, dove ho tenuto una telefonata perfetta.

Questa è tutta strumentalizzazione. Stanno strumentalizzando il nostro sistema giudiziario. E pensano che basti emettere un mandato di comparizione. Ma credo di essere molto conosciuto, e la gente lo capisce, e lo capisce davvero. Magari dispongo di una piattaforma più grande, quindi posso spiegarlo. Ma se sei qualcuno, un repubblicano, diciamo, in corsa per la carica, e ricevi un mandato di comparizione, potresti anche doverti dimettere, perché non sarai in grado di sopravvivere, e gli elettori non lo accetteranno. Gli elettori non lo accetteranno.

Quello che stanno facendo è strumentalizzare il sistema, e non c’è mai stato nulla di simile. E questa è tutta disinformazione. Guardate quello che è successo in Afghanistan, è una delle cose peggiori che abbia mai visto. Penso che sia stato il momento più imbarazzante che questo paese abbia mai vissuto, francamente, per il modo in cui siamo usciti, non per il fatto di essercene andati. Dovevamo andarcene. Era ridicolo essere lì.

E avevo impostato le cose in modo ottimale, con rigore e a nostro netto vantaggio. Ho parlato con il leader dei Talebani, Abdul. Ho detto, Abdul, se fai qualcosa, ti colpiremo molto duramente. E lo intendo alla lettera. E lui ha risposto, Ma allora, perché? Perché mi avete mandato una foto della mia casa? Ho detto, dovrai capirlo da solo, Abdul. Ma noi non abbiamo avuto un solo caduto in 18 mesi. Lui lo sapeva. Nemmeno un morto. E poi abbiamo visto il modo in cui ne siamo usciti, come se ci stessimo arrendendo, evacuando per primi i militari, lasciando sul terreno 85 miliardi di dollari di attrezzature, e rinunciando alla base di Bagram, che invece io avrei conservato anche dopo che ce ne fossimo andati. E questo non per l’Afghanistan, ma perché la base si trova a 1 ora da dove la Cina produce le sue armi nucleari. È una delle più grandi basi della nostra aviazione nel mondo, penso la più grande, con piste che arrivano alla lunghezza di tre chilometri. L’avrei tenuta in ragione della Cina, non dell’Afghanistan.

[Tucker Carlson]

Giusto.

[Donald Trump]

Invece hanno abbandonato tutto. Se ne sono andati nel buio della notte, lasciando le luci accese e abbandonando anche i cani, tra l’altro. Hanno abbandonato tutti i cani. E gli amanti dei cani, ce ne sono un sacco, e anch’io amo i cani, sanno cosa vuol dire. Hanno abbandonato i cani. Una delle prime domande che ho ricevuto è stata: “Che cosa ne hanno fatto dei cani?” Si trattava per lo più di pastori tedeschi. Li hanno abbandonati. Quello che hanno fatto e il modo in cui se ne sono andati è stato veramente orribile. Tutti sanno che hanno eseguito il loro piano.

Non aveva nulla a che fare con me. Anch’io mi sarei ritirato, ma ce ne saremmo andati con forza e dignità. E cosa è successo? Se ne sono andati e l’altro giorno ho sentito, che era stata colpa di Trump. Ah, certo. è stata colpa di Trump. Ho lasciato la Casa Bianca già da molto tempo, e mi sarei ritirato più velocemente di loro recuperando tutta l’attrezzatura.

Avremmo recuperato tutti i cittadini americani. Invece hanno lasciato degli ostaggi. Hanno lasciato indietro tanti americani. Penso che siano molti di più di quanti pensiate voi. E abbiamo avuto 13 soldati uccisi, e nessuno menziona mai il fatto che ce ne sono stati molti altri che sono rimasti gravemente mutilati. Senza braccia e senza gambe. Il loro volto è stato cancellato. Questo è il modo in cui Biden si è ritirato. Ne saremmo usciti con dignità e forza.

Stavamo per farlo. Ma avrei recuperato il 100% dell’attrezzatura. Dissi ai militari che volevo che recuperassero ogni chiodo, ogni vite, ogni tenda. Loro mi hanno risposto, signore, le tende sono molto difficili da portare fuori. E io gli ho detto, voglio le tende, voglio i carri armati, voglio gli aerei, voglio tutto.

