Sono Roberto Mazzoni e insieme a voi sono a ricerca della verità. Verità che a volte è sfuggevole anche perché è troppo evidente quindi ci sfugge perché non riusciamo a vederla, è davanti ai nostri occhi e non riusciamo a crederci. Ho visto che la pubblicazione dell’ultimo video che aveva caratteristiche più di attualità si è saldata abbastanza bene con il video precedente e la serie precedente storica che ha cercato di porre un po’ le basi per comprendere la situazione in cui ci troviamo oggi. Sicuramente dovremmo concludere la nostra serie storica perché ci dà una prospettiva più completa. Solo sapendo qual è il percorso su cui siamo possiamo capire dove ci stanno portando e che cosa possiamo fare per intralciare tale percorso e cambiare strada se possibile.
Questo video che vi propongo contiene due elementi. Il primo elemento è un’intervista fatta a uno specialista di finanza che si occupa anche di geopolitica che ci aiuterà a capire un elemento fondamentale della geopolitica in particolare dove nasce che cosa significa veramente. Geopolitica se guardiamo sul dizionario Oxford significa relativo alla politica in particolare le relazioni internazionali influenzate dai fattori geografici. Questo concetto quindi ci fissa una prospettiva un po’ diversa rispetto a quella a cui siamo abituati. Quando parliamo di geopolitica immaginiamo che abbia a che fare con le relazioni tra gli stati, tra i vari governi, tra i vari capi di governo e questo è sicuramente vero ma in realtà quello che ci dice il dizionario Oxford dizionario britannico è che è relativa in particolare ai fattori geografici voglia dire la relazione che ho con un governo dipende sostanzialmente dove si trova dal terreno, dal territorio che occupa e che gestisce e naturalmente dalle risorse che sono in quel territorio, dalla relativa fertilità del terreno, dall’accesso a fiumi piuttosto che a mari, l’accesso a minerali o materiali essenziali per costruire una civiltà.
Quindi ci fa capire il termine che la geopolitica ha ben poco a che vedere con la politica ma molto a che vedere con la geografia. Paesi che sono poveri di natura perché si trovano in territori poco fertili oppure relativamente poveri di risorse avranno dei governi differenti e saranno costretti a seguire un percorso differente rispetto a paesi che si trovano su territori fertili o su territori che hanno un ampio accesso al mare oppure su territori che sono ricchi di risorse e che possono diventare preda di altre nazioni che sono interessate a quelle risorse. Quindi il concetto di geopolitica fondamentalmente è che cos’hai a casa tua e posso venirlo a prendere in che modo oppure posso convincerti a darmene un po’ o a darmene gran parte attraverso gli strumenti della politica, attraverso la guerra o la pressione militare oppure attraverso le varie macchinazioni dei servizi segreti, di quei servizi che operano attraverso meccanismi poco visibili o decisamente poco trasparenti per produrre dei risultati che non necessariamente sono a favore delle nazioni per cui dicono di lavorare.
Ci teniamo a chiarire questo concetto perché poi è il concetto fondamentalmente che ci viene trasferito in due libri dal fondatore, da quello che viene considerato il padre della geopolitica o uno tra i padri della geopolitica che è Mackinder. Mackinder è un britannico, era perché ora è morto, personaggio importante che faceva parte dell’élite governativa e dell’élite aristocratica della Gran Bretagna e dell’impero britannico ormai al suo tramonto e che era appunto stato anche in Parlamento e che ha scritto un saggio molto importante nel 1904 se non sbaglio, in cui tracciava quello che era, quella che sarebbe stata e quella che era stata fino a quel momento la geopolitica dell’impero britannico. Quindi che cosa i britannici dovevano fare per sopravvivere come impero o per espandersi come impero.
Ma non vi voglio anticipare troppe cose e lascerò il compito di spiegarvi qual era il pensiero di Mackinder a Alex Krainer, un giornalista oltre che analista finanziario nato in Croazia che ha lavorato nella gestione di alcuni hedge fund che sono fondi di investimento comuni che lavorano per produrre dei ritorni maggiori rispetto a altri strumenti di investimento e che si considera in qualche modo un esperto soprattutto di geopolitica e di commodities, vale a dire quel mercato o quei mercati dove viaggiano le materie prime in buona sostanza e che è anche un collaboratore di Zero Edge.
Zero Edge è una rivista dedicata alla finanza abbastanza famosa che viene prodotta sostanzialmente negli Stati Uniti. Krainer in questo video che ho accorciato moltissimo quindi vi propongo soltanto una piccola porzione del video è ospite del canale Dialog Works “Il dialogo funziona” un canale che trovo molto interessante e molto informativo che consulto abbastanza regolarmente e che viene gestito su Youtube da Nima Rostami Alkhorshid un giovane iraniano che vive in Brasile e che ha creato questo canale dove intervista diversi personaggi che danno una prospettiva geopolitica proveniente da varie angolazioni alcuni sono americani alcuni sono più collegati al mondo BRICS come in questo caso.
E quindi permette di vedere varie prospettive e approfondire alcuni temi tra l’altro le sue interviste sono anche abbastanza lunghe e vorrei proporvene alcune altre perché sono decisamente fuori dal coro come tipo di contenuti e ormai credo che vi siete abituati al fatto che MazzoniNews propone contenuti abbastanza fuori dal coro anche come scelta di argomenti e tra l’altro voglio ringraziare tutti coloro che hanno donato anche in quest’ultima settimana e che quindi ci aiuteranno a proseguire con il nostro lavoro per capire anche la prospettiva visto che ve l’ho accorciato moltissimo l’intervista originale era un’ora circa volevo segnalarvi il fatto che l’autore parte parlando dando per scontato una serie di fatti uno di questi è il colpo di stato recente che si è sviluppato in Bangladesh ad opera della CIA un colpo di stato che crea problemi con l’India tra gli stati uniti e l’India. Perché Bangladesh naturalmente è una nazione vicina all’India che ha una storia comune per certi versi e questo tipo di situazione naturalmente crea imbarazzo al governo indiano e lo spinge naturalmente progressivamente verso una maggiore vicinanza nei confronti della Cina che è invece un avversario per l’India visto che ci sono delle contestazioni sul territorio quindi di nuovo problemi tipo geopolitici questo tipo di colpo di stato apparirebbe essere di fatto un autogolpe agli stati uniti anche perché non si capisce per quale motivo la CIA dovrebbe preoccuparsi di far cadere un governo in Bangladesh così irritando un alleato importante come la Cina e non creando nessun beneficio concreto per gli stati uniti visto che Bangladesh non è un partner strategico non ha rapporti commerciali particolarmente importanti con di nuovo gli stati uniti e tutto sommato potevano rispromessi di farlo ma se vogliamo capire questi vari eventi e queste varie mosse apparentemente demenziali da parte della CIA dobbiamo fare un passo indietro e ricollegarci appunto alla storia dell’impero che colpisce ancora quindi le puntate di perspettiva storica che abbiamo visto insieme infatti è stato proprio l’impero britannico talvolta in collaborazione con la Francia a spezzettare le varie aree geografiche che una volta erano omogenee in diverse parti del mondo durante il periodo dell’impero al fine di creare frizioni e conflitti tra le varie etnie che erano disomogenee, ma vivevano insieme senza nessun problema l’abbiamo visto in vastissima scala nel Medio Oriente tutti i confini al di là della creazione di Israele che chiaramente è un caso eclatante ma anche la definizione dei confini dell’Iraq e di varie altre nazioni vicine sono stati concepiti insieme ai francesi in modo del tutto arbitrario dividendo popolazioni che invece vivevano insieme una volta e creando appunto frizioni costanti.
