Tucker, Putin ed il pantano – MN #247

Siamo insieme sul futuro dell’euro e dell’eurozona. La banca centrale europea ha da poco pubblicato un programma, avviato un programma in cui chiede alle varie banche che fanno parte del sistema dell’eurozona di creare dei team di monitoraggio dei social media per intercettare eventuali segnalazioni di corse agli sportelli, quindi eventuali movimenti che indichino che una banca potrebbe fallire perché molte persone si presentano a sportello per prelevare conti correnti, dei loro conti correnti oppure più semplicemente visto che adesso si fa quasi tutto online, vadano sul loro sistema di home banking e trasferiscano i soldi altrove.

Ora naturalmente la banca centrale ha visto quello che è successo negli Stati Uniti con il crollo di alcune banche l’anno scorso dovuto proprio a questo fenomeno, il prelevo inaspettato e in massa da parte di grandi correntisti della maggior parte dei conti correnti e quindi il fallimento totale di una banca in particolare e questo a seguito di un annuncio pubblicato su Twitter da parte di un personaggio della tecnologia dell’High Tech americano particolarmente seguito, con un seguito abbastanza importante.

Quindi hanno iniziato a preoccuparsi del fatto che questo stesso fenomeno potrebbe riprodursi in Europa e si rendono conto che questo problema sarebbe disastroso, porterebbe appunto al fallimento del sistema bancario e di conseguenza hanno prodotto innanzitutto un rapporto che si intitola “Financial Stability Considerations arising from the digitalization of financial services” vale a dire considerazioni sulla stabilità finanziaria a seguito della digitalizzazione dei servizi finanziari.

In passato quando c’erano i corsi, in passato quando non c’erano le corse agli sportelli bancari, le banche vedevano le persone arrivare e quindi come successo negli Stati Uniti per esempio negli anni 30, potevano chiudere letteralmente le filiali, tenerle chiuse per una settimana intera, si chiamata, preso il nome di “bank holiday” di quell’evento e quindi lasciare che la folla si disperda e correre ai ripari, quindi procurarsi delle riserve tipicamente fornite dallo Stato.

Oggi non è più possibile, oggi è possibile che i sigori correntisti appunto vadano online, prelevino i propri soldi e trasferiscano da qualche altra parte, magari al di fuori del sistema bancario medesimo. Quindi hanno concluso i personaggi funzionari della banca centrale europea che questo potrebbe essere un problema serio al punto che hanno appunto creato questo progetto. Non so dirvi il nome però hanno fatto sapere che c’è già una banca importante, che già ha creato un team di persone che controllano quello che compare su social media, appena scatta l’allarme che c’è qualche tipo di attività eccessiva in cui magari un po’ di persone cominciano a consigliarsi di andare a prelevare i soldi perché sta per succedere qualcosa, la banca deve intervenire e l’obiettivo è quello di censurare quello che compare su social media in modo che l’informazione non si sparga, non ci sia panico e quindi riescano a controllare la situazione.

Infatti nell’ultimo riunione del World Economy Forum abbiamo visto che tanto Ursula von der Leyen quanto il nostro famoso Klaus Schwab ha messo molta enfasi sulla censura e sulla misinformazione o disinformazione come la chiamano loro, quindi sul fatto che il problema del 2024 non sarà più il cambiamento climatico che per adesso mettiamo in cantina perché non è così urgente a differenza di quello che ci hanno detto negli anni scorsi ma adesso il problema è la disinformazione e diventa indispensabile, ci dicono loro, ricostruire la fiducia. Non sappiamo come, visto che con la censura credo che sia difficile ricostruire la fiducia, però quella è la direzione in cui stiamo andando.

Questo ci dà un quadro del fatto che la Banca Centrale Europea a differenza per esempio della Federal Reserve che non ha ancora istituito questo genere di meccanismo sente più vicino il rischio di un collasso del sistema finanziario bancario in particolare dell’eurozona e in questo video poi vedrete meglio perché ci sono delle considerazioni molto concrete in tal senso e il rimedio, l’unico rimedio che sono riuscito a trovare visto che non hanno possibilità di tamponare le falle è di appunto ricorrere la censura e in questo modo entriamo in un discorso interessante di questo particolare video che riguarda invece un altro evento importante direi un evento storico che si sta sviluppando in questi giorni.

Tucker Carlson, giornalista molto famoso negli Stati Uniti che ho anche riprodotto più volte nei miei video di Mazzoni News, ha finalmente organizzato un’intervista diretta con Vladimir Putin, il presidente russo. Già in passato ci aveva detto che era la sua intenzione farlo, ci aveva anche spiegato che era stato spiato dalla NSA, l’agenzia militare americana che controlla tutto il traffico digitale che passa sulla rete sui telefonini per intercettare possibili terroristi o spie che possono operare contro gli Stati Uniti che in teoria non dovrebbe operare sui cittadini statunitensi ma che nel caso di Carlson evidentemente ha fatto un’eccezione perché Carlson era stato informato già qualche anno fa da qualcuno all’interno del sistema dell’apparato di sicurezza americano che lo stavano spiando e l’obiettivo era di impedirgli già allora di concludere l’organizzazione di un’intervista con Vladimir Putin.

Ora la cosa importante che dovevo tenere in considerazione è che l’attuale Casa Bianca ormai da mesi direi forse anche da anni non ha più contatti di nessun tipo diretti con il Cremlino, una situazione che non si è mai verificata neanche nei momenti più tesi della guerra fredda, c’è sempre stata, vi ricordate la linea rossa, c’è sempre stato un collegamento, una linea di comunicazione che permettesse di anzitutto chiarire eventuali equivoci e poi comunque di mantenere la tensione sempre a un certo livello, impedire che potesse esplodere in naturalmente un incidente nucleare.

Ma la Casa Bianca attuale è talmente responsabile di aver tagliato qualsiasi tipo di contatto e anzi aver continuato con le sue attività in Ucraina a fomentare il conflitto con i russi. Quindi io credo che sia importantissimo che un giornalista americano in questo caso vada a incontrare Putin e dia la possibilità di comunque creare un contatto, una comunicazione. Carlson che fra poco vi mostrerò di nuovo in un video, un nuovo video che è pubblicato recentemente che introduceva questa sua iniziativa è stato inevitabilmente attaccato, è stato criticato, tutti i vari, diciamo, portaborse della stampa americana ed europea sono precipitati a dipingere come spia del Cremlino, portavoce del cremino, come tirapiedi di Putin e tutto il resto.

E questa situazione naturalmente indica che c’è molta attenzione su questo evento anche perché si vuole in tutti i modi evitare che i cittadini del mondo occidentale riescano ad arrivare alla verità. Ora, naturalmente noi già sappiamo molte cose, però il fatto che ci sono ancora diverse persone che credono alle favole mi fa pensare che un intervento come quello di Tucker Carlson che comunque personalmente raggiunge milioni di spettatori statuniti possa essere solo positivo, anche perché se riusciamo a far scendere la tensione e lo facciamo noi come singoli giornalisti, come singoli cittadini che ci informiamo, possiamo compensare la follia che evidentemente sta dilagando all’interno della Casa Bianca, del governo statunitense e anche naturalmente dell’apparato burocratico e di alcuni governi europei. Però ora vi lascio direttamente a Tucker Carlson che vi spiega perché ha deciso di fare questa intervista. Ecco il video.

Tucker sbarca a Mosca

[Tucker Carlson]

Stasera siamo a Mosca. Siamo qui per intervistare il presidente della Russia, Vladimir Putin. Lo faremo presto. Ci sono dei rischi nel condurre un’intervista come questa, ovviamente. Quindi ci abbiamo pensato attentamente per molti mesi. Ecco perché lo stiamo facendo. Innanzitutto, perché è il nostro lavoro. Siamo giornalisti. Il nostro dovere è di informare le persone. Siamo a due anni dall’inizio di una guerra che sta rimodellando il mondo intero, e la maggior parte degli americani non è informata. Non hanno idea di cosa stia succedendo in questa regione, qui in Russia oppure a 600 miglia di distanza, in Ucraina. Ma dovrebbero saperlo. Ne stanno pagando il conto in modi che potrebbero non percepire ancora appieno.

La guerra in Ucraina è un disastro umano. Ha provocato centinaia di migliaia di morti, eliminando un’intera generazione di giovani ucraini e ha spopolato il paese più grande d’Europa. Ma gli effetti a lungo termine sono ancora più profondi. Questa guerra ha completamente rimodellato le alleanze militari e commerciali globali. Alla pari delle sanzioni che ne sono seguite. E che, nel complesso, hanno sconvolto l’economia mondiale. L’ordine economico del secondo dopoguerra, il sistema che ha garantito la prosperità in Occidente per più di 80 anni, si sta sgretolando molto velocemente, e con esso il dominio del dollaro statunitense.

