Deep State: finanzieri, spie, mafiosi, editori e pedofili – parte 1 – MN #232

In questo primo video di una serie di tre vediamo un’intervista rilasciata da Whitney Webb, l’autrice americana che ha realizzato un’opera monumentale dedicata soprattutto al deep state americano. Intitolato “A Nation Under Blackmail”, una nazione sotto ricatto, è diviso in due volumi per un totale di 1000 pagine piene zeppe di nomi e dettagli.

Dopo aver rapidamente esplorato le origini storiche del deep state, nei video 230 e 231, e dopo aver esplorato l’origine dell’attuale sistema finanziario globalista nei video 222 e 223, veniamo al presente e analizziamo come è composta la struttura operativa del cosiddetto deep state o stato profondo, che rappresenta un’organizzazione transnazionale, vale a dire superiore a qualsiasi governo, e al servizio di sé stessa e di una sorta di governo ombra mondiale.

In questa prima intervista, Whitney Webb parla naturalmente di Jeffrey Epstein che rappresenta uno degli esempi più famosi delle persone che operano in questo mondo, ma parla diffusamente anche di Robert Maxwell, famoso magnate dell’editoria britannica, profondamente legato al mondo dei servizi segreti di numerose nazioni, e padre della famosa Ghislaine Maxwell, che è stata condannata negli Stati Uniti per aver adescato le vittime sessuali per conto di Epstein e che, al momento, sta scontando una pena di 20 anni in una prigione di bassa sicurezza della Florida.

Ghislaine Maxwell, che ora ha 61 anni, è stata condannata nel dicembre 2021 da un tribunale federale di New York per traffico sessuale di minori, trasporto di minori al fine di partecipare in attività criminali di tipo sessuale e altri tre reati di associazione a delinquere. L’accusa aveva sostenuto che la Maxwell have a cospirato insieme ad Epstein per creare un sistema con cui adescare le giovani ragazze minorenni e farle partecipare a rapporti sessuali dal 1994 al 2004, operando negli stati di New York, Florida, Nuovo Messico e le Isole Vergini. Lo stesso Epstein aveva abusato di loro con l’aiuto della Maxwell, che talvolta aveva anche partecipato personalmente all’abuso sessuale. La condanna è stata confermata in appello nel giugno 2022. Interessante notare che nel maggio di quest’anno è stata trovata morta a West Palm Beach in Florida la testimone chiave che aveva portato alla condanna della Maxwell nel 2021. La ragazza aveva 33 anni e si chiamava Carolyn Andriano. Aveva convito la giuria che Epstein aveva abusato di lei tre volte quando era ancora minorenne e che gli incontri sessuali venivano programmati dalla Maxwell.

La polizia ha chiuso il caso affermando che si sia trattato di un’overdose accidentale di droga, ma la madre afferma che la ragazza aveva smesso di drogarsi da qualche tempo ed era pronta a trasferirsi in un altro stato assieme al suo nuovo marito e ai figli, e sta facendo pressione per riaprire il caso, insieme ad altre persone che avevano seguito il processo della Maxwell da vicino.

Sappiamo che Jeffrey Epstein è stato dichiarato morto per suicidio nella sua prigione di New York nell’agosto del 2019.

Torniamo all’intervista di Whitney Webb in cui si parla del padre di Ghislaine, vale a dire Robert Maxwell. Il suo vero nome originale era Jan Ludvick Hoch, ed era un ebreo di origini cecoslovacche che, al momento dell’espansione nazista, era fuggito in Gran Bretagna come parte dell’esercito cecoslovacco in esilio e aveva adottato il nome di Robert Maxwell su consiglio dei suoi superiori nell’esercito britannico.

In seguito si ritiene che l’intera famiglia di Robert Maxwell sia stata uccisa nell’Olocausto, ma Whitney Webb ci spiega nel suo primo libro che, sfruttando i propri contatti con il servizio segreto inglese, l’MI 6, per cui aveva servito durante la guerra, Maxwell era riuscito a pore le basi per costruire un impero mediatico. Glenn Beck, giornalista indipendente americano che conduce l’intervista della Webb, lo paragona a William Randolph Hearst, il magnate americano che aveva costruito un impero mediatico basato su giornali scandalistici e notizie sensazionali, spesso esagerate se non proprio inventate.

Oltre che per l’MI6, Maxwell aveva sviluppato rapporti con Allen Dulles il primo direttore della CIA, fortemente coinvolto nel riciclaggio su vasta scala di nazisti dopo la Seconda Guerra Mondiale e, in seguito, aveva sviluppato anche rapporti con il servizio segreto sovietico, il KGB, e il servizio segreto israeliano, il Mossad per cui ha lavorato per gran parte della sua vita.