E questo vale anche naturalmente per l’India con il Pakistan e poi Bangladesh che in qualche modo se non sbaglio si è diviso dal Pakistan quindi ogni volta che vediamo lotte interne, lotte intestine, conflitti tra diverse etnie che magari hanno anche religioni diverse come nel caso del Pakistan e dell’India troviamo invariabilmente lo zampino dell’impero britannico o perlomeno dell’élite britannica che aveva capito molto bene fin dal 1800 e probabilmente anche da prima che il modo migliore per controllare un paese occupato era quello di spezzettarlo creando conflitti interni, l’avevano imparato anche i romani, divide ed impera e per fare questo l’impero britannico ha usato anche altre popolazioni come per esempio i tedeschi che erano anch’essi presenti in giro per il mondo e che avevano l’ambizione di creare un proprio impero, cosa che naturalmente britannici non volevano lasciargli fare, tuttavia si prestavano a una mix di collaborazioni in virtù anche del fatto che la casa regnante britannica in questo momento ha origini tedesche.
Per fare questo, tuttavia, i britannici hanno assorbito diverse filosofie tedesche e pseudoscienze tedesche sul controllo mentale in particolare che hanno usato per manipolare nazioni molto più grandi di loro al fine di realizzare i propri intenti, però così facendo sono stati contaminati a se stessi e oggi la Gran Bretagna ha una flotta che non sta più a galla, una volta e neanche tanto tempo fa era la grande potenza navale del mondo e anche all’interno della stessa Gran Bretagna vediamo una forte divisione etnica, conflitti interni, quindi ha portato a casa i problemi che aveva creato in giro per il mondo e oggi tra l’altro Gran Bretagna ha un esercito del tutto risibile che non sarebbe neanche in grado di difendere Gran Bretagna in quanto tale.
La sua forza rimane unicamente nell’uso dei neoconservatori statunitensi, una forza politica che è nata sostanzialmente negli anni 90 direi in concomitanza con la presidenza Clinton, di cui abbiamo visto una componente storica recentemente e che poi si è sviluppata passando da un partito all’altro a seconda delle occasioni, infatti l’abbiamo visti prima con Clinton e poi con Bush Junior e poi con Obama e poi con Trump e adesso di nuovo alla grande con Biden, quindi è un filone di personaggi il cui unico intento è da una parte distruggere gli Stati Uniti, mi sembra evidente, e dall’altra fargli interessi dei britannici di Londra o perlomeno dell’élite britannica da cui hanno mutuato non soltanto la formazione politica ma anche le tecniche e così facendo creare grande casino nel mondo e guerre continue in aree che sono di interesse specifico dei britannici, che sono state storicamente di interesse specifico dei britannici e nelle quali non tutte ma per la gran parte i britannici hanno già combattuto e perso, quindi sono riusciti i neoconservatori a mobilitare la forza militare americana che era già stata ampiamente contaminata dal contatto con i nazisti dopo la seconda guerra mondiale per poi indirizzarla ai propri fini e per capire quindi qual è il progetto di fondo che c’è dietro a questo che si inserisce e che ci fa capire meglio penso anche la prospettiva storica abbiamo visto sinora vi propongo il video appunto la breve intervista di Krainer che ci fa capire chi fosse Mackinder e quale fosse il sua ruolo fondamentale nella evoluzione della politica britannica dal 1904 a oggi e del ruolo dei neoconservatori negli Stati Uniti ecco il video.
[Alex Krainer]
Quindi penso che il contesto storico generale sia molto, molto importante. E devo tornare a Halford Mackinder, di nuovo, perché è qui che la geopolitica britannica ha preso la sua formulazione esplicita. Fu nel 1904 che Halford Mackinder pubblicò la sua importantissima tesi intitolata The Geographical Pivot of History, il punto di svolta geografico della storia Nel suo saggio, Mackinder definiva le basi della geopolitica che i britannici avrebbero usato da quel momento in poi. Questo non significa che tale approccio non fosse stato usato già da prima. Quello che Mackinder fece fu di fornire una formulazione che possiamo leggere e di cui possiamo rintracciare il percorso attraverso la storia.
A quel tempo, la Gran Bretagna era un grande impero marittimo che controllava gran parte del mondo. Ma la tesi di Mackinder era che fosse un errore basare il proprio potere solo sul controllo degli oceani e che la potenza suprema del mondo sarebbe stata una potenza terrestre. Inoltre identificò anche l’area in cui tale punto di svolta globale sarebbe potuto succedere, con l’emergere di tale nuova super potenza. Il territorio identificato come l’area in cui ci sarebbe stata la svolta comprendeva le regioni del Caucaso, l’Iran, la Russia, il Kazakistan e l’Afghanistan, come pure la parte circostante dell’Asia centrale. Quindi la preoccupazione per l’Impero Britannico all’epoca era la seguente, e ti leggerò il paragrafo così da riferire le parole esatte di Mackinder, come le scrisse nel 1904. Ecco cosa scrisse: “Gli spazi all’interno dell’Impero russo e della Mongolia sono così vasti e le loro potenzialità in termini di popolazione, grano, cotone, combustibili e metalli, così incalcolabilmente grandi, che è inevitabile che un vasto mondo economico, più o meno distante, si svilupperà, restando inaccessibile al commercio oceanico”.
Questo saggio fu scritto nel 1904, l’anno in cui i russi completarono la ferrovia Transiberiana, e ciò che preoccupava le persone che gestivano l’Impero britannico in quel momento era che, in quell’area, sarebbe inevitabilmente sorta una grande potenza economica. E, fondamentalmente, Halford Mackinder stava dicendo che, qualora le circostanze globali fossero cambiate a favore di tale spostamento nel centro di potenza mondiale, sarebbe stata solo questione di tempo prima che sorgesse un grande impero. E nel dire queste cose, aveva praticamente in mente la Russia. Le cui enormi risorse sarebbero state utilizzate, in ultima analisi, per la costruzione di una grande flotta, che poi, avrebbe sfidato la Gran Bretagna per il controllo del mare e delle rotte commerciali marittime.
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Quindi Mackinder suggerì una formula su come prevenire la nascita di tale impero. E la voglio rileggere dal testo originale in modo da riportare esattamente il suo pensiero. Usa un linguaggio dell’epoca che non è completamente esplicito. Cercherò quindi di spiegartelo, poi, in parole povere. Ecco ciò che dice: “La formula consiste nel mettere in prospettiva alcune delle forze in competizione nella politica internazionale. La Francia, l’Italia, l’Egitto, l’India e la Corea potrebbero diventare altrettante teste di ponte i cui porti marittimi sarebbero in grado di sostenere la presenza del nostro esercito, costringendo le forze della nuova potenza a schierare i propri eserciti, impedendole di concentrare tutte le proprie risorse sulla costruzione di una flotta. Allora, cosa ci sta dicendo? Fondamentalmente sta esponendo la ricetta su come circondare questa zona dove sarebbe potuta avvenire la svolta, utilizzando tutte queste teste di ponte che identifica come Francia, Italia, Egitto, India, e Corea, quindi questo è ciò che ci porta alla situazione attuale del Bangladesh.
Questo saggio fu scritto prima che ci fosse Israele, quindi ora dobbiamo anche aggiungere Israele, l’Ucraina, il Pakistan e il Bangladesh che allora non esistevano. Fondamentalmente, la strategia è stata quella di circondare l’area dove sarebbe potuta avvenire la svolta e lui dice di utilizzare le flotte esterne per rifornire gli eserciti di terra, così che questi eserciti di terra potessero costantemente imporre una guerra a questa potenza centrale, affinché quest’ultima prosciugasse costantemente la propria energia economica, e non potesse costruire la flotta, e non potesse mai sfidare l’Impero britannico. Quindi, questo è fondamentalmente ciò che abbiamo visto succedere da allora fino ad oggi. Qualcuno potrebbe dire che si tratta solo di un documento scritto più di 100 anni fa. Ma dovete sapere che Halford Mackinder riformulò la sua tesi nel 1919, in un libro intitolato Gli ideali democratici e la realtà, in cui ribattezzò l’area della svolta come heartland, vale a dire terra centrale, e raffinò la sua tesi dicendo, che per governare l’heartland, bisognava, dapprima, governare l’Europa orientale e poi, una volta preso il controllo dell’Europa orientale, si sarebbe potuto governare l’heartland. E, una volta preso il controllo dell’heartland, si sarebbe potuta governare l’intera isola mondiale, con cui intendeva la massa continentale eurasiatica. E, una volta conquistata la massa continentale eurasiatica, allora si sarebbe governato il mondo. E anche nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, quando il territorio era sotto il controllo dell’Unione Sovietica che stava distruggendo le forze naziste in Russia, Halford Mackinder ribadì che la sua tesi era ancora valida. L’obiettivo centrale rimaneva l’eurasia. A lui non importava di Hitler e dei nazisti. L’obiettivo rimaneva la conquista dell’eurasia. Non è affatto un segreto. Si trattava di assicurarsi il controllo di tali risorse.