Non si tratta di cambiamenti di poco conto. Sono sviluppi che cambiano la storia. Definiranno la vita dei nostri nipoti. La maggior parte del mondo lo capisce perfettamente. Possono vederlo. Chiedete a chiunque in Asia oppure in Medio Oriente, come sarà il futuro. Eppure le popolazioni dei paesi anglofoni sembrano per lo più inconsapevoli. Pensano che nulla sia davvero cambiato. E lo pensano perché nessuno ha detto loro la verità. I loro media sono corrotti. Mentono ai loro lettori e telespettatori. E lo fanno per lo più per omissione.

Ad esempio, dal giorno in cui è iniziata la guerra in Ucraina, i media americani hanno parlato con decine di persone ucraine e hanno condotto decine di interviste al presidente ucraino Zelensky. Noi stessi abbiamo chiesto un’intervista a Zelensky e speriamo che accetti. Ma le interviste che ha già fatto negli Stati Uniti non sono interviste tradizionali. Si tratta di spot promozionali condotti in modo servile, e specificamente progettati per amplificare la richiesta di Zelensky che gli Stati Uniti entrino più a fondo in una guerra nell’Europa dell’Est e ne paghino il conto.

Questo non è giornalismo. Si tratta di propaganda governativa. Propaganda del tipo più orrendo, quella che uccide la gente. E mentre i nostri politici e i nostri media hanno promosso un leader straniero come se fosse un nuovo marchio di prodotti alla moda, non c’è stato un solo giornalista occidentale che si sia preso la briga d’intervistare il presidente dell’altro paese coinvolto in questo conflitto, Vladimir Putin. La maggior parte degli americani non ha idea del motivo per cui Putin abbia invaso l’Ucraina, o quali siano ora i suoi obiettivi.

Non hanno mai sentito la sua voce. Questo è sbagliato. Gli americani hanno il diritto di sapere tutto quello che possono su una guerra in cui sono implicati. E abbiamo il diritto di dirglielo perché anche noi siamo americani. La libertà di parola è un diritto che abbiamo dalla nascita. Siamo nati con il diritto di dire ciò in cui crediamo. Tale diritto non può essere tolto, indipendentemente da chi sieda alla Casa Bianca. Ma ci stanno provando comunque. Quasi tre anni fa, l’amministrazione Biden ha spiato illegalmente i messaggi sui nostri telefoni e poi ne ha fatto trapelare il contenuto ai suoi tirapiedi nei media. Lo hanno fatto per impedire un’intervista a Putin che stavamo pianificando.

Il mese scorso, siamo abbastanza certi che abbiano fatto esattamente la stessa cosa ancora una volta. Ma questa volta siamo venuti a Mosca comunque. Non siamo qui perché amiamo Vladimir Putin. Siamo qui perché amiamo gli Stati Uniti. E vogliamo che rimangano prosperi e liberi. Abbiamo pagato questo viaggio con i nostri soldi. Non abbiamo preso fondi da nessun governo o gruppo. E l’intervista sarà disponibile gratuitamente. Chiunque la potrà guardare per intero, ripresa dal vivo e senza modifiche, sul nostro sito web tuckercarlson.com.

Elon Musk, a suo grande merito, ha promesso di non sopprimere o bloccare questa intervista una volta che l’avremo pubblicata sulla sua piattaforma, X. E siamo grati per questo. I governi occidentali, al contrario, faranno sicuramente del loro meglio per censurare questo video su altre piattaforme con meno scrupoli, perché è ciò che fanno. Hanno paura delle informazioni che non possono controllare. Ma non avete motivo di averne paura. Non vi stiamo incoraggiando ad essere d’accordo con ciò che Putin potrebbe dire in questa intervista. Ma vi invitiamo a guardarla. Dovreste saperne il più possibile. Per poi decidere di testa vostra, come liberi cittadini e non come schiavi.

Grazie.

Bene, quindi credo che sia molto chiaro. Clayton Morris, che è un amico di Carlson e che ha lavorato con lui a Fox News per lungo tempo, ha fatto un servizio recentemente sul suo canale Redacted. Clayton è in contatto ancora personalmente con Carlson che l’ha mantenuto informato anche di questo viaggio e di quello che sta succedendo durante il viaggio. Quindi ho creduto utile e simpatico proporvi il suo contributo in tal senso che ci fa un po’ capire la retroscena di questa operazione. Morris parla in questo video dell’approvazione di una serie di pacchetti di aiuti per l’Ucraina che tuttavia al momento è stato bloccato da Trump, un po’ come avevo già ipotizzato in un video precedente che ho fatto.

Trump è intervenuto per bloccare questo accordo che stava mescolando il finanziamento dell’Ucraina, il finanziamento di Israele e finanziamenti che avrebbero dovuto, diciamo, più che altro un contentino che avrebbe dovuto tamponare i problemi sul confine americano ma che in realtà non lo facevano. E siccome Trump ha concentrato la propria campagna elettorale sul problema dell’immigrazione illegale negli Stati Uniti e siccome Trump ormai è evidente che ha la posizione di preeminenza come candidato del partito repubblicano, è intervenuto per bloccare e la Camera dei Deputati ha bloccato questa proposta di legge che quindi al momento è morta.

Poi probabilmente proveranno a riproporla magari in pezzetti separati, ma il finanziamento dell’Ucraina sembra essere sempre meno probabile. Al canale Redacted lavora anche la moglie di Clayton Morris, Natalie Morris, che a sua volta è stata conduttrice di trasmissioni presso le reti americane MSNBC, CNBC e CBS. Quindi sono entrambi giornalisti che vengono dai media mainstream, ma si tuttavia sono ricollocati, sono trasferiti in Portogallo, in Cina e talmente, ma che hanno creato questo canale di informazione alternativa.

Gli IMARS che vengono menzionati nel video sono gli High-Mobility Artillery Rocket System, di cui si parla nel video, sono i Mobility Artillery Rockets System, vale a dire lanciamissili di lunga gittata forniti dagli Stati Uniti agli Ucraini che gli Ucraini usano anche per colpire obiettivi civili in territorio russo, oppure in territorio ucraino occupato oggi dai russi.

Bill Kristol invece è un conservatore americano di bassa lega che ha militato sia nel partito democratico sia nel partito repubblicano, a seconda di come tirava il vento, e che ha avuto anche una posizione importante durante la presidenza di George Bush Senior come capo di gabinetto del vice presidente, che all’epoca si chiamava Dan Quayle. Ha anche avuto un ruolo importante durante la presidenza di George Bush Junior nel 2003 per promuovere la guerra in Iraq e ha per molto tempo promosso a gran voce l’attacco diretto da parte degli Stati Uniti contro l’Iran, che rappresenta uno degli obiettivi che Israele, particolarmente Benjamin Netanyahu, ha sempre spinto gli Stati Uniti a perseguire, ma che non è naturalmente in interesse agli Stati Uniti.

È un convinto oppositore a Donald Trump ed ha creato un’organizzazione che si chiama Republican Voters Against Trump, elettori repubblicani contro Trump, ed ha creato anche un gruppo a sostegno della candidatura di Nikki Haley, che sarebbe il candidato donna che al momento sta correndo contro Trump con scarse possibilità di vincere, è una guerrafondaia e sarebbe il candidato ideale per i neoconservatori e per l’attuale governo di Israele.

Tucker Carlson l’ha già spesso presentato come un fallito di bassa lega, quindi è anche normale che venga attaccato da lui. El Chapo, infine, è uno dei principali capibanda dei cartelli messicani della droga. E ora vi propongo il primo video di Redacted. Eccolo.

Tucker Carlson accolto al Cremlino

[Clayton Morris]

Ebbene, Tucker Carlson è a Mosca. Sì, è proprio vero. Si trova in Russia e la corrotta classe politica statunitense è in preda alle convulsioni per questa storia. Chiaramente non vogliono che lui esponga le loro bugie sulla guerra in Ucraina o sulle sanzioni contro la Russia, o su qualsiasi altra propaganda sulla Russia che vi sia stata propinata negli ultimi anni. Ne sapremo di più tra un istante. Ma prima, ieri, il Senato degli Stati Uniti ha votato per l’invio di altri 60 miliardi di dollari all’Ucraina. Questa legge non è ancora stata approvata alla Camera, ma è possibile che prima o poi passi e che gli Stati Uniti mandino 60 miliardi di dollari all’Ucraina e 14 miliardi di dollari ad Israele. La sola domanda che resta è come suddividerli. Mandiamo ad Israele i loro soldi come facciamo periodicamente, quasi che fosse uno stipendio, oppure separiamo quella voce da questo disegno di legge per metterla in uno separato.