Il Mossad usava l’impero mediatico di Maxwell per accedere a imprenditori e politici di primo piano in Europa. Pochi anni dopo essere stato reclutato dal Mossad, Maxwell fu eletto come parlamentare del partito laburista, la sinistra britannica, ma finì per perdere sia la posizione in parlamento sia il suo impero mediatico dopo qualche anno, a seguito di un’operazione finanziaria andata male. Si dedicò quindi a riconsolidare il proprio controllo su una complessa rete di aziende, fondazioni e fondi fiduciari che si estendevano ben oltre il solo mondo mediatico.

Costruì così un network di contatti con personaggi molto influenti tra cui il primo ministro britannico Margaret Tatcher, Shaul Eisenberg, il più grande trafficante d’armi israeliano, Edmund Safra un banchiere libanese di religione ebraica e che ha operato ai massimi livelli della finanza, Herny Kissinger e George H. W. Bush che all’epoca faceva parte dell’amministrazione di Richard Nixon e che sarebbe in seguito diventato capo della CIA, vicepresidente di Ronald Reagan e infine presidente degli Stati Uniti.

Fu proprio George Bush senior a organizzare, durante il secondo termine della presidenza di Ronald Reagan, l’operazione Iran Contra, che dal 1981 al 1986 aveva organizzato la vendita sotto-banco di armi all’Iran che era già una nazione ostile agli Stati Uniti, per finanziare segretamente i Contras, un gruppo di ribelli che si opponevano al governo di sinistra del Nicaragua. Il Congresso americano aveva espressamente vietato il finanziamento dei Contras con soldi americani e quando scoppiò lo scandalo, Reagan se ne prese la responsabilità sebbene fosse stato mantenuto all’oscuro della vicenda. Secondo Whitney Webb, Robert Maxwell aveva partecipato a questa operazione insieme allo stato d’Israele che si era proposto come intermediario nei confronti dell’Iran per il rilascio di sette ostaggi americani catturati in Libano.

Fece anche favori al boss dei boss della mafia russa, Semion Mogilevich, un russo di origini ucraine che è riuscito a portare diverse delle sue aziende mafiose negli Stati Uniti usando passaporti rilasciati dallo stato di Israele per intermediazione di Maxwell.

I suoi legami con il Mossad divennero sempre più profondi grazie anche il suo legame personale con Yitzhak Shamir, primo ministro israeliano dal 1983 al 1992, la cui famiglia era stata uccisa nell’olocausto, fatto di cui Shamir incolpava gli Stati Uniti perché non avevano appoggiato il trasferimento degli ebrei in Palestina prima della Seconda Guerra Mondiale.

Shamir era di origini polacche e, prima di diventare primo ministro, era stato capo di un gruppo terrorista sionista il Lehi, che uccise, sotto il suo comando, 43 persone tra cui diversi alti funzionari del governo britannico, infatti il Lehi combatteva contro l’esercito britannico che proteggeva la Palestina, al fine d’imporre la formazione di uno Stato di Israele.

Durante il governo di Shamir, lo stato di Israele progettò il più sfacciato attacco informatico ai danni degli Stati Uniti e di quasi tutti i principali governi, aziende, istituzioni finanziarie e accademiche del mondo occidentale. Robert Maxwell giocò un ruolo fondamentale in questa operazione favorendo la vendita di un software inzialmente sviluppato dalla NSA, la National Security Agency, statunitense, ma poi modificato da Rafi Eitan, il capo del servizio di spionaggio scientifico israeliano, in modo da aprire una porta segreta per le spie israeliane in tutti i sistemi informatici in cui il software veniva installato.

La modifica al software fu eseguita da un americano che lavorava per la CIA e che produsse due versioni del software modificato, una per Israele con cui spiare i governi e le agenzie di intelligence degli altri paesi che adottavano il software, e una che la CIA avrebbe utilizzato per condurre spionaggio finanziario e operazioni di riciclaggio del denaro.

Con l’aiuto del Mossad, Robert Maxwell espanse il suo impero mediatico e prese la gestione di una fitta rete di aziende israeliane che, in realtà, erano società di facciata del Mossad. Alla fine era prossimo al fallimento per cattiva amministrazione dei fondi, e fu trovato morto annegato vicino al suo yacth e si dichiarò che fosse caduto in acqua accidentalmente.

Nell’intervista, Whitney Webb parla anche della Bank of Credit and Commerce International, una banca internazionale fondata dal banchiere pachistano Agha Hasan Abedi, in seguito condannato per uno dei più grandi scandali finanziari della storia. La sua banca, tuttavia, era stata usata dai sauditi per facilitare il riciclaggio di denaro usato dalla CIA per le proprie operazioni segrete.

Nel video si parla anche di Edgar Hoover, il fondatore della FBI e suo direttore per lunga data, che aveva fatto del ricatto dei politici americani un’arte sopraffina.

Si parla anche di Alan Dershowitz, famoso avvocato americano che aveva difeso Jeffrey Epstein nel suo primo processo.