Bene credo che Krainer abbia sintetizzato in pochi minuti quello che richiederebbe diverse ore per poter essere spiegato anche perché Macinder è stato molto prolifico: ha prodotto prima un saggio importante sul pivot, sul cambiamento di orientamento, sulla svolta della storia e poi ha prodotto un libro se non sbaglio di 260 pagine in cui dettaglia esattamente la strategia da seguire quali erano i punti d’attacco come avete visto dal punto di vista dei britannici l’obiettivo era conquistare la Russia e frammentarla, è sempre stato di catturarne le risorse che erano essenziali per la prosecuzione dell’impero e anche per impedire che si formasse un impero alternativo, dopodiché una volta conquistata la Russia avrebbero conquistato il resto del mondo. Il famoso nuovo ordine mondiale che è un prodotto britannico inizialmente, e che prevede quindi un governo unico per tutto il mondo. Per farlo dovevano sfruttare alcune teste di ponte quindi nazioni che dovevano essere un punto d’approdo da cui creare frizione nei confronti dei russi e fa sì che i russi combattessero questi punti d’approdo e che quindi venissero distratti da quello che poteva essere una loro evoluzione normale e tra questi punti d’approdo strategici naturalmente c’è anche l’Italia. Quindi credo che questo ci abbia inquadrato un pochino la situazione e adesso vi propongo l’intervista con Money.it.
[Fabio Frabetti – Money.it]
Buon pomeriggio amici di Money.it, oggi siamo contenti di ritrovare in collegamento dagli Stati Uniti Roberto Mazzoni, ciao Roberto! Buongiorno a tutti, bentrovati! Come sempre su mazzonignews.com trovate i video, le ultime ricostruzioni di Roberto e diciamo proprio prima di cominciare, Roberto, che è un momento così, quantomeno di fibrillazione, cioè sembra che effettivamente sia in corso, non so se definirla una guerra, ma certamente uno scontro molto acceso, forse tra fazioni di potere che sono in lotta in questo momento, abbiamo il Regno Unito di cui tu parli molto, il ruolo della Gran Bretagna in quello che sarà il mondo del futuro, c’è un’aria insomma abbastanza di repressione, c’è stato un’aria in Francia all’arresto del fondatore di Telegram, Durov, che notizia di poco fa è stato scarcerato e accompagnato in tribunale, dove probabilmente sarà, riceverà insomma quella ufficialmente il capo di importazione, le accuse che gli sono state rivolte, poi ci sono sullo sfondo, e non troppo, le elezioni americane, quindi che sta succedendo? Io ci metto anche il caso del vascello in Italia, un po’ strano quello che è successo nelle acque italiane con la morte anche a distanza, geografica, più o meno nelle stesse ore di personaggi facoltosi che avevano avuto dei ruoli delicati come Lynch, che te ne pari di tutto quello che sta avvenendo?
Siamo sicuramente in un momento molto delicato, queste elezioni presidenziali già si pronunciavano complicate avendo visto quello che è successo nel 2020, ma oggi abbiamo sullo sfondo non più la crisi del Covid che era sicuramente molto seria, ma che tuttavia vedeva una sorta di compattezza globale, perlomeno nella risposta.
Oggi sullo sfondo abbiamo la guerra in Ucraina, la guerra in Israele, abbiamo i disordini sociali crescenti in Europa, frizioni anche crescenti negli Stati Uniti e soprattutto una crescente pressione di tipo economico. In questo scenario quindi viene spontaneo chiedersi se siamo vicini a un botto o a un evento che ci sorprenda e che cambia la situazione delle cose, è chiaro che ci sono molti elementi che contribuiscono a questo scenario, quindi è difficile fare delle previsioni, perché sono troppi gli attori interessati, abbiamo visto recentemente che il Giappone semplicemente aumentando dallo 0 al 25% di interesse, il tasso di interesse sull’yen ha indotto un improvviso crollo della borsa americana, della borsa anche di altre borse, che poi è stato recuperato perché il Giappone ha fatto marcia indietro, ma quello ci segnala una sostanziale fragilità del sistema finanziario globale, perché solo lo 0,25% di movimento è poco per causare quel tipo di reazione, abbiamo sentito persone che immediatamente hanno gridato alla Federal Reserve affinché abbassassi l’età di interesse, cosa che non ha ancora fatto, però il punto è che siamo in una fase molto delicata.
E di solito ci hanno abituato alla sorpresa d’ottobre, quindi che d’ottobre succede qualcosa e quest’ottobre viene appena prima delle elezioni presidenziali, negli Stati Uniti abbiamo appena avuto un colpo di Stato di fatto, perché dopo il tentativo di assassino di Donald Trump hanno tolto di mezzo Joe Biden, che era il candidato ufficiale, era stato votato dal suo partito, quindi non è che fosse una cosa così che si faceva per dire, l’hanno preso, l’hanno tra l’altro contro la sua volontà tolto di mezzo, hanno sostituito a lui Kamala Harris e Tim Walz, quindi due personaggi che francamente nemmeno io immaginavo che sarebbero arrivati a quella posizione, si parlava di altri nomi, ne abbiamo fatti in passato, però anche osservando il comportamento della propaganda lanciata immediatamente a favore di Kamala Harris, subito dopo l’attentato fallito contro Trump, ci rendiamo conto che questo tipo di azione era già previsto da tempo, hanno immediatamente pubblicato cartelloni pubblicitari, materiale promozionale, spot pubblicitari, reti unificate, quindi non sono cose che si fanno in 24 ore o neanche in una settimana, evidentemente avevano già previsto che Kamala avrebbe sostituito Biden.
Evidentemente Biden era recalcitrante e quindi la sostituzione era stata procrastinata per questo motivo, evidentemente immagino se aspettassero che Trump non facesse parte dell’equazione, infatti l’idea era di avere da una parte Kamala Harris e dall’altra parte Nikki Haley, la corrispondente di Kamala Harris nel partito repubblicano e con queste due alternative che a questo punto erano sostanzialmente equivalenti, lanciarsi verso un quadriennio di confronto più diretto direi con la Russia, anche perché Kamala Harris è di fatto l’alter ego di Hillary Clinton, è la controfigura di Hillary Clinton, è una persona che Hillary Clinton ha voluto in quella posizione ed è una persona che oggi è sostenuta in quella posizione di candidato dalla famiglia Clinton, da tutta la linea dei Clinton.
Noi sappiamo che i Clinton da sempre hanno una posizione estremamente aggressiva nei confronti della Russia, ti ricorderai che dopo la mancata elezione della Clinton nel 2016 lei subito ha accusato i russi di aver manipolato le elezioni, siamo andati avanti per quasi due anni e mezzo con questo tormentone negli Stati Uniti dove ci dicevano che Trump era un agente segreto dei russi, che aveva fatto un accordo speciale per poter essere eletto, che i russi avevano manipolato le elezioni e che poi è stato, si è risolto più nulla perché gli stessi inquisitori, quasi tutti del Partito Democratico, anzi tutti del Partito Democratico che avevano seguito l’indagine non sono arrivati a niente di concreto, però questo ci indica che una nomina della coppia Harris e Waltz alla Casa Bianca significa che la guerra in Ucraina avrebbe un’escalation sicura e abbiamo visto contemporaneamente il lancio dell’offensiva a Kursk, quindi all’interno del territorio tradizionale russo con mezzi unicamente NATO, con truppe NATO che sono in assistenza agli ucraini.