[Natali Morris]

Il presidente della Camera Mike Johnson dice che non è favorevole. Vuole solo il soldi per Israele. Si è un tantino stancato dell’Ucraina. Non argomentano mai il rifiuto per il fatto che l’Ucraina danneggia i civili, cosa che ha fatto durante il fine settimana, con un orribile attacco a 28 civili. Ma dei civili non importa a nessuno, è solo una questione di budget.

[Editor Redacted]

E se leggete attentamente il disegno di legge, vedete che sotto quella parte compaiono altre due righe che prevedono altre voci di spesa a favore dell’Ucraina, in aggiunta ai circa 60 miliardi. Quindi ci sono altre voci nascoste per inviare ancora più soldi all’Ucraina, oppure a chiunque voglia sfidare la Cina.

[Natali Morris]

Scusa, ti ho interrotto.

[Clayton Morris]

Non c’è problema. Comunque, torniamo ai numeri. Abbiamo altri 14 miliardi da inviare a Israele a condizione di dare il contentino a Mike Johnson e scorporarli dal resto. Manderanno l’assegno ad Israele proprio come fanno ogni mese, quasi che fosse il pagamento degli alimenti. Ma in ogni caso, è davvero interessante quando si guarda al motivo per cui Israele continua a ricevere così tanti soldi dagli Stati Uniti. Il resoconto delle riserve israeliane in valuta estera ci dice che Israele ha un enorme surplus di liquidità. Secondo la banca d’Israele, si tratta di oltre $ 200 miliardi.

Dispongono anche di un piano di assistenza sanitaria universale gratuita, quindi ogni israeliano e residente permanente, naturalmente, ottiene assistenza sanitaria gratuita e, a proposito, hanno anche un’agenzia spaziale. Quindi Israele, il paese più piccolo per dimensioni in termini di popolazione, dispone di un’agenzia spaziale. Ringraziamo il candidato al Senato Sam Parker per aver pubblicato questa informazione su X in modo che ora ne siamo informati. I commenti su questo sono semplicemente esilaranti. Quindi Israele ha un surplus di 200 miliardi di dollari. Ma dovremmo inviare loro altri 14 miliardi giusto per aggiungerli a tale surplus.

[Natali Morris]

Vi ricordo che persino nei nostri pacchetti di aiuti per il COVID, erano stati inclusi aiuti per Israele. Un fatto che mandò in bestia l’allora presidente Donald Trump che si chiedeva perché il Senato insistesse per questi aiuti. E loro si chiedevano perché lui li rifiutasse. A Washington non era mai successo.

[Clayton Morris]

Non capivano perché lui li facesse togliere.

[Natali Morris]

Ed i media lo accusavano a gran voce di non amare Israele perché respingeva la proposta.

[Clayton Morris]

Vi ho fornito un po’ di storia giusto per essere sulla stessa lunghezza d’onda e per farvi capire dove finiscono alcuni di questi soldi. Ma l’Ucraina sta usando gli HIMARS di fabbricazione americana, che abbiamo inviato loro, per uccidere individui innocenti. Questo fine settimana, l’Ucraina ha usato razzi HIMARS per distruggere una panetteria domenicale a Luhansk, mentre le persone si stavano radunando per andare alla panetteria di domenica, uccidendo 28 civili. Una panetteria è chiaramente un obiettivo militare. Vedete sullo schermo il prodotto dei dollari statunitensi presi dalle vostre tasse. Non vogliono che Tucker Carlson si sieda per un’intervista con il presidente Putin, naturalmente, perché scoprirebbe i loro altarini.

E Carlson ha un pubblico ovviamente enorme, milioni di persone. Milioni di americani stanno per scoprire molte cose sulla guerra e sulle menzogne che sono state propinate su scala industriale al popolo americano. I neoconservatori sono, ovviamente, terrorizzati da tutto questo, perché sconvolgerebbe la loro narrazione. Un ex capo di gabinetto al servizio di un vicepresidente degli Stati Uniti, Bill Kristol ha scritto sui social network che forse il ritorno del giornalista Tucker Carlson negli Stati Uniti dovrebbe essere impedito fino a quando i rappresentanti del paese non capiranno esattamente cosa stia succedendo. Bill Kristol ha twittato questo, forse abbiamo bisogno di bloccare in modo totale e completo il rientro di Tucker Carlson negli Stati Uniti, fino a quando i rappresentanti del nostro paese non capiranno cosa stia succedendo. Davvero? Guarda. Tienilo sullo schermo. Forse abbiamo bisogno di bloccare in modo totale e completo il rientro di Tucker Carlson negli Stati Uniti, fino a quando i rappresentanti del nostro paese non capiranno cosa stia succedendo.

[Natali Morris]

Questo non è il contratto sociale che firmi quando ottieni un passaporto. Non funziona così. Questo è illegale.

[Clayton Morris]

Sì. Cos’è? Chi è Bill Kristol, un neoconservatore, che chiede al governo degli Stati Uniti di bloccare al confine il rientro di Tucker Carlson come giornalista.

[Natali Morris]

È quel Bill Kristol che ama la guerra. Ecco di chi si tratta.

[Clayton Morris]

Giusto. Ama la guerra. E, naturalmente, ama anche l’immigrazione clandestina.

Questo è lo stesso Bill Kristol che ama l’idea che gli immigrati clandestini vengano utilizzati come manodopera negli Stati Uniti.

[Bill Kristol]

Guardate, per essere totalmente onesti, se le cose vanno così male, come dite voi, per la classe operaia bianca, non è forse il caso di far entrare nuovi americani? Sono serio, è una tesi valida. E mi rendo conto di parlare troppo e di dire cose troppo folli e spero che nessuno stia filmando o che mostri il video da nessuna parte.

[Clayton Morris]

Sì, hai ragione. Immagina che riproducano un video in cui dici che va bene sostituire gli americani con manodopera straniera a basso costo che si sta riversando attraverso il confine degli Stati Uniti. Quindi ascoltate questo. Nel 1998, cinque anni dopo il primo attentato al World Trade Center, John Miller, un reporter di ABC News, si recò in Afghanistan e intervistò l’uomo più ricercato del mondo, Osama Bin Laden. Poi è tornato negli Stati Uniti e ha pubblicato questa intervista per ABC News.

[Narratore ABC News]

Nel maggio del 1998, il corrispondente di ABC News John Miller si recò in Afghanistan per condurre un’intervista con Bin Laden. L’apparizione di Bin Laden fu motivo di festa per i suoi uomini.

[John Miller – corrispondente ABC News]

Si è scatenato l’inferno. Sparavano in aria missili, proiettili traccianti, e gli uomini erano felici di vederlo. Ha pronunciato parole estremamente potenti e spaventose. Aveva tre obiettivi principali. Uno di questi era di rimuovere la presenza militare statunitense in Arabia Saudita. L’altro era quello di porre fine al sostegno statunitense per Israele, in particolare perché aveva un effetto negativo sui palestinesi. E il terzo era, all’epoca, un’interruzione immediata dei bombardamenti sull’Iraq che vale ancora oggi.

[Clayton Morris]

Beh, a proposito, come fanno a lasciare che un giornalista faccia il proprio lavoro e poi ritorni negli Stati Uniti?

[Natali Morris]

E non ha nemmeno detto bugie. Ha detto la verità.

[Clayton Morris]

Infatti, ha detto la verità. E, a proposito, non è divertente? Dice, che le parole di Bin Laden sono state terrificanti. Vale a dire ha chiesto di porre fine all’occupazione americana di questi paesi, smettere di bombardare l’Iraq e smettere di dare denaro illimitato in sostegno di Israele, che, guarda un po’, danneggia i palestinesi. Quel giornalista ha detto che era terrificante. Giusto una piccola nota a margine, non per fare un lungo commento, ma lo trovo molto interessante. Come hanno potuto consentire che un giornalista lasciasse gli Stati Uniti, andasse ad intervistare letteralmente l’uomo più ricercato del mondo, Osama bin Laden, e poi rientrasse e realizzare per la rete televisiva ABC un intero servizio dedicato al tempo da lui speso con bin Laden .