Si cita anche Ron Brown, segretario per il commercio durante la prima presidenza di Bill Clinton che morì in un incidente aereo molto sospetto, attribuito all’errore del pilota. Quando i patologi esaminarono i resti del suo corpo, notarono una ferita circolare alla testa. Si sospetta che sia stato ucciso per quello che sapeva sul China Gate.

Il Quinto Emendamento della costituzione americana consente alle persone accusate di non testimoniare contro se stesse.

Una nazione sotto ricatto

[Glenn Beck]

Benvenuta. Sono un grande appassionato del tuo lavoro. Ritengo che tu ti sia occupata di alcune delle storie più importanti che abbia mai sentito in tutta la mia vita.

[Whitney Webb]

Grazie.

[Glenn Beck]

E ti esprimi in modo così chiaro in tutte queste storie, la maggior parte delle quali non troverebbero mai risposte. Sono tutte le storie che i grandi e potenti vogliono nascondere, non vogliono che noi si veda cosa sta realmente succedendo. Ed è molto frustrante perché appare chiaro che queste cose stanno accadendo e dovrebbero essere discusse. Ti sei mai preoccupata per la tua sicurezza?

[Whitney Webb]

No. E la ragione per cui dico questo è perché penso che molto di ciò che stiamo affrontando sia una battaglia di energia spirituale, credo che la si possa definire così. E penso che se hai paura di queste persone, concedi loro potere su di te. E penso che l’unico modo per vincere questa battaglia sia davvero mantenere una totale dedizione nei confronti di ciò per cui stai combattendo, che sarebbe il bene dell’umanità.

[Glenn Beck]

Complimenti. Quanti anni hai?

[Whitney Webb]

33.

[Glenn Beck]

Scrivi e pensi e parli come se ne avessi 80. E se fossi al tempo stesso molto saggia.

[Whitney Webb]

Grazie.

[Glenn Beck]

Devi aver avuto buoni genitori. Ok, voglio parlarti, se possiamo, per la prossima ora. Voglio coprire diversi argomenti come Bitcoin, se ci puoi dare qualche ragguaglio, e poi di giornalismo, di transumanesimo, di ESG, e del World Economic Forum. Non saremo in grado di trattare appieno tutti gli argomenti, ma dobbiamo iniziare con Jeffrey Epstein perché il modo in cui hai scritto di lui, ci collega a un intero mondo di corruzione. È una sorta di Stele di Rosetta.

[Whitney Webb]

Sì. Penso che sia una specie di pietra dello scandalo, qualcuno che aveva davvero, immagino per mancanza di una metafora migliore, le mani in pasta ovunque.

[Glenn Beck]

Giusto.

[Whitney Webb]

Quindi è stato al centro di molti scandali, ma non necessariamente al vertice. Penso che fosse semmai un gestore di livello intermedio, in un certo senso, ma molto centrale in molte delle vicende che accadono in quel tipo di reti in cui viveva e che sono coinvolte in numerosi atti di corruzione contemporaneamente. Era coinvolto in molti di questi atti e di queste reti, ma non necessariamente ai massimi livelli.

[Glenn Beck]

Era dunque una spia?

[Whitney Webb]

Penso che avesse sicuramente connessioni con l’intelligence, e ci sono molti elementi che lo suggeriscono. Uno dei primi indizi di cui abbiamo sentito parlare sia venuto dal Segretario del lavoro, Alex Acosta, nominato da Trump, che ammise che uno dei motivi per cui era stato spinto ad offrire ad Epstein un accordo molto vantaggioso durante il suo primo arresto in Florida, fu perché gli era stato detto, da attori non specificati, che Epstein apparteneva all’intelligence. Ma non è chiaro che cosa significhi esattamente. Era un agente esterno? Oppure era sul libro paga e di quale agenzia di intelligence? Più d’una? Nel momento in cui, nell’insieme, hai la sua stretta associazione con una persona come Ghislaine Maxwell il cui padre aveva affiliazioni con numerose agenzie di intelligence, questa diventa davvero una domanda legittima.

[Glenn Beck]

Leggendo il tuo lavoro su di lui capiamo che Robert Maxwell era una sorta di cattivo ragazzo, spiegaci chi era.

[Whitney Webb]

Robert Maxwell era stato coinvolto in molte cose, ma sicuramente ha giocato un ruolo importante nel minare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti vendendo software difettoso ai laboratori nucleari statunitensi. E, in questo, fu assistito direttamente da statisti che sono molto conosciuti nella storia degli Stati Uniti come, per esempio, Henry Kissinger. E credo che molte delle persone che lo hanno permesso, per lo meno negli Stati Uniti, tendono ad essere quelli che favoriscono un governo globale. E, in un certo senso, non vogliono che gli Stati Uniti abbiano quel tipo di monopolio sul potere, perché tutta la famiglia di Maxwell era stata uccisa nell’Olocausto.