E un paio di loro, come ad esempio Milley, mi hanno dato contro. Hanno detto che sarebbe stato più economico abbandonare tutta l’attrezzatura. E io gli ho chiesto: “Lascia che te lo chieda. Abbiamo un aereo che è costato 100 milioni di dollari. È lì in attesa. Tutto ciò di cui ha bisogno è una tanica di carburante, giusto? Datemi un po’ di carburante per aerei, lo porteremo in Pakistan o in qualsiasi altro posto, oppure lo faremo volare direttamente fino a casa.

Dici che sia più economico abbandonare un aereo da 100 milioni di dollari? E lui insisteva nel dire che pensava che nel complesso fosse più economico lasciare tutto. Questi sono gli idioti con cui abbiamo a che fare. Hanno abbandonato attrezzature per un valore di 85 miliardi di dollari. Si sono lasciati indietro i nostri concittadini americani e hanno evacuato l’esercito per primo, invece di farlo ritirare per ultimo. Ho fatto un gioco con un bambino di cinque anni. Ho spiegato la situazione e gli ho chiesto se avrebbe ritirato i militari per primi, oppure per ultimi. E lui ha risposto, per ultimi. Un bambino di cinque anni. Ma hanno ritirato i militari per primi, e quando ero alla Casa Bianca, i Talebani avevano paura dei nostri militari. Avevano paura.

Non abbiamo avuto un solo soldato ucciso in 18 mesi. Nessun soldato è stato ucciso in 18 mesi. E poi siamo scappati come se ci fossimo arresi. Penso che sia stato il giorno più imbarazzante nella storia del nostro paese. Ed è stata totalmente colpa dell’attuale amministrazione. Non hanno seguìto nulla del piano che gli avevamo lasciato per smobilitare. Ma i talebani, in particolare i talebani, erano al centro dell’azione. Quando ho chiamato Abdul, la stampa è impazzita. I media da fake news sono impazziti. Hanno voluto sapere perché avevo chiamato un nemico. Ho risposto che la gente era solita chiedere a Jesse James perché rapinava le banche. E lui rispondeva che era nelle banche dove si trovavano i soldi. Perché ho chiamato il capo dei talebani?

Perché era da lì che venivano le uccisioni. E adesso Abdul è al potere. Sono sicuro che io gli piaccio. Era solito chiamarmi Sua Eccellenza. Non so se chiami anche Biden Sua Eccellenza. Probabilmente adesso è uno dei più grandi trafficanti di armi al mondo. Stanno vendendo attrezzature per un valore di 85 miliardi di dollari perché a loro basta tenerne solo il 5%. Naturalmente stanno vendendo l’attrezzatura. Credo che siano uno dei più grandi trafficanti d’armi, credo il secondo. Elicotteri nuovi di zecca, aerei nuovi di zecca, carri armati nuovi di zecca. è incredibile quello che ci siamo lasciati alle spalle. Siamo fuggiti e non c’era motivo di farlo.

Li avevo in pugno. Avrei potuto rimanere lì per altri cinque anni se avessi voluto. Ma volevo andarmene. 21 anni erano stati abbastanza. Volevo andarmene. Non avremmo dovuto esserci andati in primo luogo. Ma quando vedo cosa succede, quando vedo il livello di stupidità, e proprio per questo, perché tutto è interconnesso, credo che Putin non sarebbe mai entrato in Ucraina se io fossi stato alla Casa Bianca. Ci siamo parlati spesso, e lui non l’avrebbe mai e poi mai fatto. Ma poi ha visto che io non c’ero, e ha visto questi sciocchi, questi individui stupidi, e ha visto il modo in cui se ne sono andati dall’Afghanistan, senza che nessuno venisse licenziato. Invece io ho licenziato molte persone, perché se non facevano un buon lavoro le licenziavo.

[Tucker Carlson]

Ha parlato con Putin dell’Ucraina. Cosa gli ha detto?

[Donald Trump]

Ho potuto vedere che lui l’amava.

[Tucker Carlson]

Che amava l’Ucraina.

[Donald Trump]

Ha detto che la considerava una parte della Russia.

[Tucker Carlson]

Sì.

[Donald Trump]

Ho detto, non finché io sono presidente. Abbiamo avuto un ottimo rapporto.

Considerate che io ero la cosa peggiore che gli fosse mai capitata. Avevo chiuso il suo gasdotto. Non avevate mai sentito le parole Nord Stream Due fino a quando non sono arrivato io. Nord Stream Due era il suo gasdotto, e ho avuto comunque un ottimo rapporto con lui, ma è stato molto difficile perché avevano imbastito una falsa indagine sulla Russia.