[Natali Morris]

Forse se il giornalista fosse stato un nome più importante, fosse stato più carismatico, magari come Geraldo. Ma nessuno sarebbe stato interessato a ciò che questo tizio diceva su ABC News. Stavano facendo un buon lavoro nel vendere la menzogna che giustificava quella guerra. Quindi immagino che andasse bene lasciar questo singolo tizio.

[Clayton Morris]

Sì.

[Editor Redacted]

E Sean Penn, che non era nemmeno un giornalista, ha speso parecchio tempo con El Chapo.

[Clayton Morris]

Per non parlare di quelli che hanno speso tempo con un terrorista e un criminale di guerra come Zelensky, ma questo è un altro argomento. Comunque, Robert Kennedy jr ha appena twittato questo pomeriggio. Dice che i media tradizionali sono nel caos perché ci siamo accorti delle loro bugie e della loro propaganda: Tucker Carlson ha tutto il diritto di intervistare Putin. Abbiamo bisogno di più trasparenza anziché meno. è sempre stato consuetudine per i giornalisti intervistare i leader mondiali, anche quelli con cui eravamo in guerra.

Quindi, questo pomeriggio, Tucker Carlson si è seduto con Vladimir Putin. è andato al palazzo presidenziale, è entrato nel Cremlino e ci è rimasto per circa un’ora. Poi se n’è andato e ha visitato un negozio di kebab dove nessun altro americano era stato ammesso negli ultimi 10 anni. è stato il primo americano a poter mangiare kebab in questo locale, e il proprietario gli ha detto che sembrava una persona a posto e che quindi potevano servirgli da mangiare. Il canale di notizie Sputnik è invece uscito per le strade di Mosca e ha chiesto alla gente del posto se erano russi e se conoscevano Tucker Carlson. Ha chiesto se avessero la minima idea di quello che succede in America e se sapevano chi fosse Tucker Carlson visto che a quanto pare si trova a Mosca, e ha appena intervistato il presidente Putin. Hanno quindi chiesto alle persone cosa pensassero di Tucker. Ed ecco le loro risposte senza alcun filtro. Guardate.

[Commento di Sputnik]

Tucker Carlson conquista i cuori e le menti in tutta la Russia. Sputnik va per le strade di Mosca per chiedere alla gente perché lo adora.

[Russa intervistata]

La mia opinione è che sia il giornalista americano più bravo e più coraggioso che oggi esista. Ha la forza di dire quello che pensa e di parlare in modo franco.

[Russo intervistato]

Tucker Carlson appare spesso nelle notizie in televisione. Sappiamo che dice spesso la verità e per questo motivo viene spesso attaccato negli Stati Uniti. Da quanto ho capito è venuto qui a Mosca e non so se lo faranno rientrare negli Stati Uniti.

[Russa intervistata]

Lo rispetto per il suo coraggio, e la sua capacità di fornire una visione profonda e genuina di ciò che sta davvero accadendo. La sua razionalità, la sua logica, la sua comprensione del bene e del male, sono tutte qualità che meritano rispetto.  Apprezzo anche il coraggio con cui esprime le sue opinioni, nonostante viva in una nazione che ha prodotto questo pasticcio fascista.

[Russo intervistato]

Mi ha colpito, per così dire, la franchezza con cui racconta i problemi reali che esistono negli Stati Uniti. Fornisce un’ottima presentazione delle informazioni, con un buon senso dell’umorismo. Ho sentito che è venuto in Russia. Bene, è benvenuto.

[Russo intervistato]

Penso che mantenga l’impronta di un giornalista per bene, onesto, e aperto.

[Russa intervistata]

Penso che piaccia il fatto che vada contro la generale propaganda anti-russa, che viene portata avanti negli Stati Uniti. Ed esprime la sua opinione. Questo è ciò che lo rende accattivante.

[Russo intervistato]

Devo dire che ho un’opinione estremamente positiva su di lui, perché è un giornalista obiettivo, che mostra quello che sta succedendo nel mondo, nonostante la sua posizione non sia ben percepita soprattutto dai democratici negli Stati Uniti, e, in particolare, dai sostenitori di Baiden. Sono molto felice che sia venuto in Russia. Mi è stato detto che ha già visitato il Teatro Bolshoi. Penso che vedrà molte cose qui. Scoprirà che in Russia molte persone lo trattano con grande rispetto.

[Clayton Morris]

E questo è solo un campione. E molte persone nella chat stanno dicendo che questi russi sembrano con i piedi per terra. E di sicuro non piacerà a molte persone della sinistra. E di certo non piacerà nemmeno ai neoconservatori.

Crystal e questi tizi che vogliono una guerra perpetua partiranno alla carica dicendo: vedete, è stato ben accolto dalla stampa russa. Per aver fatto cosa? Non ha nemmeno confermato pubblicamente che è sul posto a beneficio del popolo russo, giusto?

[Natali Morris]

Quindi penso che quello che stiamo cercando di sottolineare qui è il panico preventivo. Non si limiteranno a dire che questa selezione di persone in Russia ha questa opinione di lui. Certo che i russi capiscono. E abbiamo parlato con Mike Jones la scorsa settimana del candidato più recente che l’Occidente americano sta cercando di venderci, e che è in corsa contro Vladimir Putin per la presidenza russa. Ci stanno dicendo che è sostenuto da una vera e propria sollevazione popolare. Perché ci dicono questo? Perché vogliono vendere questa idea di Putin come terrorista. E non vogliono che osserviamo nulla con i nostri occhi.

[Clayton Morris]

Ne parleremo più avanti, ma una cosa che ho pensato fosse interessante è il fatto che Tucker stamattina mi ha detto di essere rimasto sorpreso di come la Russia se la stia cavando molto bene nonostante le sanzioni, che non riesce a crederci e che la maggior parte degli americani non ne ha idea, ma che ogni americano dovrebbe andare a vedere di persona perché ci è stato detto che la Russia è schiacciata sotto il peso delle sanzioni di Biden.

[Natali Morris]

Noi non l’abbiamo detto. Abbiamo condotto i nostri studi.

[Clayton Morris]

Perché in questo momento le persone che controllano i media negli Stati Uniti sono guerrafondaie, e fanno parte dello stato profondo neoconservatore che, naturalmente, ha spinto lo sviluppo perpetuo del complesso militare-industriale, del complesso bellico, ed basta guardare la CNN, il programma Meet the Press

[Clayton Morris]

Dove ci sono tutti questi generali e tutti questi membri dell’esercito, che fanno parte dello staff di queste varie organizzazioni giornalistiche, e che spingono questa narrazione a favore della guerra.

Personalmente sono a favore degli esseri umani e di tutti i civili che sono stati uccisi. Voglio assicurarmi che queste persone siano protette. Non sono favorevole al complesso militare-industriale. Quindi il governo corrotto dell’Ucraina che ha collaborato con la NATO, ha ucciso persone innocenti e ci ha portato a questa massiccia guerra che stiamo per vedere estendersi in tutta la Scandinavia. Lo stanno facendo, mettendo la NATO proprio alle porte della Russia. Stanno fomentando questa guerra. E, tra l’altro, lo sapevamo già dai tempi di Bill Clinton e anche molto prima.

L’iniziativa di Carlson non ha precedenti storici, è veramente di portata notevole e ha creato un grande allarme dell’Unione Europea al punto che alcuni parlamentari dell’Unione Europea hanno chiesto di sanzionarlo e di approvare un piano che gli impedisca di viaggiare in territorio europeo, di possedere proprietà in territorio europeo. Noi sappiamo che l’Europa sta cercando di approvare un pacchetto di aiuti finanziari all’Ucraina nella speranza che gli Stati Uniti facciano lo stesso. Al momento, come dicevo prima, la proposta statunitense è bloccata alla Camera per iniziativa di Trump e la proposta europea potrebbe parimente essere bloccata dai consulenti regali.

So che alcuni consulenti regali si sono fatti avanti dicendo che qualora l’Unione Europea sostanzialmente si impossessasse dei fondi russi ma senza sequestrarli completamente. Adesso quello che l’Unione Europea vuol fare è mettere un presto di 50 miliardi di dollari, se non sbaglio, a favore del governo ucraino impegnando a garanzia i fondi che sono stati bloccati dai russi.

Così facendo conferma che i fondi appartengono ai russi e quindi sta impegnando senza autorità dei fondi altrui e così facendo aprirebbe la porta secondo questi esperti regali al fatto che i russi facciano altrettanto con le numerose aziende europee che ancora hanno fondi in Russia e quindi in buona sostanza i russi potrebbero compensare questo furto rastrellando tutto quello che gli europei hanno investito in Russia e quindi alla fine l’Europa pagherebbe in tasca propria questo tipo di operazione.