[Glenn Beck]

Giusto, giusto. Quindi lui si trovava in Occidente, in Inghilterra. Era sopravvissuto all’olocausto ed era diventato una specie di William Randolph Hearst dell’Inghilterra.

[Whitney Webb]

Sì, un magnate dei media. Certo.

[Glenn Beck]

E poi ha tradito l’Occidente. E questo non perché fosse dalla parte sovietica. Era forse a favore della creazione di un governo globale?

[Whitney Webb]

Beh, penso che si debba guardare a come questa rete si sia evoluta nel tempo. Robert Maxwell era molto vicino al blocco orientale. Aveva un rapporto molto stretto con figure del KGB e anche dell’intelligence bulgara. Aveva anche rapporti con l’intelligence britannica ed israeliana, ed era infine coinvolto in aspetti di ciò che in seguito divenne noto come l’operazione Iran Contra, che, naturalmente, coinvolgeva aspetti che riguardavano l’intelligence degli Stati Uniti. Quindi, aveva le mani in pasta ovunque. E penso che alla fine, le persone come lui siano interessate a qualsiasi accordo che possa accrescere il loro denaro, il loro potere e la loro influenza. Quindi Robert Maxwell era molto interessato a trasformare la sua famiglia in una dinastia di potere politico, alla pari della famiglia Kennedy. E questo è parte del motivo per cui ha iniziato a trasferirsi a New York City, circa un anno o due prima di morire. E Ghislaine Maxwell fu mandata a New York proprio come suo emissario negli Stati Uniti. E lui voleva che lei sposasse un Kennedy, il che, è anche confermato dai resoconti dei media mainstream dell’epoca. E si possono vedere i suoi sforzi per avvicinarla, credo, a uno dei figli di Robert Kennedy e anche a John Fitzgerald Kennedy junior nel tentativo di farla entrare in quello strato sociale, perché in qualche modo lo vedeva come un mezzo per accrescere il proprio potere e anche quello dei suoi figli. E se guardiamo a gran parte della psicologia di Robert Maxwell, sembra che abbia avuto elementi narcisistici, il che potrebbe essere dovuto al trauma del suo passato. E, molte volte, i genitori narcisisti vedono i propri figli come estensioni di se stessi. Quindi stava cercando di costruire un impero e usava i propri figli a tal scopo. E lo vediamo anche nella psicologia di Ghislaine Maxwell.

[Glenn Beck]

Quindi Ghislaine ha fatto parte del piano di Epstein fin dal principio, oppure era una brava ragazza, piena di ideali, venuta negli Stati Uniti sapendo che il padre voleva metterla in posizioni di potere, ma che non aveva intenzione, inizialmente, di fare shopping di donne.

[Whitney Webb]

Penso che sia molto più complicato di così. Bisogna guardare alla sua storia giovanile. Il figlio prediletto di Robert Maxwell era, in origine, Michael Maxwell, che tuttavia finì in uno stato vegetativo dopo un incidente d’auto, credo all’età di 15 anni. E questo accadde pochi giorni dopo la nascita di Ghislaine. I suoi familiari e lei stessa hanno attestato che lei fosse stata praticamente trascurata per i primi tre anni della sua vita e che aveva persino sviluppato un’anoressia infantile, e cose del genere. E poi, pochi anni dopo è diventata la figlia prediletta. Quindi è passata dall’avere questa completa mancanza di attenzione dei genitori, all’essere letteralmente inondata di premure da Robert Maxwell e questo ovviamente produce un impatto psicologico sulle persone. E inoltre, è stata praticamente gestita da suo padre fin dalla tenera età. Ha cercato di gestire la sua vita sentimentale, ha cercato di decidere che lavoro avrebbe fatto e lei era molto dipendente da lui. Quindi, quando lui morì nel 1991, ha senso che lei si sia legata a qualcuno che aveva molte delle caratteristiche simili a quelle del padre.

[Glenn Beck]

Bene, quindi il padre non sapeva di Jeffrey Epstein? Era già morto a quel punto?

[Whitney Webb]

Dunque, alcune persone che hanno lavorato con Robert Maxwell negli anni ’80, sostengono che Jeffrey Epstein fosse stato parecchie volte negli uffici di Maxwell nel Regno Unito. E durante quel periodo di tempo era noto che Epstein fosse attivo in Gran Bretagna. Presumibilmente era mentore di un trafficante d’armi britannico di nome Douglas Leese il quale aveva collegamenti con l’intelligence britannica.

[Glenn Beck]

Innanzi tutto, hai scritto due volumi, per un totale di 1000 pagine.

[Whitney Webb]

Sì.

[Glenn Beck]

Si tratta di una quantità pazzesca di lavoro.