Sappiamo che sono presenti americani, polacchi e francesi sicuramente, abbiamo armi della NATO, quindi armi tedesche, americane, francesi, britanniche, anche britannici sono presenti e questo tipo di incursione che ha avuto un successo insperato, di fatto sta creando comunque dei problemi ai russi, perché stavo sentendo appena prima di iniziare la conversazione con te un’intervista di Doctorow che è un analista russo che vive in Belgio, a Bruxelles e quindi ha un punto di vista europeo, non è un americano per intenderci.
Segue direttamente le vicende russe, segue tutti i media russi, ha contatti all’interno della Russia e raccontava il fatto che ha sentito i responsabili militari, quelli che stanno effettivamente seguendo dal punto di vista russo la campagna a Kursk, che la situazione non è rosea, vuole dire i russi si trovano di fronte a un contingente che sicuramente sta subendo delle perde importanti, ma è un contingente che loro ritengono pericoloso, anche perché dispone di tutta l’assistenza della Nato, di tutte le informazioni provenienti dall’intelligence Nato, quindi sia militari che di altro tipo, tutte le informazioni sul campo di battaglia, tutti i movimenti vengono guidati direttamente dalla Nato, le armi sono state prodotte dalla Nato appositamente per questa campagna militare, quindi non sono cose racimolate nei vari depositi e tra l’altro sappiamo che gli ucraini hanno messo in gioco le divisioni migliori, le brigate migliori, le truppe più preparate, più esperte, meglio attrezzate in assoluto e l’obiettivo era chiaramente di conquistare la centrale nucleare che si trova nell’area di Kursk, vicino alla città di Kursk, perché la conquista di quella centrale nucleare sarebbe stato un elemento di scambio importante nei confronti di russi che hanno invece occupato la centrale di Zaporozhya in Ucraina già quasi all’inizio della guerra ucraina.
Quindi questa è una situazione delicata anche dal punto di vista geopolitico perché abbiamo addirittura i tedeschi ch mandano in televisione dei residuati bellici, dei generali dell’epoca Hitler che sono ancora evidentemente vivi e che dicono che wow, finalmente siamo tornati a Kursk e se tu ti ricorderai i nazisti persero la seconda guerra mondiale proprio a Kursk, in una battaglia epica, una battaglia prevalentemente di carri armati combattuta proprio in quell’area. E quell’area è sempre stata un punto d’ingresso dell’invasione occidentale all’interno della Russia, se non sbaglio anche Napoleone è passato da quelle parti. Quindi dal punto di vista russo questo tipo di incursione, di invasione, benché non abbia conquistato un terreno strategicamente importante in quanto tale, rappresenta comunque uno smacco, questo non c’è dubbio, una fonte di imbarazzo, ma anche un messaggio che evoca ricordi decisamente sgradevoli e che crea maggiore tensione all’interno della società russa.
In più, questo lo diceva Doctorow, qui non sono in grado di confermare in alcun modo che lui ripete quello che ha sentito appunto da queste interviste sulla televisione russa, che secondo questi esperti militari russi c’è una prossima fase prevista che sarebbe un bombardamento a tappeto sul territorio russo con missili a lunga gittata da parte dell’Ucraina, missili naturalmente che sono forniti dalla Nato e che saranno anche pilotati dalla Nato, perché noi sappiamo e questo è stato confermato dagli esperti militari americani, che nessun ucraino è in grado di gestire questo tipo di attrezzature per chi richiede anni e anni di addestramento e di conseguenza le coordinate, la predisposizione dell’arma, forse addirittura anche il lancio, cioè premere il bottone, ma al di là del premere il bottone tutto quanto sicuramente viene fatto dalla Nato, quindi sarebbe un bombardamento a tappeto con missili a lunga gittata su infrastrutture civili, infrastrutture militari e in generale quindi sarebbe un attacco vero e proprio.
Non avrebbe conseguenze di tipo militare diretto, perché i russi hanno arretrato tutti i loro aerei molto più indietro, gli aerei che usano per bombardare l’Ucraina, molto più indietro rispetto alla gittata di queste armi della Nato, però avrebbe comunque un effetto di sostanzialmente creare una fortissima tensione all’interno della Russia e a quel punto, questo lo diceva questo commentatore russo militare, che potrebbe essere l’inizio di una guerra vera e propria tra Russia e Stati Uniti direttamente, quindi una rappresaglia diretta nei confronti di Washington. Non lo sappiamo, perché finora i russi sono stati abbastanza misurati, stati abbastanza trattenuti in quelle che sono le rappresaglie, però vediamo collimarsi una serie di eventi.
Parallelamente Kamala Harris ha fatto le sue prime uscite, ha fatto i suoi primi comizi, ne ha pubblicato un pezzetto, proprio in un video che ho lanciato stamattina, in cui diceva che la cosa essenziale per il futuro è garantire la protezione contro il cambiamento climatico e per fare questo dovremmo ridurre la popolazione mondiale. Ha detto lei, non l’ho detto io. In più, la piattaforma proposta da lei e da Waltz è una piattaforma che abbiamo già visto fallire moltissime volte, di fatto si propongono di calmierare i prezzi, di imporre prezzi fissi, di imporre un minimo salariale alle industrie americane, iniziative che sono già state sperimentate abbastanza ampiamente in California e nello Stato di New York con risultati disastrosi e che verrebbero ampliate a tutti gli Stati Uniti, quindi creando a questo punto una frizione interna notevolissima.
C’è un libro addirittura che si chiama “40 centuries of wage and price controls, how not to fight inflation”, quindi 40 secoli di controlli sui stipendi e sui prezzi, come non combattere l’inflazione pubblicato nel 1979, dove vengono documentati 100 casi negli ultimi 4 mila anni di tentativi da parte di vari governi, partendo dai babilonesi fino agli Stati Uniti, di controllare i prezzi e di controllare gli stipendi da parte del governo che sono tutti tradotti in gravi crisi economiche e in inflazioni fuori controllo. In più sappiamo che tanto Kamala Harris quanto Tim Walz sono decisamente orientati verso una posizione tipo marxista, Joe Rogan che è uno dei principali commentatori americani, quindi di sinistra, orientato a sinistra, ha definito Kim Walz il vicepresidente, il vicepresidente come la versione americana di Kim Jong Un, il dittatore della Corea del Nord.
Mentre invece vediamo circolare in questi giorni di nuovo il libro pubblicato dal padre di Kamala Harris, Donald Harris, che si intitolava “Capital Accumulation and Income Distribution”, quindi accumulazione del capitale e distribuzione dei profitti, che era stato pubblicato, se non sbaglio, sempre negli anni ’70, che aveva visto la sua prima pubblicazione in Gran Bretagna e che è un testo marxista. Harris era un attivista marxista pubblico dichiarato che ha fatto del marxismo e della diffusione del marxismo la sua regione di vita.
Quindi ci troviamo in una fase direi abbastanza epocale, perché da una parte vediamo Joe Biden eliminato di scena con una tecnica sostanzialmente sovietica, era quello che facevano con il Soviet Supremo, prendevano il segretario generale del Partito Comunista, lo mandavano in vacanza e mentre in vacanza lo sostituivano. Tra l’altro Joe Biden è stato ulteriormente umiliato perché l’hanno portato alla convention, l’hanno fatto parlare per primo, cosa che non si fa mai con un presidente in carica e poi l’hanno mandato di nuovo in vacanza. Quindi abbiamo visto la tecnica sovietica nella gestione del potere interno che ha sconcertato anche molti commentatori di sinistra che sono imbarazzati a questo punto e abbiamo una piattaforma elettorale/economica che è sicuramente filocomunista.