Perciò non è ancora chiaro se l’Unione Europea riuscirà affettivamente a portare a termine questo trasferimento di prestito, di finanziamento, ma ci stanno lavorando con forza e parallelamente e comunque stanno instaurando una campagna denigratoria contro Carlson.

Anders Arslund che viene menzionate nel prossimo video sempre di Redacted è un economista svedese che oggi vive a Washington, che appartiene chiaramente al gruppo dei neiconservatori. È stato consulente economico per il governo russo sotto Boris Yeltsin quando l’occidente stava cercando di saccheggiare le risorse della Russia, quindi si capisce perché abbia intervenuto con Putin visto che Putin ha fatto piazza pulita di questi avventurieri. Bene e questo è il secondo video di Redacted. Eccolo.

Sanzioni europee contro Carlson

[Clayton Morris]

Ebbene, secondo quanto riferito, i legislatori europei stanno valutando la possibilità di bandire e sanzionare Tucker Carlson per la sua intervista con il presidente russo Putin. Sembra quasi una notizia falsa oppure suona come il titolo di una trasmissione satirica, ma invece è una realtà perché, secondo i membri del parlamento dell’Unione Europea, Tucker Carlson sta fornendo appoggio ad un criminale di guerra. L’ex primo ministro belga, attuale membro del Parlamento europeo, chiede all’Unione Europea di imporre un divieto di viaggio all’ex conduttore di Fox News. Lo ha detto a Newsweek, che quindi ha speso il tempo per chiamarlo, evidentemente immagino che stiano telefonando a tutti i parlamentari dell’Unione Europea, per chiedere cosa ne pensano di Carlson.

[Natali Morris]

Come osa viaggiare all’estero in un posto che non piace a questa gente?

[Clayton Morris]

Sì, lo stanno chiamando portavoce dell’ex presidente Trump e portavoce di Vladimir Putin oltre che sostenitore di un criminale di guerra. E dicono che dovrebbe essere arrestato, sanzionato, in pratica finire come Julian Assange. Questo è l’argomento del giorno. La libertà di parola è costituzionalmente protetta negli Stati Uniti, ma immagino che nell’Unione Europea, ovviamente, non dispongano di queste libertà. Quindi immagino che possano perseguitare i giornalisti per i loro reportage in Ucraina, come abbiamo visto fare in Germania. L’abbiamo già visto succedere. C’è un certo numero di paesi, nell’Unione Europea, che lo stanno facendo. Quindi gli europei non dispongono delle stesse libertà di cui godono i giornalisti negli Stati Uniti.

[Clayton Morris]

Solo pochi minuti fa, Anders Aslund ha twittato questo. è uno scrittore e scrive di Putin. Dice che l’Unione Europea dovrebbe sanzionare Tucker Carlson perché non è un giornalista, bensì uno dei principali propagandisti del Cremlino. E dice che l’Unione Europea ha già giustamente sanzionato una ventina di propagandisti di spicco del Cremlino e molti altri europei per vari motivi. Sarebbe un errore non sanzionare anche Tucker Carlson. Voglio che riflettiate per un secondo sulle parole di Aslund. E ci dicono pure che sia un accademico.

[Natali Morris]

Ha persino scavalcato l’Unione Europea. Non si è nemmeno fermato nell’Unione Europea. Che cosa ha a che fare tutto questo con l’Europa, a parte il fatto che sono così disposti e disperati a venderci una guerra?

[Clayton Morris]

Prima, stavo messaggiando con Tucker su quello che stava vedendo a Mosca. E mi diceva che la gente non riesce a capire come stanno veramente le cose, e che non poteva credere a quanto fosse pulita la città, quanto fosse bella. E mi ha detto che stava facendo shopping. E poi abbiamo visto alcune foto scattate oggi in cui si vede che sta davvero facendo shopping. E ha detto che pensa che le sanzioni abbiano reso la Russia incredibilmente più forte, decisamente molto più forte di quanto l’Occidente si renda conto.

[Natali Morris]

Mi chiedo se succederebbe lo stesso per le sanzioni imposte su di lui. Potrebbe diventare una cosa capace di rafforzare il suo marchio. Immaginiamoci se un intero blocco di paesi decidesse di sanzionarlo perché ha intervistato Putin e perché tali nazioni sono contrarie alla libertà di parola. Vale dire se gli impedissero di possedere alcun bene all’interno dell’Unione Europea pena la confisca degli stessi, oppure un completo divieto di viaggio all’interno dell’Unione europea. Ci sarebbe una rivolta se ciò accadesse davvero.

Innanzi tutto perché metterebbe in allarme chiunque sia titolare di passaporto americano, e li indurrebbe a pensare di poter essere puniti se l’Unione Europea non gradisse quello che fanno, inoltre indebolirebbe il passaporto americano e farebbe fare una figuraccia al Dipartimento di Stato, quindi non credo che accadrà, ma il solo fatto che sia stato persino suggerito, basta a creare un impatto. Ma, ancora una volta, potremmo definirlo l’effetto Trump: più il mainstream ti odia, più diventi popolare, quindi è proprio così che andrà a finire.

[Clayton Morris]

E del resto CNN ed MSNBC hanno perso tutto il loro pubblico. Sono canali spazzatura che nessuno guarda più, a meno di essere bloccato in aeroporto dove sei costretto a guardarli.

Ora proviamo a staccarci un attimo da questa particolare situazione di Carlson, questo evento che comunque è un evento storico secondo me e anche secondo tanti altri osservatori, ma vediamo come si inserisce nel quadro generale e a questo proposito vi propongo un video, un’intervista rilasciata recentemente dal colonnello Douglas McGregor che abbiamo visto più volte su Mazzoni News, è un militare in pensione, ha lavorato come consulente del Ministero della Difesa sotto la presidenza di Donald Trump e ora sta organizzando, sta gestendo una piattaforma informativa con l’obiettivo di creare un movimento da cui potrebbe poi risultare un partito che sia alternativo sia al Partito Democratico che al Partito Repubblicano.

Viene intervistato a Stephen Garner che già avete visto su Mazzoni News, è un divulgatore di informazioni indipendenti negli Stati Uniti che si concentra appunto sui filoni vicini al mondo di Trump. Ecco il video.

Verso la Terza Guerra Mondiale?

[Stephen Gardner]

Oggi ho con me un ospite speciale, il colonnello Douglas McGregor, per parlare di tutte le varie situazioni incendiarie in corso per il mondo, in particolare quelle che colpiscono gli Stati Uniti. Colonnello McGregor, grazie per essere qui con noi anche oggi.

[Douglas McGregor]

Sono felice di essere qui.

[Stephen Gardner]

Volevo sapere cosa ne pensi perché ho persone come Gerald Celente del Trends Journal che dice cose come, ci troviamo già all’interno di una guerra mondiale. La gente pensa che queste guerre inizino da un giorno all’altro. Ma, in realtà. si sviluppano lentamente. Proprio questa mattina leggevo che l’Ucraina sta dicendo ai suoi cittadini che la Bielorussia sta per attaccarli. Preparatevi ad essere attaccati dalla Bielorussia. Stanno anche dicendo che l’Ungheria e la Romania stanno per riprendersi l’Ucraina occidentale. E la Finlandia sta dicendo al proprio popolo che la Russia sta per attaccarli, e se lo farà, li attaccherà anche la Bielorussia. E ci sono tutte queste voci di guerra in circolazione, che mettono tutti sulle spine. Sono queste le condizioni che potrebbero davvero innescare una terza guerra mondiale?

[Douglas McGregor]

Beh, innanzi tutto questo è il copione da seguire se sei un neoconservatore e si dà il caso che in questo momento siano i neoconservatori a condurre il treno. Fanno parte della più vasta élite globalista che vuole trasformarci in pecore sedate. Vogliono degradare il concetto di essere umano che ha un’anima vivente ed adottare un approccio ateo e materialista nel trattare le persone come prodotti o merci fungibili, cose che sono prive di significato in sé e per sé, e che possono essere impiegate come loro preferiscono. Questo tipo di logica e di pensiero trotskista si trova all’origine della svolta comune a cui stiamo assistendo. E siamo diventati una sorta di versione del ventunesimo secolo della teoria trotskista. Hai assolutamente ragione. Stiamo seminando i semi della discordia ovunque possiamo. Ora, è davvero possibile che tutte queste cose si uniscano e si traducano in una catastrofe globale? Suppongo che sia possibile. Non è mai impossibile.