[Whitney Webb]

Sì, mio figlio è nato nel mezzo, quindi è stato davvero pazzesco.

[Glenn Beck]

Immagino che tu sia stata molto coinvolta nella nascita di tuo figlio. Quindi dimmi. 1000 pagine senza nessuna informazione superflua. Sono due libri davvero densi di informazioni, molto densi. Perché nessun altro ha scritto libri o articoli sull’argomento?

[Whitney Webb]

Beh, immagino di non sapere esattamente perché, ma il silenzio sugli aspetti principali del caso Epstein è davvero molto inquietante. I due libri hanno finito per essere di 1000 pagine perché, mentre scrivevo di Epstein, sono emerse molte connessioni e diventavo sempre più consapevole del fatto che il pubblico americano non avrebbe avuto familiarità con i nomi di molte delle persone che stavo incontrando. Ad esempio, lo scandalo che ha coinvolto la banca denominata Bank of Credit and Commerce International o BCCI, Banca di credito e di commercio internazionale, oppure anche il progetto Iran Contra. La gente magari ne avrebbe sentito parlare, ma non avrebbe davvero saputo di che cosa si trattava. Quindi ho immaginato che avrei dovuto fare marcia indietro e spiegarlo ai lettori. Di conseguenza il primo volume del libro fornisce quel tipo di contesto, e fornisce anche la storia del ricatto sessuale, e di come questo abbia rappresentato una sorta di corrente sotterranea in alcuni degli scandali politici della storia americana passata, e di come lo sfruttamento anche di minori per tale scopo, fosse una prassi tanto comune da essere allarmante nel tipo di reti e ambienti in cui Epstein viveva. E quando arrivi alla fine del primo volume ti rendi conto che Epstein appare sempre di meno un’anomalia. E così il secondo volume rappresenta invece il mio sforzo di scavare il più possibile, attingendo a fonti pubblicamente disponibili, nel passato di Epstein e anche del suo più grande benefattore, Leslie Waxner, e poi anche di Ghislaine Maxwell.

[Glenn Beck]

D’accordo, quindi c’è molto di cui discutere. C’è molto di cui discutere anche solo su questi temi  perché ci addentriamo nel tema del deep state, oppure, come tu lo chiami, la politica profonda. E si tratta di un tipo di attività che sta andando avanti da molto tempo. Ma credo che la gente non si renda conto che The Bourne Identity, i film che parlano del personaggio di Jason Bourne, rappresentano un riflesso della vita reale di alcune persone. Voglio dire, i film propongono una storia totalmente fittizia, ma queste cose accadono davvero.

[Whitney Webb]

E te lo dico francamente. Anche solo il fatto che NSA ascolti le telefonate di tutti, mi ha fatto sentire per lungo tempo che, se sei una persona importante per loro, per la gente di potere a Washington, essi faranno tutto il possibile per manipolarti, per gestirti. Di conseguenza, se non hai solide convinzioni su chi sei e su che cosa sia giusto o sbagliato, ti tengono in pugno.

[Glenn Beck]

Certo. Ma credo che ci siamo allontanati dal tipo di modello che Epstein usava per il ricatto sessuale. Viviamo in un’era di ricatti elettronici e non devi nemmeno fare nulla di sbagliato. Possono semplicemente inserire prove incriminanti nei tuoi dispositivi e poi dire di averti colto sul fatto. è davvero una situazione senza precedenti, e molte di queste agenzie di intelligence, come riporto nel libro, sono state totalmente fuori controllo, in realtà, per decenni. E inizio il libro parlando di come le agenzie di intelligence e il crimine organizzato, negli Stati Uniti, siano totalmente collusi. E tale simbiosi, fu originariamente giustificata dalle necessità presentate in tempo di guerra durante la Seconda Guerra Mondiale, ma poi non si è mai fermata.

[Whitney Webb]

Giusto. Immagino che si possa dire che si tratta solo di affari. Alcune di queste persone nei nostri apparati di sicurezza nazionale si sono rese conto che potevano fare un sacco di soldi collaborando col crimine organizzato e proteggendolo, al fine di spartirsi il bottino.

[Glenn Beck]

Siamo portati a pensare, per lo meno così io pensavo nei miei anni idealistici, che l’America abbia compiuto brutte cose, e non sto parlando della schiavitù o di cose del genere, ma sto parlando semmai di cose che abbiamo fatto in guerra, ma credevo che le avevamo fatte perché non avevamo alternative. Oggi non sono più sicuro che tutto ciò sia vero. Le persone che sono coinvolte in questo genere di attività, riconoscono che si tratta di malvagità, oppure per loro è solo un business?