E lui mi ha detto, è molto difficile per noi trattare, non credi? Gli ho detto, è molto difficile perché abbiamo un’indagine falsa che si è rivelata falsa, ma che è andata avanti per due anni, altrimenti avremmo potuto fare ottime cose con la Russia. Hanno ottimi minerali. Hanno grandi cose che a noi servono e che potremmo avere avuto. E hanno bisogno di soldi, e di altre cose. Ma la falsa indagine ha interferito. è stata una cosa terribile. Ed è stata in realtà un atto di tradimento. Quelle persone avrebbero dovuto essere arrestate.

Se la sono inventata di sana pianta. Hanno inventato un problema con la Russia che non esisteva. Ora, tutti hanno ammesso che non esisteva. E siamo già passati alla prossima bufala. Mi hanno detto l’altro giorno, uno dei tuoi colleghi giornalisti mi ha detto, chi rappresenta il problema più grande, signore? È la Cina? Potrebbe essere la Russia? Potrebbe essere la Corea del Nord? Gli ho detto, no. Il problema più grande è all’interno. Sono queste persone perverse e radicali che operano dall’interno. Perché, se siamo intelligenti, possiamo gestire la Russia e la Cina. Io l’ho fatto. Ho sottratto miliardi e miliardi, centinaia di miliardi di dollari dalla Cina.

Nessun altro presidente le aveva preso mai nulla. E i cinesi mi rispettavano. Anche per Xi Jinping è stata la stessa cosa. Gli ho detto, non puoi andare a Taiwan. Non puoi farlo. Non vi riferirò esattamente quello che gli ho detto, ma era qualcosa che probabilmente a molte persone non sarebbe piaciuto se l’avessero sentito. Ma era un’affermazione molto drastica. Non andare a Taiwan. Se lo fai, avremo problemi. A parte questo, avremo un ottimo rapporto. Andremo alla grande. E quando gli ho detto che cosa avremmo fatto se fosse andato, mi ha detto che non credeva che lo avremmo fatto. E gli ho giurato che lo avremmo fatto.

E lui all’inizio non mi credeva, ma alla fine gli ho chiesto di credermi anche solo al 10%. La stessa cosa è successa con Putin. Gli ho detto che, se fosse andato in Ucraina, avrei fatto qualcosa di veramente brutto. E lui mi ha detto che non lo avrei fatto. E gli ho invece assicurato che lo avrei fatto. E lui non mi credeva, ma gli ho chiesto di credermi solo al 10%. E il 10% è bastato. Non avete mai sentito parlare d’invasione dell’Ucraina o di Taiwan, fino a quando non me ne sono andato. Adesso, invece, vedete in che caos si trova il mondo. Che gran caos.

[Tucker Carlson]

Oggi siamo andati a Mar a Lago per intervistare l’ex presidente sul suo recente arresto da parte di un procuratore del Partito Democratico. Ma una volta seduti, abbiamo finito per parlare soprattutto di politica estera. Per un uomo che è stato caricaturato come un estremista, pensiamo che troverete che ciò che ha da dire è moderato, sensato e saggio. Dopo questa pausa, vedremo qual è la più grande paura di Donald Trump per l’America, un argomento di cui non si parla quasi mai. Riprenderemo tra poco.

Siamo sotto il cielo ventoso di West Palm Beach. Siamo qui per intervistare Donald Trump, ex presidente e ora candidato primario alla presidenza per il Partito Repubblicano. Mentre il resto di noi ha trascorso gli ultimi due anni e mezzo a discutere sul razzismo sistemico, sui diritti dei trans, su altri concetti effimeri, e su altre cose immaginarie, la posizione dell’America a livello globale si è erosa tanto velocemente da sfidare qualsiasi immaginazione. Ma Donald Trump ha notato che le cose sono davvero cambiate da quando ha lasciato l’incarico. E questo è l’argomento della prossima parte della nostra conversazione. Eccola.

Lei ha detto all’epoca in cui era presidente, che andare in guerra contro la Russia, che fosse guerra reale o guerra fredda, avrebbe spinto la Russia ad allearsi con la Cina. Questo ci avrebbe fatto perdere la nostra posizione di superpotenza predominante.

[Donald Trump]

L’ho detto, ma abbiamo un problema più grande. Il problema più grande sono le armi. Le armi oggi sono così potenti. Non è come nella Seconda Guerra Mondiale, dove avevamo i carri armati dell’esercito che correvano sparandosi l’un l’altro. Oggi abbiamo armi che il mondo non ha mai visto prima. Le hanno loro e le abbiamo noi, mentre la Cina è un po’ più indietro, ma entro cinque anni, anche la Cina sarà pari a noi. Sto parlando delle armi nucleari. La Cina è all’inizio del percorso che la porterà a diventare una superpotenza nucleare. Le mancano solo cinque brevi anni. Hanno iniziato con molto ritardo, mentre la Russia dispone di armi che sono paragonabili alle nostre. Armi di una potenza enorme. Colossale.