Ma ci sono alcune differenze che devono essere notate. Nel 1914, quando assistemmo allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, tutti i principali partecipanti erano già pronti per un qualche tipo di conflitto. Tutti ne sottovalutarono i pericoli e la distruttività, ma erano tutti pronti a lanciarsi all’attacco. Erano già in modalità di lancio. Non ci volle molto per causarlo. In effetti, Gavrilo Princip, l’uomo che ha ucciso l’arciduca Francesco Ferdinando, dopo essere stato catturato, ha detto che se anche non fosse mai stato lì e non avesse mai sparato all’arciduca, la guerra sarebbe comunque scoppiata alla fine. C’è del vero in questo.

Ma oggi abbiamo una lenta combustione che richiede mesi e addirittura anni prima dello scoppio, rispetto al mese o giù di lì che trascorse tra il 28 giugno, la fine di luglio, il primo di agosto e il due, tre, e quattro agosto 1914. In altre parole, non tutti hanno premuto il grilletto nello stesso momento. C’è voluto un susseguirsi degli eventi. Prendiamo lo stesso tipo di coreografia e applichiamola al mondo odierno. Non vedremo scoppiare la Terza Guerra Mondiale questa settimana o la prossima. Ci vorranno alcuni mesi.

Penso che per aprile, maggio, tutti i pezzi saranno al loro posto. E chi ancora non è coinvolto nella regione, oppure si trova all’esterno della regione, sarà comunque coinvolto. Ricordatevi che la Russia è strettamente allineata con l’Iran. I russi non permetteranno che l’Iran venga distrutto. A proposito, se la Turchia entrasse in questa lotta, i russi non permetterebbero nemmeno che la Turchia venga distrutta. La cosa interessante è che la Russia e la Cina sembrano molto preoccupate di preservare il sistema internazionale. Mentre noi sembriamo assolutamente decisi a distruggerlo. Eppure siamo noi quelli che parlano dell’ordine basato sulle regole. Ma quali regole?

La regola che gli altri devono fare qualunque cosa diciamo. Devono fare qualsiasi cosa gli ordiniamo di fare. Ma sono tutte sciocchezze ipocrite. Sciocchezze senza senso. È solo una facciata. Non stiamo nemmeno applicando le nostre leggi all’interno degli Stati Uniti. Stiamo premiando i criminali per il loro comportamento criminale. Stiamo mettendo i poliziotti in prigione. E i poliziotti hanno paura di far rispettare la legge. Non vogliamo difendere i nostri confini. Abbiamo un presidente che vuole impegnare le forze federali contro il Texas, e contro chiunque altro sfidi il diritto del suo partito, della sua amministrazione, della palude, con tutto quello che c’è dentro.

Vogliono aprire i nostri confini e inondarci di milioni di individui che non abbiamo invitato, e di cui non sappiamo che farcene, che non  possiamo assimilare, e non possiamo mettere al lavoro. E tutti dicono che la nostra economia sta crescendo. Ma, in realtà, la crescita dipende solo dalla crescita nella spesa pubblica. Non stiamo crescendo affatto. La nostra economia è debole. Questo è il punto. E la nostra posizione finanziaria non è mai stata così fragile.

Ed è solo una questione di tempo prima che il mondo organizzi una svendita al ribasso dei nostri titoli del tesoro. Guarda, vogliamo sequestrare illegalmente 300 miliardi di dollari di beni russi e consegnarli all’Ucraina, questo regime criminale di Kiev guidato dal nostro burattino Volodymyr Zelensky. Ma riflettiamoci un attimo. Chi guarda questa cosa dall’esterno, che sia in India, in Cina, in Arabia Saudita, o in qualsiasi altro paese, come il Brasile, l’Argentina, o qualsiasi altro posto, si chiede per quale motivo dovrebbe possedere titoli del tesoro statunitensi.

Come fanno a sapere che non gli toglieremo il tappeto da sotto i piedi nello stesso modo in cui lo stiamo facendo con la Russia? Inizieranno a liberarsi dei nostri titoli del tesoro. E ricordate che la maggior parte di essi sono stati acquistati quando erano ad un tasso d’interesse pari a zero. Quindi non hanno più valore per loro. Sono un investimento in perdita. Ma l’effetto a cascata che si verificherà all’estero si farà sentire anche negli Stati Uniti, perché le nostre banche possiedono gli stessi titoli tossici che ora non hanno più alcun valore reale. Sono un peso, non una risorsa, ma non possono venderli. Cosa ci succederà a quel punto? Stiamo solo incamminandoci all’interno di una gigantesca trappola per orsi. Questo è il punto.

[Stephen Gardner]

Mio Dio, hai argomentato in modo magistrale. Mi hai fatto pensare a qualcosa detto dal grande educatore Stephen Covey. Diceva che la chiave dei 99 sta nell’1. Vale a dire se vuoi conquistare il gruppo, tratta bene il singolo. Se invece il 99 ti vede maltrattare in singolo, l’intero gruppo perderà la fiducia nel Pastore, non è vero? Perciò ci stai dicendo che, se vedono che gli Stati Uniti rubano questi soldi alla Russia e poi li regalano a una nazione corrotta, tutte le altre nazioni avranno timore che accada la stessa cosa anche a loro.

E quindi venderanno i nostri titoli di stato. Si libereranno dei beni emessi in nostro nome. Come dici tu, questo potrebbe creare un’enorme tempesta di fuoco dal punto di vista finanziario per noi qui negli Stati Uniti. Un’ultima domanda, e apprezzo che tu sia qui con noi. Cosa ne pensi della situazione sul nostro confine? Abbiamo il governatore del Texas, Abbott, che dice: “Ho il diritto di difendere il mio stato”. Ho il diritto di tenere al sicuro la mia gente. Siamo la più grande zona di carico per gli immigrati clandestini che entrano nel paese.

Voglio che anche le altre guardie nazionali vengano a darci man forte. Proteggiamo il nostro confine. E ora c’è il governo federale che dice, no, assolutamente no, abbattete il filo spinato, lasciàteli entrare, accoglièteli più velocemente. Ma poi, allo stesso tempo, a parole, si dice che potremmo aver bisogno di chiudere le frontiere, e che l’immigrazione è fuori controllo. Sono tutti discorsi positivi che l’amministrazione Biden fa unicamente per essere rieletta? Cosa ne pensi di questa situazione?

[Douglas McGregor]

Sì. Non ha senso.

[Stephen Gardner]

Ok.

[Douglas McGregor]

Semplicemente, ignoralo. Se fosse flatulenza, non riuscirebbe nemmeno a impuzzonire un armadio delle scope. Ignorala e basta. Che cosa sta succendendo? Beh, stiamo assistendo a qualcosa di molto tragico. I membri delle guardie nazionali, proprio come i soldati dell’esercito regolare, hanno tutti giurato di sostenere la costituzione e di proteggere il popolo americano. E in realtà stiamo parlando di una situazione in cui, plausibilmente, questo presidente potrebbe ordinare alle forze federali di intervenire contro le guardie al confine con il Texas per aprire il confine a milioni di persone di cui non sappiamo nulla, e molte delle quali probabilmente rappresentano un pericolo chiaro e imminente per il nostro paese e per la nostra società. Che cos’anno per la testa queste persone? Questa non è una situazione che l’esercito degli Stati Uniti e la Guardia Nazionale dovrebbero affrontare.

Questi americani servono la stessa bandiera.

Non è una sorpresa che i soldati intervistati, che sono soldati regolari dell’esercito in varie postazioni, tra cui Fort Hood, che ora si chiama Fort Cavazos, stiano dicendo: “Non lo faremo”. Sono d’accordo con la Guardia Nazionale. Dobbiamo proteggere il paese. Alcuni di loro hanno detto che passeranno dalla parte della Guardia Nazionale. Questa è un’azione punibile secondo il Codice Uniforme di Giustizia Militare. Sarebbe molto triste se accadesse una cosa del genere, e perseguissimo i soldati che hanno giurato di proteggere il paese per non aver commesso un tradimento, perché probabilmente quando si guarda a ciò che questa amministrazione sta facendo, sembra sempre più un tradimento.

Perché dovresti sottoporre il tuo paese a una situazione del genere? Non ha alcun senso. Perché dovresti sottoporre il tuo popolo a questo? Di recente stavo parlando con alcune persone che avevano perso il lavoro. L’economia è già scadente, ma in alcuni casi queste persone avevano perso il lavoro perché era stato preso dai clandestini. Beh, accidenti, che sorpresa scoprire che gli immigrati illegali lavoreranno per meno. E poi dobbiamo ascoltare i giornalisti del New York Times, al Washington Post oppure al Wall Street Journal, mentre riversano secchi di immondizia e male parole su tutti i cittadini americani dicendo loro che dovrebbero essere grati per l’arrivo di tutti questi illegali. Perché sono persone migliori di noi. Lavoreranno anche dove gli americani non vogliono lavorare. In realtà, gli americani vogliono solo un salario dignitoso. Non se èlo meritano?