[Whitney Webb]

Penso che, quando si parla di agenzie di intelligence, ci sono le gerarchie e forse avremo alcuni individui a diversi livelli che credono di essere nel giusto e di promuovere gli interessi americani, ma le persone al vertice non la pensano necessariamente allo stesso modo e vogliono promuovere solo i propri interessi. Se si guardano molte operazioni e decisioni controverse dell’intelligence prese in passato, come ad esempio i vari colpi di stato, vediamo che molte di esse sono state giustificate dalla necessità di contrastare l’espansione comunista. Ma poi alcuni di questi stessi attori, come ad esempio i gestori dell’operazione Iran Contra, solo pochi anni dopo, nel 1990, sono finiti a collaborare con il governo cinese, fino allo svilupparsi, durante l’amministrazione Clinton, di quello che oggi molti conservatori ricordano col nome di China Gate. In realtà non sono fedeli a niente e a nessuno, e vogliono solo denaro e potere.

[Glenn Beck]

Scopriremo mai chi c’è nel libro nero di Epstein?

[Whitney Webb]

Non credo. Penso che l’FBI sia stata compromessa fin dall’inizio. Nel libro parlo molto di J. Edgar Hoover. Era ricattato dalla mafia. Si rese conto di quanto fosse potente l’arma del ricatto e cominciò ad usarla lui stesso. E come penso che sia ora molto ovvio per molti conservatori, la stessa FBI interviene per insabbiare le cose e per attaccare individui a loro sgraditi, di cui vogliono ostacolare la carriera e tutto questo genere di cose. È molto complicato. Quindi cosa facciamo come paese quando c’è bisogno di indagini profonde sugli argomenti più disparati, tra cui anche lo stesso Jeffrey Epstein? Succede che il governo è sempre più incapace d’indagare su se stesso, specialmente quando si guarda all’FBI o altre organizzazioni del genere.

[Glenn Beck]

Possiamo passare in rassegna alcuni nomi? Come Alan Dershowitz, Bill Clinton e Donald Trump?

In cosa erano coinvolti?

[Whitney Webb]

Ognuno di questi casi è davvero diverso dagli altri. Ma se guardo all’insieme, vedo che quelli che hanno ottenuto l’attenzione maggiore ovviamente sono gli ex-presidenti. Trump e Clinton. Per quanto mi riguarda, la relazione tra Clinton ed Epstein è molto più dannosa di quella fra Trump ed Epstein. Ma ci sono ovvi motivi di preoccupazione in entrambi i casi. E, cercando di essere oggettiva, non posso assolvere né l’uno né l’altro.

[Glenn Beck]

Quando dici che una è più dannosa dell’altra, dobbiamo spiegare perché la gente non capisce. Non si tratta solo dell’orribile e malvagio traffico sessuale che stava accadendo, ma anche della massiccia corruzione e dei reati finanziari.

[Whitney Webb]

E questa è particolarmente evidente nella relazione tra Epstein e Clinton. Hai qualcuno come Jeffrey Epstein che, negli anni ’80, si è descritto come un cacciatore di taglie in ambito finanziario. Nascondeva oppure trovava denaro saccheggiato per conto dei potenti. Lui stesso lo ha detto a molte persone. Ci sono numerose fonti che lo attestano. Quindi ovviamente era molto a suo agio nell’usare i sistemi finanziari offshore, il sistema bancario ombra e tutto il resto. E poi alla fine degli anni ’80, oltre ad essere coinvolto nelle operazioni finanziarie di Leslie Wexner, è stato coinvolto nell’orchestrazione di uno dei più grandi schemi Ponzi della storia degli Stati Uniti. L’altra persona con cui lavorava, Steven Hoffenberg, è stato arrestato ed è finito in prigione per questo. Nel 1993, il suo nome fu invece stralciato dal caso ed Epstein finì a raccogliere fondi per la corsa alla Casa Bianca di Clinton. E una di queste raccolte di fondi serviva a finanziare i presunti tentativi di Hillary Clinton di rinnovare la Casa Bianca. La cosa viene menzionata brevemente nella cosiddetta lettera di suicidio di Vince Foster. L’unica menzione di Hillary Clinton in quella lettera di suicidio parla di come lei e Khaki Hawker Smith avessero ridecorato l’edificio senza alcuna irregolarità finanziaria. Se i tuoi ascoltatori ricordano la situazione di Vince Foster, sapranno che è stata Hillary Clinton e il suo ufficio che hanno trovato la nota di suicidio quando in seguito è emerso che non c’era nulla nella valigetta di Foster. è molto interessante se consideri che l’unica menzione del nome di Hillary era nel tentativo di assolverla da qualsiasi responsabilità d’illecito in quella particolare raccolta fondi. E quella è stata una delle prime interazioni di Jeffrey Epstein con la Casa Bianca. C’è una sua foto in cui stringe la mano a Bill Clinton durante quel ricevimento per la raccolta fondi. E solo i media britannici ne hanno parlato quando la notizia è uscita lo scorso dicembre. Piuttosto sbalorditivo.