[Tucker Carlson]

Più di quanto la gente si renda conto?

[Donald Trump]

Più di quanto la gente si renda conto.

[Tucker Carlson]

Lei è rimasto sorpreso?

[Donald Trump]

Consideriamo Hiroshima e consideriamo Nagasaki, torniamo a quei due eventi che sono accaduti molti, molti anni fa, e moltiplichiamone la potenza di 500 volte. Ecco di che cosa sto parlando. Le bombe usate in Giappone erano letteralmente in grado di fondere il granito. Il granito non si scioglie nemmeno con la fiamma ossidrica.

[Tucker Carlson]

Sì.

[Donald Trump]

Ma con le bombe usate all’epoca, il granito diventava come acqua e quando si osservano le aree di granito dopo l’esplosione, vediamo che la roccia si era liquefatta e poi si era nuovamente indurita e oggi appare come una pista di pattinaggio sul ghiaccio. Quelle bombe scioglievano il granito, ma quelle di oggi sono 500 volte più potenti. Questo è ciò di cui sto parlando. Sento la gente parlare del riscaldamento globale, e dice che l’oceano si alzerà nei prossimi 300 anni di tre millimetri, e ne parlano come se questo fosse il nostro problema esistenziale.

Il nostro grande problema è il riscaldamento nucleare e nessuno ne parla. In molti casi, gli ambientalisti parlano di tutte queste altre sciocchezze. Anch’io credo di essere un ambientalista, a modo mio, perché ho fatto un buon lavoro con l’ambiente. Ma. Nessuno parla di nucleare. Il problema, Il problema che abbiamo, il problema più grande che abbiamo in tutto il mondo, non è il riscaldamento globale. È il riscaldamento nucleare. E tutto ciò che serve è un singolo pazzo, E avremo un problema del calibro di cui il mondo non ha mai visto. Ed è solo questione di secondi. Non devi aspettare da due a 300 anni perché accada.

[Tucker Carlson]

Quello che sta dicendo è dimostrabilmente vero.

Perché non è qualcosa di cui parlano i nostri leader oppure la stampa?

[Donald Trump]

Perché non penso che siano intelligenti. Non credo che lo capiscano. Putin l’ha capito. Ne parlavo con lui tutto il tempo. Non ho mai menzionato la parola nucleare. Non mi avete mai sentito menzionare quella parola in pubblico. Mio zio, il Dr. John Trump, è stato un grande professore al MIT per molto tempo. Penso che abbia tenuto la cattedra più a lungo di chiunque altro. E parlava di molte cose diverse. Per anni, per me è stato molto interessante. Parlavo con lui prima che morisse. È stato un grande gentiluomo. Penso che sia stato il professore di ruolo più longevo nella storia del MIT. Ma se non lo è stato, ci è andato molto vicino, perché è rimasto in carica per quasi 40 anni. E parlavamo di diverse cose, e lui, un giorno, mi ha detto: sai, avranno una valigia, e quella sarà una valigia nucleare. E con quella singola valigia potrai radere al suolo New York City. E io dissi, zio John, questo non può essere vero.

Ma in realtà, la potenza è così incredibile, che si può alimentare un sottomarino e farlo funzionare per anni con una semplice tavoletta di materiale nucleare. Funzionerebbe per anni senza doversi ricaricare. Quindi, quando parliamo di guerra, guardo tutte le persone che parlano dell’Ucraina e ci dicono di come l’Ucraina stia facendo questo e quello.

Ma, in realtà, la Russia ci sta andando molto leggera e, ciò nonostante, sta obliterando l’Ucraina, senza dover nemmeno scomodare l’argomento del nucleare. Ma supponiamo che non fosse così. Supponiamo che noi stessimo andando meglio del previsto nella conduzione del conflitto. Se la Russia decidesse di usare la sua seconda forma di distruzione, vale a dire il nucleare, questa sarebbe la fine. Tu lo capisci bene, e conosco la tua posizione sull’Ucraina, e perciò lo capisci meglio della maggior parte delle persone. Ma la maggior parte della gente non ne parla nemmeno. Non parlano del fatto che la Russia dispone di una capacità di distruzione nucleare pari a quella degli Stati Uniti. E mentre osservo tutto quello che sta succedendo, mi rendo conto che la situazione è molto triste.