[Stephen Gardner]

Giusto. Santo cielo.

Ci sono un sacco di problemi. Spero che li risolveremo tutti. Quello che mi fa innervosire, è che non riesco a immaginare di essere nell’esercito dove ho giurato di difendere la costituzione perché amo il mio paese e sono disposto a dare il mio sangue per questa bandiera. E poi il comandante in capo mi impartisce un ordine che appare chiaramente contrario alla costituzione, e che sembra andare contro la protezione degli Stati Uniti. Voglio dire, non riesco a immaginare il gioco mentale che si sta verificando nella mente delle persone in questo momento, mentre vengono potenzialmente inviate in Texas contro i loro stessi fratelli e sorelle.

[Douglas McGregor]

Nessun comandante in capo che sia responsabile farebbe una cosa del genere ai soldati e alle guardie della guardia nazionale. È fuori discussione. Ecco perché sto dicendo che nessun soldato o guardia dovrebbe mai affrontare un problema del genere. Questa è una situazione che avrebbe dovuto essere risolta molto tempo fa a Washington. Ma sfortunatamente, per i politici il popolo americano è solo un pensiero secondario. Per loro la cosa importante è bombardare l’Iran. è folle, non ha alcun senso.

[Stephen Gardner]

Sì, sono d’accordo.

Persone come te ed altri, vi state riunendo nell’associazione Our country, our choice, il nostro paese, la nostra scelta, al fine di aiutare ad educare le persone sui valori, sulla costituzione, sull’amore per la patria, l’amore per la famiglia e la libertà. Il posto migliore dove le persone possono andare per scoprire di più sulla vostra iniziativa è il sito Our Country, Our Choice.com, giusto?

[Douglas McGregor]

Beh, non ci occupiamo tanto di educare, anche se speriamo di farlo un po’. Pensiamo che un gran numero di americani capisca ciò di cui abbiamo discusso. Vogliamo che si uniscano a noi. Vogliamo che altre organizzazioni che la pensano allo stesso modo si uniscano a noi. Daremo loro spazio sulla nostra piattaforma. Stiamo costruendo una piattaforma mediatica, così come stiamo favorendo l’adesione di nuovi membri alla nostra organizzazione. La consideriamo un movimento che potrebbe diventare la terza via nella politica americana. In altre parole, è plausibile che a lungo termine possa diventare la base per un terzo partito. Abbiamo un disperato bisogno di un partito nazionale americano. I Democratici e i Repubblicani non rientrano in questa categoria. Questo è il problema.

[Stephen Gardner]

Certo, va bene. Bene, vi manderemo le persone attraverso il collegamento al vostro sito. Apprezzo che tu sia venuto.

So che il tuo tempo è prezioso. Grazie per la tua visione profonda e per tutte le ricerche che fate per tenerci aggiornati su così tante battaglie diverse. Voglio dire, è pazzesca la quantità di informazioni che stanno pubblicando. Ma grazie, e spero che tu abbia un buon resto della tua giornata.

Il quadro dipinto da McGregor decisamente non è allegro e io credo che lui abbia ragione nello stimare che da qui ad aprile o maggio la situazione in Medio Oriente seguirà un escalation tale da creare un problema di vaste dimensioni, perlomeno in Medio Oriente, che avrà conseguenze naturalmente economiche importanti nei confronti d’Europa. Però non credo che si arriverà a un vero e proprio conflitto stile terza guerra mondiale. Innanzitutto i russi non hanno nessun interesse a farlo, hanno frenato finora e continueranno a frenare.

Lo stesso vale per gli iraniani, quindi a meno che vengano attaccati direttamente, cosa che finora la Casa Bianca non ha fatto anche perché il Pentagono sembra che si sia rifiutato di farlo, perché è consapevole di non avere poi le risorse per portare avanti una guerra vera e propria, a meno che non ci sia un attacco diretto importante, gli iraniani non attaccheranno direttamente, ci saranno le schermaglie indirette, i vari proxy, le varie forze che colpiscono per interposta persona, continueranno i bombardamenti, quindi il conflitto si estenderà sicuramente ma non coinvolgerà in direttamente truppe americane se non quelle che sono al momento in Iraq e in Siria, che sono trattate illegalmente su questi territori e che potrebbero essere colpite.

Vedremo esattamente come si svilupperà però, l’escalation non sarà tale da raggiungere le dimensioni di una vera e propria terza guerra mondiale, anche perché appunto tutte queste altre nazioni hanno interesse a proseguire con la nuova impostazione economica che sono date e che saranno invece semmai interessate a fare un’escalation della guerra economica contro gli Stati Uniti e contro l’Europa, in particolare contro l’eurozona.

E a questo proposito vi voglio proporre un video realizzato da The Frustrated Indian, che qualche volta ho già proposto in passato, che andrà a fare un’ottima sintesi della situazione economica mettendo a confronto Russia e Unione Europea e quali sono le sfide che aspettano i due frangenti, i due fronti. Ecco il video.

Tempi duri per l’Europa

[Mishra JiKahin – The Frustrated Indianw]

Benvenuti a TFI Global, l’antidoto alla allucinazione di massa. All’indomani dell’operazione militare speciale, i politici dell’Occidente hanno dichiarato l’imminente caduta della Russia. La narrativa postulava che l’economia russa avrebbe affrontato una grave devastazione, con le aspettative di un default che incombevano a causa del congelamento di una parte significativa delle sue riserve di valuta estera da parte delle istituzioni finanziarie occidentali. Nonostante queste previsioni, l’atteso collasso economico della Russia non si è materializzato come previsto.

Gli Stati Uniti e i loro alleati, in un ulteriore tentativo d’indebolire la Russia, hanno imposto un prezzo ridotto per la vendita del petrolio russo. Questa mossa, destinata a limitare le entrate che la Russia avrebbe ricavato dall’esportazione del suo petrolio, è stata accolta con scetticismo e con tentativi di elusione da parte di importanti paesi occidentali, tra cui il Giappone e il Regno Unito, nonostante la forte posizione pubblica anti-russa dei britannici. Inoltre, gli Stati Uniti, pur denunciando pubblicamente gli altri per le loro interazioni con la Russia, paradossalmente hanno continuato ad acquistare materie prime dalla Russia. In una strategia più aggressiva, l’Occidente politico, attraverso la sua influenza su Kiev, ha avviato una vasta campagna contro Mosca.

Tale sforzo mirava ad interrompere la stabilità economica russa e ad infliggere il massimo danno, indirettamente, evitando il confronto militare diretto. La persistente narrazione secondo cui la Russia sarebbe stata vittima del collasso economico sotto il peso delle sanzioni occidentali e della pressione politica si è dimostrata molto inaccurata. Nonostante la formidabile opposizione da parte dell’Occidente politico, che ha lanciato una campagna globale volta ad isolare ed economicamente debilitare Mosca, la Russia non solo ha resistito alla tempesta, ma è emersa in una posizione di forza inaspettata. Contrariamente alle aspettative occidentali di un crollo economico, non solo la Russia si è stabilizzata, ma ha anche raggiunto traguardi economici significativi.

In particolare, ha superato la Germania diventando la quinta economia più grande del mondo e l’economia più grande d’Europa, imponendo una battuta d’arresto significativa ai paesi occidentali che si aspettavano un risultato diverso. Lo scenario economico dei paesi occidentali, in particolare della Germania e del Regno Unito, è in netto contrasto con la resilienza economica russa. Le performance economiche della Germania si sono deteriorate, scendendo significativamente a livelli che non si vedevano da decenni. Allo stesso modo, la situazione economica del Regno Unito è stata descritta come la peggiore degli ultimi 300 anni, evidenziando un profondo periodo di difficoltà economica. In aggiunta agli errori di calcolo dell’Occidente, i dati recenti, compresi i rapporti del Fondo Monetario Internazionale, indicano che le valutazioni iniziali sulla salute economica della Russia non solo erano errate, ma che le sue prospettive economiche sono ancora più solide di quanto si credesse in precedenza.