[Glenn Beck]

Devo dirtelo, ora vedo solo notizie di cui mi fido in una certa misura che provengono dal Regno Unito. Se c’è un qualsiasi scandalo in corso in America, mi fido più della stampa estera di quanto mi fidi della nostra stampa.

[Whitney Webb]

Per molto tempo si è detto che la relazione tra Epstein e Clinton è iniziata solo dopo che Clinton ha lasciato la Casa Bianca, ma poi è emersa una foto che contraddice tale affermazione, e nessuno ne parla. C’è sotto qualcos’altro, ovviamente.

[Glenn Beck]

Sono rimasto scioccato nell’apprendere da te la vicenda di Ron Brown. Ricordo che era un politico che si trovava su un aereo diretto da qualche parte.

[Whitney Webb]

In Croazia.

[Glenn Beck]

Sì, in Croazia. E l’aereo si è schiantato e tutti dicevano che era un altro omicidio dei Clinton. Ma non ci ho mai creduto veramente. Voglio dire, non ci vuole molto per convincermi, ma dovresti mostrarmi qualcosa di concreto, capisci cosa intendo? Mostratemi i fatti.

[Whitney Webb]

Beh, la situazione di Ron Brown è molto difficile da capire perché è legata a ciò che ho menzionato prima, il China Gate, su cui anche il Congresso ha fatto molta fatica ad indagare. L’uomo al centro di esso, che era anche l’uomo che Jeffrey Epstein ha incontrato ripetutamente alla Casa Bianca, di nome Mark Middleton, ha invocato il Quinto Emendamento 28 volte, compresa la domanda in cui gli chiedevano se fusse un agente straniero. E praticamente ogni altra figura chiave che hanno cercato di citare in giudizio ha invocato il Quinto Emendamento, perciò era un’indagine molto difficile da condurre. E anche la prima invocazione del privilegio esecutivo da parte di George Bush junior come presidente, è stata, tra le altre cose, per bloccare i documenti su Mark Middleton messi a disposizione del Congresso. E poi abbiamo avuto l’11 settembre e tutti se ne sono dimenticati.

[Glenn Beck]

Wow.

[Whitney Webb]

È molto sorprendente perché Mark Middleton non era un personaggio di alto rango. Era un assistente di Mac McClarty, che a sua volta era capo dello staff e poi consigliere senior di Bill Clinton. Allora perché il presidente che è stato eletto dopo Clinton è intervenuto per proteggere Mark Middleton? C’è ovviamente molto che bolle in pentola perché, nello stesso periodo in cui Mark Middleton era coinvolto nel China Gate, stava anche incontrando Jeffrey Epstein. E Jeffrey Epstein, in quel lasso di tempo, stava organizzando la riorganizzazione della Southern Air Transport, la compagnia aerea formata ai tempi dell’Iran Contra, in modo che invece di andare da Miami all’America Latina, avviasse una rotta da Columbus, nell’Ohio, dove aveva sede Leslie Wexner, a Hong Kong. Si tratta quindi di eventi collegati? Nel libro sostengo che sia così. Se fosse vero, sarebbe molto sconcertante perché, fondamentalmente, per riassumere, durante il China Gate, la Cina ricevette un’enorme massa di informazioni confidenziali sulla tecnologia militare statunitense. L’operazione fu finanziata dall’esercito cinese, e Ron Brown era al centro di tutto questo perché il Dipartimento del Commercio stava convalidando ogni genere di operazione con la Cina.

[Glenn Beck]

Allora perché è stato presumibilmente ucciso?

[Whitney Webb]

Poco prima che gli venisse inaspettatamente chiesto di andare in missione commerciale in Croazia, ha accettato di collaborare in un’indagine su questa particolare rete che stava gestendo il China Gate. E le persone che negli Stati Uniti stavano facilitando il China Gate erano collegate alla rete dei benefattori di lunga data dei Clinton, vale a dire la famiglia Riady e Jackson Stevens, che erano una sorta di sostenitori politici chiave per Bill Clinton quando era governatore dell’Arkansas.

[Glenn Beck]

Allora quanto di ciò che pensiamo di sapere è sbagliato? Oppure quanto pesa ciò che pensiamo di sapere rispetto a ciò che sta realmente accadendo?

[Whitney Webb]

Beh, penso che ci sia stato un grande sforzo per controllare i media e quante informazioni arrivano al pubblico americano su ogni sorta di cose. Se guardi al caso Epstein, ti è permesso parlare dei suoi crimini sessuali solo se commessi dal 2000 al 2006. Il modo in cui i media mainstream gestiscono il caso è che non puoi parlare dei suoi crimini finanziari o di nessuna delle cose che ha fatto prima dell’anno 2000. E questo è simpatico, visto che c’è molto da scoprire se torniamo più indietro.