[Tucker Carlson]

Ma posso chiederle, la gente che lavora per Biden conosce il potere delle armi nucleari. Sono loro che ora controllano il nostro arsenale. Ma non sembrano preoccupati per questo.

[Donald Trump]

Questo perché non capiscono la vita. Non capiscono nulla che sia necessario capire. È molto interessante. All’inizio, Biden aveva molta paura del nucleare. Lo osservavo nei suoi discorsi, e diceva, loro hanno armi nucleari, che era esattamente il segnale sbagliato da inviare. Non è una cosa che si dice. Ma se tornate indietro e guardate le vostre registrazioni, vedrete che Biden diceva che non potevamo farlo perché i russi hanno armi nucleari. E quello non è il modo giusto di comportarsi. Ma appariva chiaro che Biden aveva molta paura del nucleare.

E io mi sono detto, devi apparire più sicuro di te. Ma quello che è successo è che ora nessuno ne parla, e invece Putin ne parla ogni giorno, altre persone ne parlano ogni giorno, e ora, all’improvviso, se guardate, altri paesi stanno parlando di procurarsi armi nucleari. Questo è un argomento proibito nei discorsi politici. Ci sono due parole vietate che cominciano entrambe con la N. E non bisogna menzionare nessuna delle due. La parola nucleare non va menzionata perché il potere è distruttivo oltre ogni immaginazione. Ho incontrato diversi professori al MIT e Mi stavo preparando per un dibattito. Non direi che è stata una lunga preparazione, ma volevo parlare del nucleare perché lo considero la più grande minaccia che il mondo abbia, molto più grande del riscaldamento globale. Di gran lunga la più pericolosa.

E ho convocato queste persone che erano molto intelligenti, molto esperte, e ho chiesto loro: “Quando si comincia a parlare di nucleare in un dibattito, come lo gestireste?” Ed essi mi hanno guardato, e uno in particolare ha detto:” Signore, non se ne può parlare. Non se ne può parlare. E io ho risposto: “Che cosa significa?” E lui ha detto: ” È così potente, è così distruttivo che non se ne può parlare. Ho capito esattamente cosa voleva dire, e abbiamo evitato l’argomento per la maggior parte del tempo. Ma ora Putin lo menziona continuamente.

Noi non lo menzioniamo, ma Putin lo menziona sempre. Non molto tempo fa, gli ho sentito dire che la Russia è una potenza nucleare. Ed io mi sono detto, che era la prima volta che ne sentivo parlare da parte di una nazione primaria. Per parte mia, ho fatto un buon lavoro, anzi ho fatto un ottimo lavoro con la Corea del Nord e con Kim Jong Un. Tu sei venuto con me in un viaggio e lo hai insultato, il che non mi ha reso la vita troppo facile, ma va bene così.

Ma tu eri lì, eri uno dei pochi. Ed è stato fantastico, dev’essere stata una delle esperienze più incredibili anche per te, ne sono sicuro, ma è stato fantastico. Avevamo migliaia di giornalisti. E nemmeno i Nord Coreani ci hanno trattato particolarmente bene, tra l’altro, ma sono andato molto d’accordo con loro. Eppure il contatto era iniziato con grande difficoltà. Ricordate Rocket Man? Il piccolo uomo razzo. E lui mi disse, ho un pulsante sulla mia scrivania, un pulsante rosso. E io gli ho risposto, anch’io ho un pulsante rosso sulla mia scrivania. E il mio è più grande del tuo, e il mio funziona, mentre il tuo no. E questa situazione è andata avanti per un paio di mesi, e poi all’improvviso, si è sbloccata e voleva incontrarmi.

E ci siamo incontrati, e andiamo molto d’accordo. Fino ad oggi, siamo andati molto d’accordo. Non parlerà con Biden. Non parlerà nemmeno con queste altre persone. Non vuole nemmeno sentirlo al telefono. Non lo rispetta affatto, perché Biden non rispetta lui. Non era nemmeno disposto a parlare con Obama che ha cercato di fissare incontri con lui. Ma Kim Jong Un non voleva incontrarlo. Tuttavia ha incontrato me. L’ho incontrato due volte. Avrei fatto in modo di elaborare un accordo con lui. Dispone di un’enorme capacità nucleare. Questo è il singolo problema più grande. Forse questa intervista è più importante di quanto pensassi, perché qualcuno deve capire cosa deve succedere, e devono frenare il conflitto.