Per gli americani anche questo è sconcertante, non si rendono conto di come possono essere arrivati a questo punto, tra l’altro vediamo negli Stati Uniti una diffusione notevole del Partito Comunista, soprattutto fra i giovani, delle movimenti pro-marxisti, quindi non è una cosa così inventata, si vedono, si vedono per le strade, si vedono in giro, si vedono diversi canali anche su YouTube che vanno in quella direzione. Quindi da un certo senso gli Stati Uniti, che forse era anche prevedibile, dopo aver combattuto il comunismo per tante volte l’hanno assorbito, l’hanno fatto proprio. Il problema fondamentale è che questo scenario abbiamo sicuramente, perché questo è evidente, questo si vede anche da quello che sta succedendo intorno alla campagna elettorale di Donald Trump, che all’interno del cosiddetto deep state, ossia Pentagono, la CIA, più le varie agenzie di intelligence, più la burocrazia complessiva del Ministro degli Esteri, eccetera, ci sono chiaramente due fazioni, due fazioni che si stanno combattendo, non c’è dubbio, perché una di queste fazioni vuole arrivare, è convinta che i russi non risponderanno, anche nel momento in cui riusciranno a bombardare Mosca e quindi vogliono arrivare fino in fondo e far cadere Putin, non sono disposti a fermarsi prima di aver fatto cadere Putin, questo l’hanno detto, lo continuo a ripetere e andranno avanti fino a che non verranno fermati loro.
Dall’altra parte invece abbiamo un filone che dice “no, voi siete pazzi, perché qua siamo andati già molto oltre quello che potrebbe essere un territorio rischioso e ogni passo che facciamo in più ci avvicina a conseguenze che sarebbero incontrollabili, quindi dobbiamo smettere, dobbiamo fermarci anche perché, come dicono, la Russia non è il nostro obiettivo, non è un nostro avversario primario, la Cina è quella a cui dobbiamo prestare attenzione, non siamo pronti, eccetera, eccetera. Quindi il punto è che vediamo che una parte del Deep State si sta collimando dietro a Trump, non c’è dubbio, vediamo che ottiene supporto laddove non ce l’aveva prima, nonostante rivenga attaccato, nonostante adesso vogliono far partire un altro processo, nonostante che abbiano cercato in vari modi di impedirgli di partecipare alle elezioni e poi di bloccare la sua presenza sui social media, eccetera, che alla fine non ha funzionato e ha donatori che stanno convergendo verso di lui che vengono dal mondo della Big Tech, che vengono anche dalla California, quindi è una situazione molto molto particolare.
Trump da parte sua è reduce da questo tentato omicidio e ha una serie di posizioni economiche, ha detto che vuole fare di Bitcoin una riserva strategica nazionale, che questo naturalmente ha mobilitato tutto l’elettorato, potenzialmente grande perché sono 67 milioni credo gli utenti di Bitcoin negli Stati Uniti a suo favore, in più con il recente arrivo a suo fianco di Robert Kennedy Junior potrebbe avere quella base elettorale che gli serve per fare l’ultimo stacco e quindi vincere a livello elettorale. Sappiamo che la differenza sarà comunque marginale perché come nel 2020 l’elezione verrà probabilmente vinta su base di qualche centinaia di miliardi di voti e la presenza di Kennedy potrebbe essere strategica in tal senso, perché Kennedy porta una serie di stati da cui lui si ritirerà e dove lui invita i suoi sostenitori a votare per Trump che sono essenziali per l’elezione di Trump, ma non si ritira da altri stati dove resterà invece in competizione con il partito democratico e dove spera di poter ricevere abbastanza voti da poter consolidare una presenza di un terzo partito per le prossime elezioni.
Quindi abbiamo tante castagne sul fuoco, abbiamo una corsa presidenziale con un colpo di Stato sul fronte del Presidente in carica, la Vicepresidente che fino a ieri era considerata inutile dalla stampa di sinistra e adesso è diventata una icona di scienza e di conoscenza e che comunque ha un supporto dell’intera macchina pubblicitaria e di propaganda dietro di sé e che ha un progetto per lo meno distopico, un progetto governativo per lo meno preoccupante, abbiamo la prima volta che si consolida la reale prospettiva di un terzo partito che si possa formare in futuro, che acquisisca una maggiore consistenza come realtà degli Stati Uniti, il fatto che uno della famiglia Kennedy, un membro della famiglia Kennedy, che è una famiglia storicamente del Partito Democratico, si allea col Partito Repubblicano, un altro evento storico, che è un mancato assassino di un Presidente, praticamente passa in sordina, non ne parla più nessuno e poi abbiamo di fatto truppe NATO in territorio russo che stanno combattendo contro i russi, quindi uno scontro diretto tra superpotenze nucleari che, benché vestito sotto l’immagine propagandistica di guerra tra Ucraina e Russia, quindi una guerra civile locale limitata, in realtà ha assunto nel concreto le caratteristiche di uno scontro diretto tra la NATO e la Russia, l’esercito russo vero e proprio.
Da qui come usciamo non lo so. Di certo anche nel caso di Trump la piattaforma elettorale che lui propone è una piattaforma invece di dazi e di controlli doganali, quindi restrizioni sulle importazioni, che potrebbe avere risultati positivi se affiancata da un aumento di produttività all’interno degli Stati Uniti e quindi da una trasformazione del sistema che oggi vede gli Stati Uniti prevalentemente come un’azione importatrice che esporta dollari e che invece dovrebbero incominciare a rimportare dollari ed esportare merci. In ogni caso noi sappiamo che anche l’applicazione di questo tipo di sanzioni, di dazi doganali e di blocchi doganali comporta comunque un aumento dell’inflazione perché diminuisce la disponibilità di merce, la merce costa di più perché sono i dazi e quindi i prezzi salgono. Di conseguenza qualunque sia lo sviluppo di quella che sarà l’elezione presidenziale nella quale tra l’altro il Partito Democratico ha già detto che non lascerà che Trump si insedi alla Casa Bianca anche se allora venisse eletto e farà di tutto affinché non venga eletto, comunque sia l’esito di questa particolare elezione e di quello che avrà subito dopo, la traiettoria economica direi che sia una traiettoria verso una maggiore inflazione e una minore disponibilità di merci in generale, salvo la creazione di mercati paralleli perché come ci spiegano in questo simpaticissimo libro molto divertente ha anche 40 secoli di controllo sui prezzi, non appena si inserisce un meccanismo di controllo sui prezzi si innesca immediatamente in un mercato nero o un mercato grigio, quindi si creano immediatamente dei percorsi alternativi dove le cose si trovano, però costeranno di più.
Perciò in questo contesto per esempio anche il bitcoin gioca un ruolo importante e forse è anche per tale motivo che Trump e ancora di più J.D. Vance, il suo vicepresidente hanno sposato la casa del bitcoin, vedremo. Di nuovo io non do consigli di investimento, però sicuramente il bitcoin è diventato un tema importante anche perché è diventato un tema presidenziale della corsa presidenziale sia di Trump che di Kennedy che ora sono insieme e che forse grazie anche alla collimazione dei 60 milioni di utenti di bitcoin e degli altri 30 milioni che non usano bitcoin ma usano altre criptovalute potrebbero riuscire ad arrivare alla casa bianca. Kennedy ci arriverebbe probabilmente come ministro della salute, si propone di porre fine o ridurre quella che è una grave crisi di malattie croniche dei bambini americani, questo è un altro discorso, un altro filone da aprire, però è chiaro che siamo in un momento decisamente di cambiamento epocale e da un giorno all’altro potremo avere sorprese.
[Fabio Frabetti – Money.it]
Ecco Roberto, in Italia si racconta che Kamala, i sondaggi, avrebbe sorpassato Trump, Trump ha detto che si sarebbe stato commettendo degli errori comunicativi, si accanisce molto su Kamala a livello personale senza portare contenuti, insomma un cancan diverso dall’altra volta, però che porta poi alla stessa conclusione, cioè che vincerà la parte democratica. Come stanno le cose anche come si sono mossi, come si muovono, l’arrivo di Kamala al posto di Biden ha cambiato qualcosa anche a livello di finanziamenti, visto che l’altra volta dicevamo che alcuni finanziatori si erano spostati dai democratici, da Biden a Trump.