[Glenn Beck]

Quindi diamo un’occhiata ad Epstein per un secondo. Quando guardi la sua cerchia di influenza, appare come qualcuno che sta cercando di reclutare persone e semplicemente filmarle nell’atto di commettere atti orribili, oppure raccoglie fondi per conto loro in modo che poi possa controllarli, giusto? Era questo il suo ruolo?

[Whitney Webb]

Penso che facesse parte del gioco. Ha compiuto molte attività di questo tipo, ma, allo stesso tempo, è anche stato coinvolto in crimini finanziari praticamente per tutta la sua carriera. Voglio dire, questo è il filo conduttore di Epstein dagli anni ’70 fino al suo secondo arresto.

[Glenn Beck]

Se stesse lavorando come parte di un’operazione segreta, lo avrebbero lasciato stare.

[Whitney Webb]

Penso che sia noto il fatto che, nel gennaio del 2020, Cindy McCain, la moglie del senatore John McCain, abbia detto che sapevano tutti cosa Epstein stesse facendo. Lei non aveva alcun collegamento diretto con lo scandalo Epstein. Ciò significa che le persone di alto livello del nostro Congresso e del Senato sapevano cosa Epstein stesse facendo e non hanno mosso un dito.

[Glenn Beck]

Allora, c’è un grande numero di vittime?

[Whitney Webb]

Intorno ad Epstein?

[Glenn Beck]

[Whitney Webb]

Penso che in una certa misura ci sia. A maggio, Mark Middleton, che ho appena menzionato, è stato trovato impiccato per il collo da una prolunga con una ferita da arma da fuoco al petto. Nella cittadina di Little Rock, nell’Arkansas, lo hanno giudicato un suicidio . E un tribunale locale ha vietato poco dopo di rilasciare pubblicamente qualsiasi video o foto della scena. E questo solo dopo che Mark Middleton era stato coinvolto nel China Gate e in numerosi altri scandali. Ma ciò è accaduto anche solo pochi mesi dopo che, lo scorso dicembre, il giornale britannico Daily Mail ha rilasciato i registri dei visitatori dove si documentavano i suoi incontri con Epstein.

[Glenn Beck]

Quindi questo è il primo.

[Whitney Webb]

Questo è uno di quelli recenti. Abbiamo anche Jean-Luc Brunell, che è stato uno dei principali facilitatori delle sue attività di traffico sessuale, in particolare per quel che riguardava l’industria della moda, e che è stato trovato morto nella sua cella di prigione. C’è lo stesso Epstein, e poi c’è il figlio di Esther Salas, che era il giudice che supervisionava il caso di Epstein e Deutsche Bank, assassinato a casa propria.

[Glenn Beck]

Non limitiamoci a sorvolare su Epstein e sulla sua morte. Credi che si sia impiccato?

[Whitney Webb]

Personalmente penso che la storia ufficiale sia semplicemente folle, perché era un uomo alto, e ci dicono che si sia impiccato a qualcosa che era più basso di lui, usando lenzuola sottili come un foglio di carta. Avrebbe dovuto raggomitolarsi in posizione fetale per impiccarsi, e nessuno potrebbe farlo. È logisticamente impossibile. Dovremmo credere che tutte le telecamere abbiano smesso di funzionare proprio quella notte e che tutte le guardie carcerarie stessero dormendo. Sono troppe coincidenze.

[Glenn Beck]

Allora, a chi dovremmo credere? Una situazione del genere dovrebbe coinvolgere molti rami del governo. Molte componenti del governo.

[Whitney Webb]

Ma lui apparteneva al mondo del’intelligence, e se consideriamo uno come Robert Maxwell vediamo che è morto annegato vicino al suo yacht. Anche Maxwell aveva molti legami con l’intelligence. Il cerchio si stava chiudendo su di lui e su sua figlia. Ghislaine Maxwell pensa che sia stato assassinato da agenti corrotti del Mossad e da un sicario siciliano. E questo viene direttamente da sua figlia che ha lavorato a stretto contatto con lui.

Quindi, se le cose si surriscaldano, se magari ai lavorato per loro nel passato, ma diventi più un peso che una risorsa, possono succedere determinate cose.

Dopo questa prima parte dell’intervista ci rendiamo conto che il deep state è in realtà un organismo transnazionale, composto di agenzie di intelligence, organismi di polizia speciali, come l’FBI, finanzieri di alto profilo, mafiosi di tutto il mondo e politici, e che usa la pedofilia come uno dei tanti strumenti di ricatto, ma non l’unico, per ottenere ciò che vuole dai politici che controlla.

Abbiamo visto che i personaggi che lo popolano lavorano per molte bandiere contemporaneamente e non sono fedeli a nessuna in particolare, e abbiamo visto che esiste una stretta simbiosi tra malavita organizzata e organizzazioni di spionaggio.

Nella prossima puntata approfondiremo la nostra esplorazione insieme a Whitney Webb.

Roberto Mazzoni

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