[Tucker Carlson]

Quindi, come lo farebbe ora?

[Donald Trump]

Bene, adesso abbiamo un problema. Questo pazzo mondo sta esplodendo e gli Stati Uniti non hanno assolutamente alcuna capacità d’intervenire. E Macron, che è un mio amico, è finito a leccare i piedi alla Cina. Mi sono detto, la Francia ora si sta spostando verso la Cina. Date un’occhiata all’Arabia Saudita. Guardate cosa è successo. Sono persone fantastiche. Volevano aiutarci. Biden arriva e lo saluta a pugno chiuso invece di stringere la mano. Sai cosa significa un saluto a pugno chiuso? Significa non stringermi la mano perché le tue mani sono sporche. Gli arabi l’hanno capito, e ne sono rimasti insultati. Lo capite?

[Tucker Carlson]

Sì.

[Donald Trump]

Non voleva stringergli la mano e quindi ha fatto pugno contro pugno. 

Considerazioni sulle intenzioni di Trump

L’intervista di Trump mostra che è allineato con la fazione “realista” della politica americana, che è molto forte nel suo partito e che trova il suo esponente di primo piano in Henry Kissinger. Tale fazione considera l’attuale guerra in Ucraina come una perdita di tempo e un rischio inutile, e denuncia il fatto che sta rinsaldando l’alleanza tra Russia e Cina che proprio Kissinger, durante la presidenza di Richard Nixon, era riuscito a infrangere.

Ne consegue che la priorità di Trump sia di rivolgere l’attenzione alla Cina, impedendole d’invadere Taiwan, magari usando la minaccia nucleare come lascia intendere di aver già fatto in relazione all’Ucraina nei confronti della Russia e della stessa Cina quando è stato presidente.

La focalizzazione sulla Cina si mostra anche quando dichiara che, pur volendosi ritirare dall’Afghanistan, Trump avrebbe mantenuto la base militare di Bagram perché prossima agli impianti di fabbricazione delle armi nucleari dei cinesi.

Trump sottolinea correttamente che il problema degli Stati Uniti è interno e che il degrado della posizione americana nel mondo va unicamente imputato ai suoi politici e ai suoi leader militari. In questo senso critica Mark Milley, l’attuale capo di stato maggiore delle forze armate americane. Si dimentica tuttavia che è stato proprio lui a nominare Milley e a lasciarlo al suo posto dopo che gli si era già rivoltato contro.

Nello spazio Nuovo Ordine Mondiale di MazzoniNews vediamo in che modo Milley ha tradito Trump.

Trump sottolinea anche correttamente che la potenza degli ordigni nucleari disponibili nel mondo oggi è un argomento che dovrebbe sollevare grande preoccupazione ed essere al centro del programma politico di un presidente degli Stati Uniti. Le sue azioni nel corso della sua presidenza sono tuttavia in netto contrasto con la sua posizione attuale: è stato Trump ad aumentare notevolmente la spesa per gli armamenti, ed è stata la sua presidenza a ritirare gli Stati Uniti dal trattato New Start per la non proliferazione delle armi nucleari strategiche, quelle di cui Trump parla nell’intervista.

Il trattato era stato siglato a Praga nel 2010 e Trump aveva dichiarato il ritiro degli Stati Uniti nel maggio del 2020. Il trattato era stato ripristinato da Biden nel 2021 per altri cinque anni dopo essersi insediato alla presidenza, ma Vladimir Putin aveva avviato il ritiro dei russi nel 2022, un anno dopo aver invaso l’Ucraina. Trump aveva motivato il ritiro con l’argomentazione che voleva un trattato migliore, che tuttavia non fu mai realizzato.

Potrebbe essere che, questa volta, se rieletto, Trump abbia una posizione più decisa in tal senso. Più volte nelle sue campagne elettorali si è presentato come un successore del presidente Ronald Reagan che ebbe il merito di avviare gli accordi di smantellamento delle armi nucleari strategiche con l’Unione Sovietica. Una decisione che contribuì a porre fine alla Guerra Fredda e che avviò un periodo di maggiore crescita e stabilità nel mondo e, in particolare, in Europa.

Interessante notare che Trump allude a una nuova forma di energia nucleare che permetterebbe di alimentare un sottomarino per anni con una semplice tavoletta di materiale fissile, senza il bisogno di ricaricarlo.

Nel prossimo video vedremo la seconda parte dell’intervista di Trump.

Roberto Mazzoni

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