Quelli che si sono spostati sono rimasti naturalmente con Trump, il problema che Kamala ha risolto era che in realtà i donatori del partito democratico hanno bloccato i fondi, avevano detto se mantenete Biden noi blocchiamo tutto, gli era rimasto soltanto il 25% dei soldi disponibili di quelli che avevano origine e quindi avrebbero perso sicuramente. Di conseguenza con l’arrivo di Kamala si sono riaperte le borse dei donatori che già c’erano e probabilmente ne saranno arrivati altri. Non c’è dubbio che dietro Kamala è collimata tutta la macchina propagandistica di raccolta fondi della Clinton Foundation, questo è evidente e che comunque è un’organizzazione che ha gestito la campagna elettorale di Hillary Clinton, con i risultati che conosciamo e che comunque ha una presenza territoriale importante e ha accesso a fondi importanti.
In più Kamala è sicuramente un candidato molto più interessante per il Deep State tradizionale, voglio dire lei ha già dichiarato che darà il pieno sostegno di Israele per qualsiasi cosa Israele farà, che porterà avanti il sostegno all’Ucraina fino alla fine e senza limiti e che quindi potenzierà l’esercito alle forze armate americane, perciò è pronta a fare tutto quello che le avrà chiesto da Hillary Clinton e che Hillary Clinton concorderà con l’apparato industriale militare americano, quello tradizionale. Sul fronte di Trump c’è un filone di un po’ diverso, questa campagna a Kursk sicuramente ha avuto successo, però ha avuto un successo parziale, non sono riusciti ad arrivare alla centrale nucleare, stanno tenendo la posizione al costo di perdite importanti, ma comunque stanno creando un mal di testa importante ai russi e di conseguenza in un certo senso stanno cercando di riscattare l’efficienza del sistema d’arma attuale della Nato, vale a dire dimostrare che in fondo le attrezzature della Nato e quelle che arriveranno sul territorio tra poco, gli aerei, gli F16 con le bombe a livello in Egitto sono in grado di tenere testa ai russi in modo efficace e di poterli combattere.
Finora quello che abbiamo visto invece era che le varie forniture di armi notevoli in quantità all’Ucraina da parte della Nato erano sostanzialmente risultate in un fiasco militare, quindi non solo la capacità produttiva dell’industria militare Nato, quindi non soltanto gli Stati Uniti, ma tutto il resto d’Europa, ma anche la tecnologia dei sistemi d’arma era decisamente inadeguata, era tarata su un tipo di guerra prevalentemente verso forze di guerriglia, quindi la famosa guerra al terrore che non è comparabile con i russi che invece hanno un esercito organizzato.
Quindi il filone che è anche collimato verso Trump era un filone che vuole soppiantare i grossi, le industrie importanti nel settore delle difese attuali che ormai hanno perso il treno, che producono armi che sono costosissime, che funzionano male e che spesso non funzionano, con tutta una nuova categoria di armi a basso costo, gestita dall’intelligenza artificiale, coordinate secondo strategie e modalità completamente diverse, che presuppone naturalmente che alcuni degli attuali produttori di armi che hanno mangiato abbondantemente negli ultimi 60/70 anni vedranno il loro introito diminuire drasticamente e questi soldi si trasferiranno nelle tasche di qualcun altro. Oggi se guardiamo la Clinton, la Harris, sono a difesa dello status quo, quindi quelli che pensano, visto che hanno nucleare a disposizione e hanno comunque una superiorità numerica in termini di soprattutto aviazione e di flotta, di poter indurre i russi a capitolare. Dall’altra parte invece abbiamo gente che dice che non è il caso, perché una volta che le escalation superano un certo livello, si arriva al nucleare e da lì poi perdiamo tutti e non vince nessuno e quindi vogliono assolutamente evitare questo tipo di situazione.
Se la Clinton perde questo giro, scompare, non la vediamo più. In effetti sentivo, poi questa è un’interpretazione, non sono in grado di confermarlo, ma sentivo che Obama, che non è un amico della Clinton, Obama è più allineato verso questo futuro, verso una modernizzazione delle cose, era stato disposto a lasciare che Kamala corresse, che quindi fosse il cavallo scelto da Hillary Clinton, perché qualora fallisse finalmente si toglie dai piedi Hillary Clinton e non se ne parla più. Perciò queste saranno le elezioni che avranno effettivamente conseguenze importanti, non soltanto a livello di politica interna americana, perché ce l’avranno, ma anche a livello di politica internazionale, perché Trump, J.D. Vance, Kennedy, tutti quelli che sono del filone del fronte repubblicano, hanno dichiarato apparentemente di voler porre fine alla guerra in Ucraina.
Nessuno vuole porre fine alla guerra in Israele, nessuno, però visto che nessuno è contrario, quello è un fattore che può essere eliminato, perché è invariato, non crea differenza tra ogni altro. Quindi su questo fronte abbiamo che poi ci riescano, come ci riescano, quello è un altro discorso, però c’è l’intenzione di farlo e c’è la consapevolezza che questa non è una destinazione strategica per gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti potrebbero uscire da questa avventura decisamente debilitati, se non addirittura distrutti.
Dall’altro invece abbiamo un filone, i neoconservatori, che conosciamo molto bene, tra l’altro abbiamo visto una migrazione notevole di personaggi del partito repubblicano, del partito democratico, tutti i neoconservatori, perché si spostano, migrano, in origine erano nati all’interno dei democratici, poi sono spostati tra i repubblicani quando c’era Bush e poi insomma tornano a destinazione, che invece secondo loro dobbiamo andare avanti fino in fondo, i russi stanno perdendo, perderanno, verranno sconfitti e Putin se ne avrà.
Quindi questo è quello che c’è in ballo nell’elezione presidenziale di quest’anno. Teniamo presente che sul fronte della Harris e Walz, siccome non possono usare il tema della politica estera per elezioni interne, perché gli americani di politica estera interessano fino a un certo punto, quello su cui stanno puntando molto è questo piano economico dove in pratica bloccherebbero, imporrebbero prezzi fissi nei negozi, imporrebbero prezzi fissi per gli affitti, imporrebbero quote di produzione, quindi una gestione proprio sovietica e in più c’è la battaglia per l’aborto, l’aborto di Stato, l’aborto fino alla nascita, il diritto di avere l’aborto fino alla nascita che è una cosa di cui Tim Walz è un campione nel suo Stato, nello Stato del Minnesota.
Tra l’altro andiamo a vedere la situazione dello Stato del Minnesota, vediamo che è uno Stato dove durante l’emergenza Covid Tim Walz aveva attivato le linee dove potevi denunciare il vicino se andava in giro senza maschera o se andava in giro quando non doveva, perché erano degli Stati dove c’era il lockdown severo, quindi la classica tecnica della polizia segreta e in più è uno Stato dove con il suo governo, da quando lui era governatore hanno perso molti posti di lavoro, è uno Stato che non si è sviluppato, si è sviluppato soltanto in termini di posti finanziati dallo Stato, quindi è proprio una differenza tra il giorno e la notte, tra i due filoni ed è una differenza che molti americani, anche come dicevano ai deep state si rendono conto che è fondamentale, quindi non è tollerabile, perciò è uno scontro a tutta la maniera.
Il fatto che i democratici abbiano il sostanziale controllo dei mass media, salvo poche eccezioni, è ormai confermato e lo sappiamo da tempo, però i mass media e come pure i cosiddetti sondaggi non hanno più gli effetti che avevano una volta, oggi vediamo che è molto più importante quello che si vede sui canali alternativi, per esempio sui social media, i cosiddetti podcast. Kennedy, mentre Trump nell’elezione del 2016 aveva dimostrato che l’uso di Twitter poteva fare la differenza, in questo caso Kennedy ha cavalcato i podcast, ha cavalcato quindi le trasmissioni con interviste lunghe dove esprimi le tue posizioni a modo di spiegare quello che sono i tuoi progetti al posto dei semplici comizi che comunque venivano fatti, però l’elemento centrale, secondo quello che lui stesso ha detto, per i numeri che comunque interessanti sono stati raccolti dal suo partito, è stato proprio l’uso di questi canali alternativi, quindi la gente direi che si sta spostando decisamente verso i canali diversi e considerando che siamo comunque in un regime di tentata dittatura comunicativa, vale a dire devi stare attento a quello che dici, anche quelli che rispondono al sondaggio magari non dicono quello che pensano, perché non vogliono problemi e poi quando andranno a votare votano diversamente.