Le previsioni aggiornate del Fondo Monetario Internazionale prevedono una crescita del 2,6% per il PIL russo, una cifra che raddoppia la stima precedente. Questo aggiustamento, evidenziato dal Financial Times come la più grande revisione al rialzo per qualsiasi economia che si sia mai vista nei rapporti del Fondo Monetario Internazionale, significa una notevole ricalibrazione delle aspettative economiche per la Russia nel 2024.

Questa serie di sviluppi riflette una significativa sottovalutazione della resilienza economica e dell’adattabilità della Russia di fronte agli sforzi occidentali di minare la sua stabilità economica. Il risultato è una testimonianza dei limiti delle sanzioni economiche e delle pressioni politiche come strumenti per costringere le nazioni sovrane a conformarsi alle aspettative e alle richieste esterne. L’efficacia delle sanzioni politiche dell’Occidente contro la Russia è ora sotto esame, soprattutto se si considera che le previsioni aggiornate per la Russia contrastano con le aspettative al ribasso per altre grandi economie, tra cui il Giappone e l’Unione Europea, in particolare all’interno dell’eurozona.

Questo cambiamento indica una resilienza dell’economia russa che ha superato anche le previsioni del Cremlino, con la banca centrale russa che aveva previsto una crescita non superiore all’1,5% nel novembre 2023. Pierre-Olivier Gourinchas, capo economista del Fondo Monetario Internazionale, ha riconosciuto la resilienza dell’economia russa in un’intervista al Financial Times, affermando che l’economia russa sta andando meglio di quanto ci aspettassimo e molti altri si aspettassero. Inoltre, anche le proiezioni del presidente russo Vladimir Putin per la crescita del PIL del paese hanno attirato l’attenzione. Pur non essendo tradizionalmente coinvolto nelle minuzie della politica macroeconomica, le previsioni di Putin su un potenziale di crescita superiore al 3,5 % oppure addirittura al 4 % erano sorprendenti.

Diciamo che le previsioni di Putin di una crescita potenzialmente superiore al 3,5% o addirittura al 4% sono state inizialmente accolte con scetticismo. Tuttavia, a seguito delle ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale, la reazione è diventata di shock e d’incredulità tra gli analisti e i commentatori mainstream. Il rapporto del Financial Times afferma inoltre che le banche russe hanno realizzato profitti record nell’anno, sfidando in modo diretto gli effetti previsti delle sanzioni occidentali. I profitti sono stati alimentati dall’aumento della domanda di mutui agevolati e di finanziamenti per l’acquisto di attività cedute dalle società occidentali in partenza.

Il presidente Vladimir Putin ha attribuito questa crescita a un’impennata della domanda interna dei consumatori e degli investimenti in settori chiave come l’edilizia, l’industria, l’agricoltura, il turismo e i trasporti. Nell’attuale panorama geopolitico vediamo un netto contrasto tra la resilienza del Cremlino e la crescente instabilità all’interno dell’Unione Europea. Il Cremlino, nonostante abbia affrontato sfide significative, tra cui un’operazione militare speciale contro una coalizione di forze politiche occidentali, ha dimostrato un livello inaspettato di stabilità e di crescita economica. Al contrario, l’Unione Europea, guidata dai burocrati di Bruxelles, è alle prese con discordie interne e sfide economiche che sono scollegate dalle esigenze della sua popolazione.

Il maldestro tentativo dell’Unione Europea di costringere l’Ungheria ad accettare un accordo di aiuti per l’Ucraina che sarà finanziariamente dannoso, ma che l’Unione Europea percepisce come una grande vittoria, sottolinea il distacco del blocco europeo dalla realtà. Nel frattempo, la discutibile manipolazione dei dati economici da parte della Germania, per sfuggire apparentemente alla recessione, e le diffuse proteste degli agricoltori nei principali Stati membri dell’Unione Europea rivelano un profondo malcontento economico e sociale. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti stanno vivendo la loro crisi politica interna. Oltre la metà degli Stati è ora in diretta opposizione alle istituzioni federali sotto l’amministrazione Biden.

Questa giustapposizione tra la forza economica della Russia e le turbolenze all’interno dell’Unione Europea e degli Stati Uniti illustra un cambiamento significativo nelle dinamiche globali. La capacità del Cremlino di superare le sanzioni e di mantenere, se non migliorare, la sua performance economica è in netto contrasto con il disordine interno dell’Unione Europea e la crescente divisione politica negli Stati Uniti. All’indomani dell’operazione militare speciale, i politici dell’Occidente avevano proclamato l’imminente caduta della Russia, prevedendo il caos economico e il potenziale default a causa del congelamento delle riserve di valuta estera.

Contrariamente a queste previsioni, la Russia non solo ha scansato le conseguenze di tali misure punitive, come la proposta d’imporre un tetto al prezzo del petrolio, che gli stessi alleati hanno trovato il modo di aggirare nonostante gli sforzi di Bruxelles, ma la Russia ha mantenuto la stabilità, superando persino la Germania come quinta economia mondiale, marcando un significativo fiasco nelle aspettative occidentali. Nonostante le sanzioni, i vari settori nazionali della Russia prosperano con prestazioni da record nell’edilizia, nell’industria, nell’agricoltura e nel settore bancario, dimostrando una profonda resilienza economica. Le banche russe, in particolare, hanno registrato profitti senza precedenti, un’ulteriore prova della capacità del Paese di resistere alle pressioni esterne.

Al contrario, l’Unione europea si trova ad affrontare una crescente instabilità, segnata da proteste e crisi politiche, che sottolineano lo scollamento tra la governance e le esigenze della popolazione. La situazione negli Stati Uniti riflette una simile discordia degli Stati che sfidando le direttive federali, evidenziano una crisi dell’Occidente politico su vasta scala. L’insistenza su un ordine mondiale basato sulle regole da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati è in netto contrasto con l’emergente panorama globale multipolare. Il mondo alla ricerca di un ordine internazionale giusto ed equo, resiste alla spinta verso un dominio unipolare che mette a rischio la stabilità globale. Mentre il multipolarismo guadagna slancio, l’Occidente politico affronta una congiuntura critica, che impone di adattarsi a un mondo che cambia, oppure continuare un percorso che potrebbe portare ad ulteriori conflitti e divisioni.

Verso una guerra economica

Quindi a mio parere il problema è che abbiamo una notevole incompetenza economica finanziaria da parte di chi ci governa e da parte anche di coloro che gestiscono le banche centrali, che si scontrano per la prima volta con un’economia che si sta trasformando, sta diventando un’economia più basata sulle risorse, sull’energia e dove per esempio Putin è preparatissimo avendo fatto studi specifici, essendo la Russia naturalmente direttamente coinvolta nella produzione di risorse energetiche, petrolio, gas naturale e quindi Putin sicuramente è avvantaggiato in questo senso.

Inoltre oggi la presidente della banca centrale russa è l’unica presidente di una banca centrale che sappia quello che sta facendo, a parere dei vari esperti finanziari anche americani. Quindi da questo punto di vista la Russia è avvantaggiata sicuramente nel senso che può mettere l’Europa e l’Euro zona in ginocchio e credo che lo farà visto che preferisce non avere un escalation militare ma è sicuramente più comodo far collassare l’economia europea piuttosto che dovesse scontrare sul campo di battaglia laddove invece vediamo che in alcuni paesi scandinavi, in particolare la Svezia e la Finlandia già si parla di mobilitare le proprie truppe per combattere i russi e in Gran Bretagna si parla di riattivare la leva obbligatoria per formare un esercito da lanciare contro i russi.

Ma se va avanti così i britannici crolleranno economicamente molto prima di aver creato il nuovo esercito. Quindi noi cercheremo di informare attraverso la legione bitcoin su quelle che sono le evoluzioni e attraverso i contatti che avremo con i legionari e cercheremo di mantenerli anche dopo l’inevitabile censura che ci aspettiamo avrà sviluppato in Europa per cercare di fornirvi informazioni utili.

Di certo dovremmo aspettarci un escalation dell’attività di censura in Europa in termini sulle questioni finanziarie, l’abbiamo detto in apertura, e anche sulle questioni politiche più in generale perché si rendono conto che il sistema si sta sgretolando, che la situazione sta sfuggendo di mano sia al Consiglio europeo sia in singoli governi e misura più o meno ampia naturalmente perché poi il caso è diverso, però cercheranno di tamponare le cose chiudendo la bocca alla gente e questo avrà un successo relativo e comunque produrrà dei danni e noi cercheremo di seguirvi soprattutto tenendoci in contatto con i legionari laddove possibile anche con gli altri ma non possiamo garantirlo. Vi ringrazio dell’attenzione e vi rimando al prossimo video.

Roberto Mazzoni

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