Quindi così come nel caso della Clinton che avrebbe vinto sicuramente era garantito, avrebbe stracciato Trump e poi ha perso, anche questo giro direi che possiamo prendere i vari sondaggi e buttarli nella spazzatura e abbiamo fatto bene, questo però non vuol dire che Trump possa arrivare alla Casa Bianca anche quello che vincesse, quindi al di là di quelli che potranno essere i brogli elettorali, qualora vincesse in ogni caso ci saranno problemi, l’hanno già anticipato, perché cercheranno di fare di tutto per impedirgli di entrare alla Casa Bianca e questo potrebbe creare una fase decisamente di crisi, perché a questo punto cosa succede? Rimane Kamala Harris, diventa il dittatore dello Stato libero delle banane? Questa sembra essere l’idea, perciò è tutto da vedere, credo che l’evoluzione della campagna di Kursk avrà un ruolo fondamentale in tutto questo, perché laddove in Israele abbiamo visto che l’Iran si sta tenendo, non hanno risposto alle provocazioni che venivano da Israele, abbiamo visto alcuni contrattacchi da parti di Hezbollah, molto mirati, probabilmente l’Iran farà qualcosa, però l’Iran anche seguendo le istruzioni che ha ricevuto la Mosca e sta cercando di mantenere un profilo abbastanza basso così da non scatenare un’escalation regionale, per cui il problema probabilmente nel Medio Oriente non ci sarà, per ora.
Sul fronte dei russi il fatto di avere il truppe Nato in casa non è una cosa che possono semplicemente digerire, perché poi comporterebbe dei problemi. So che hanno sfollato 250 mila persone, se non sbaglio, da quell’area che comunque fortunatamente è un’area poco abitata, però rimane un’area storicamente importante, rimane comunque un pezzo della Russia tradizionale che è stato invaso ed è un’invasione che non riusciranno a rigettare con facilità, questo è il messaggio che ci arriva da Dottoro che ce la porta da Mosca, quindi c’è la constatazione del fatto che benché gli ucraini stiano perdendo uomini comunque ne arrivano di nuovi e in ogni caso non è una cosa che si risolverà in pochi giorni, quindi non è come la famosa offensiva dell’anno scorso estiva che si risolse nulla di fatto e che comunque si svolgeva in territorio ucraino.
Quindi su questo tema la posizione dei russi potrebbe cambiare, potrebbe cambiare anche drasticamente, perché loro stessi devono porre fine, ci deve essere un limite invalicabile e come segneranno questo limite invalicabile non lo sappiamo, però credo che sia un elemento importante. La sensazione è che da Washington certi elementi vogliono provocare il conflitto aperto, perché una volta che il conflitto è aperto ed è ufficiale a quel punto si crea uno stato di emergenza e le elezioni ce le salutiamo, questa è un po’ la sensazione che c’è.
[Fabio Frabetti – Money.it]
C’è una domanda di Sonia su Kamala, cioè Trump ha chiesto alla Kamala di fare parte dei repubblicani e se sì come ha reagito l’elettorato trumpiano?
Non mi risulta onestamente, no, non mi risulta proprio, anche perché non sono conciliabili con le posizioni, mentre con Kennedy c’erano molte posizioni comuni, c’erano molti elementi di accordo e tra l’altro Kennedy sicuramente avrebbe tolto elettori al partito repubblicano così come ne toglierebbe dal partito democratico, Kamala sicuramente no, quindi no, non mi risulta proprio.
[Fabio Frabetti – Money.it]
Poi parlavamo del Regno Unito, tu ne hai parlato in alcuni video in cui spieghi un po’ quello che è successo, partendo anche da lontano, quello che sta avvenendo adesso, anche lì c’è stato un cambio di governo nella storia crescente, ha fatto parlare l’Inghilterra anche lì per un’ondata di repressione dovuta a delle rivolte, quindi anche lì il tema forte è quello dei migranti, le accuse ai migranti, via dicendo, ma come la vedi la Gran Bretagna in questo scacchiere tormentato a livello mondiale?
Per la Gran Bretagna credo che si giochi tutto per tutto, perché l’economia ormai è veramente messa male, la situazione sociale interna è molto difficile, sentivo persone che vivono in Inghilterra e dicevano che non è possibile andare in giro a Londra con un bello orologio, anche in zone che ancora oggi sono frequentate da turisti, che sono posizioni importanti, perché è diventato molto insicuro, c’è parecchia violenza e il governo nuovo somiglia molto a quello vecchio, quindi non è cambiato niente come posizioni, in particolare nei confronti dell’Ucraina e non dobbiamo dimenticarci del famoso protocollo Mackinder, che è stato l’autore del termine geopolitica, lui pubblicò un assaggio all’inizio del secolo scorso, dove sostanzialmente spiegava che per poter continuare a mantenere la propria posizione di predominio o perlomeno riacquisire la propria posizione di predominio con l’impero che ormai stava sgretolandosi, i britannici avrebbero dovuto impedire lo sviluppo della parte euroasiatica centrale, quindi Cina e Russia in particolare, e avrebbero dovuto impedire che questo nucleo centrale potesse espandersi verso il mare, quindi potesse avere punti di contatto verso il mare, questo perché la Gran Bretagna è sempre stata sostanzialmente una potenza marittima, quindi controllando il mare, le oceani, le rotte, poteva imporre un dominio su diverse nazioni che poi dipendevano da queste flotte per poter ricevere e mandare merci e potevano essere invase dalle truppe britanniche, partendo tuttavia da un approccio marittimo.
Nel caso invece della Russia e della Cina sono talmente vaste e sono talmente all’interno del continente che non risentono di un attacco marittimo, devono essere invase con delle truppe di terra, altrimenti non succede niente, di conseguenza hanno la possibilità di espandersi verso l’esterno, in particolare lui citava l’evento della costruzione della transiberiana, quindi la prima ferrovia che avrebbe unificato il territorio russo, favorendo il commercio interno e quindi favorendo anche il maggiore sfruttamento delle risorse interne naturali capaci di produrre a quel punto una flotta molto più grande di quella dei britannici o di quella anche degli americani, oggi vediamo che i cinesi stanno investendo molto sulla flotta cinese anche se non è ancora al livello che dovrebbe essere. Il punto fondamentale di Mackindle era che noi dobbiamo impedire a Russia e Cina di affacciarsi, di espandersi e quindi ci sono dei punti nevralgici su cui dobbiamo agire, che sono la Francia, l’Italia, il Medio Oriente e l’Afghanistan, una parte dell’Asia centrale, la Turchia, queste zone qui, perché sono i vari sbocchi importanti che potrebbero esserci dall’interno dell’Eurasia verso il mare. Se andiamo a vedere le varie guerre in cui gli Stati Uniti sono stati impegnati finora soprattutto grazie all’intervento dei neoconservatori, sembrano tutte guerre che favoriscono sostanzialmente l’interesse dei britannici, ma al di là di questo è chiaro che per i britannici ci sono prospettive molto difficili se non riescono a conquistare il controllo dell’Eurasia, perché il sistema dell’euro-dollaro che è controllato da Londra di fatto è andato in crisi nel 2007-2008 e non si sta riprendendo.
È un sistema gestito sostanzialmente da Londra e gli americani stanno riportando il controllo del dollaro a Washington, quindi qui vediamo anche le due frazioni a Washington anche più visibili da un punto di vista finanziario, da una parte abbiamo il Ministero del Tesoro che spinge per la guerra in Ucraina, la Federal Reserve che mantiene i tassi di interesse alti in modo da frenare questa tendenza e ha abbandonato se tu ti ricordi fino a non molto tempo fa c’era l’indice Libor per valutare i tassi di interesse per i prestiti commerciali, quindi le banche in dollari venivano fissate a Londra, da qualche mese invece si usa un indice americano, per cui Londra sta perdendo molto potere e questo confronto con la Russia è vita o morte, cioè se deve cercare di ripristinare l’impero a cosa sta cercando di fare fin dalla prima guerra mondiale, questa è l’ultima possibilità che ha ed è l’ultima possibilità per la Clinton pure.
Quindi per la Gran Bretagna direi che vedo un futuro molto difficile, innanzitutto perché i russi stessi hanno dichiarato in Parlamento se parlato dicendo che la prima rappresaglia che faranno se dovessero fare un attacco nucleare sarà proprio sull’Inghilterra, in secondo luogo perché l’economia interna è in condizioni disastrose, stanno perdendo il controllo del dollaro, la Cina si sta gradualmente allontanando dai vincoli che aveva con l’Euro dollaro progressivamente, però sempre di più, idem per l’India, quindi per loro diventa una questione di vita o di morte dal loro punto di vista, di conseguenza mi aspetto, hanno già dichiarato di voler sostanzialmente annullare la Brexit, il nuovo governo, di voler rientrare in Europa insieme agli amici di Bruxelles per spingere l’Europa a continuare il confronto con la Russia che per loro è esistenziale e in tutto questo credo che finiranno per perdere in ogni caso qualora venga eletto Trump una parte del supporto quindi degli Stati Uniti, perché la posizione di Trump è comunque di maggiore isolazionismo, è quello di cui viene accusato l’isolazionista, è quello di cercare invece di portare l’industria a casa, di rimettere a posto gli Stati Uniti che hanno tanto bisogno di essere rimessi a posto perché la situazione interna non è sicuramente rosea e di conseguenza per la Gran Bretagna e anche per la Francia che è coinvolta in questa vicenda in modo tangenziale direi che sarà un’epoca molto difficile.
[Fabio Frabetti – Money.it]
Parliamo anche dell’arresto di Durand, come l’hai inquadrata questa vicenda, che ruolo ha Telegram se anche qui va letta come una sorta di pressione, di ritorsione perché siamo in un clima comunque di restrizioni al di là di quello che ha detto Zuckerberg in questa lettera di cui tanto si sta parlando e in cui ammette quello che un po’ tutti sapevamo già, c’era bisogno che lo ammettessero, ce l’eravamo tutti accorti, che Facebook aveva leggermente iniziato a fare delle censure anche su compressioni governative e quindi la vicenda dell’arresto di Durand può essere letta come una chiave più banalmente legata alla repressione di un mezzo che sembra libero, però magari ci sono anche altri chiavi di lettura.
Ma guarda, lì francamente è un po’ strana la questione perché so che c’era già, se non sbaglio, una accusa contro di lui in Francia, lui è anche cittadino francese, oltre a essere russo.
[Fabio Frabetti – Money.it]
Si, pendeva questo mandato d’arresto, quindi è strano che lui sia andato lì.
Infatti, a meno che abbia fatto di proposito per far scoppiare il bubbone e risolvere la questione. Noi sappiamo che in Europa c’è una forte tendenza verso la censura, addirittura quando c’è stata l’intervista recente tra Elon Musk e Trump, dalla Comunione Europea è arrivata una lettera in cui si invitava Elon Musk a non farlo.
E noi sappiamo Tim Walz, di nuovo ha pubblicato un pezzo di una sua intervista sul mio video recente, ha dichiarato che secondo lui la libertà di parola non esiste, perché quando c’è di mezzo la misinformazione bisogna eliminarla. Quindi la tendenza è chiaramente verso la censura, se passa la coppia Harris-Walz andremo verso un regime di censura anche negli Stati Uniti e sarà un regime di censura ampliato anche in Europa, su questo credo che ci siano pochi dubbi.
Dopodiché abbiamo visto che proprio in reazione al fatto che i canali alternativi sui social media, ma anche non solo sui social media, anche su canali, su piattaforme diverse da YouTube, piuttosto che Twitter, stanno avendo un’importanza significativa nel informare le persone, nel fare in modo che costruiscono una propria idea, un proprio orientamento. Questo è sicuramente un problema, affiancato al fatto che invece i media mainstream, quelli tradizionali, stanno perdendo sempre più terreno, stanno letteralmente glissandosi, anche da un punto di vista economico, fanno sempre più fatica a stare in piedi, devono essere sostenuti da questi vari donatori, però più si va avanti, meno saranno credibili, meno effetto potranno avere.
Quindi la soluzione che loro vedono, come nel caso del controllo di prezzi, è quello del controllo della parola, fare in modo che le persone non parlino. Quello che succederà faciliterà il diffondo di canali alternativi come può essere il Telegram. Quindi direi che si inquadra sicuramente in quella direzione. Sono messaggi che servono a dissuadere chi parla in modo che smetta di parlare. L’abbiamo visto anche recentemente con altri personaggi negli Stati Uniti che sono stati presi di mira in inchieste proprio sulla base di quello che dicevano, per esempio sulla guerra in Ucraina. Perciò è una campagna intimidatoria che potrebbe poi svilupparsi in qualcosa di più.
È chiaro che siamo in una fase decisiva, secondo me, e di conseguenza non dico che siano pronti a giocarsi tutto per tutto, ma cercano di giocarsi il più possibile.
[Fabio Frabetti – Money.it]
L’ultima cosa sul dollaro. Si è parlato di un crollo del dollaro e questo cosa può portare, cosa può cambiare?
Beh, allora, innanzitutto dobbiamo considerare il fatto che ci sono diverse versioni di dollaro. Quindi bisogna capire di cosa stiamo parlando. Ma la cosa di cui dobbiamo renderci conto è che sicuramente il dollaro viene usato meno nelle transazioni internazionali e c’è una forte motivazione per diversi Stati a ridurre la propria riserva di titoli del tesoro americani, perché il dollaro ha sempre svolto due funzioni. La prima è quella di moneta di scambio internazionale. La maggior parte dei contratti internazionali di compra-vendita vengono espressi in dollari perché è la cosa più semplice. E questo presuppone il fatto che ci siano tantissimi dollari in circolazione, da cui il famoso circuito dell’euro-dollaro, che sono dollari creati all’esterno degli Stati Uniti da banchi non necessariamente statunitensi senza il controllo della Federal Reserve.
Quindi la gran parte dei dollari in circolazione non sono sotto il controllo di Washington, però ce n’è un mare letteralmente. Quindi prima che questo mare si prosciughi passerà un po’ di tempo. Secondo luogo, fino a non molto tempo fa i titoli del tesoro americani erano invece il modo più efficace per i governi piuttosto che i fondi di investimento tenere il denaro in riserva, quindi riserva internazionale, in modo che venisse depositato all’interno di strumenti finanziari garantiti dallo Stato, quindi dal governo degli Stati Uniti, che garantissero un ritorno adeguato anche sul lungo periodo e che fossero disponibili in grande quantità.
Poi secondo la logica di quello che si chiama il dilemma di Triffin, un economista irlandese che ha spiegato come funziona quando c’è una moneta di riserva internazionale che serve a tutto il mondo, il paese che emette quella moneta manda all’estero anche i propri posti di lavoro, perché deve importare sempre più cose ed esportare sempre più moneta.
Per cui il fatto che Trump voglia riportare in casa i posti di lavoro significa che dovranno esportare meno dollari, vuol dire invertire questa tendenza. Di conseguenza il fatto che ci sia una de-dollarizzazione credo che sia non soltanto inevitabile, ma anche concordato. Da una parte abbiamo una fazione che vuole sostituire il dollaro con un’altra moneta gestita centralmente da un governo mondiale, dall’altra abbiamo gli Stati Uniti che vogliono riprendere il controllo del dollaro, una parte degli Stati Uniti e riportare l’industria in casa e quindi smettere di esportare dollari.
Nel mezzo abbiamo poi diverse nazioni le cui valute si stanno svalutando a velocità impressionante e che quindi inducono i propri cittadini a usare i dollari come strumento di risparmio personale, come difesa. In particolare attraverso le cosiddette stablecoin, quindi valute digitali che sono ancorate al dollaro ma che sono disponibili al di fuori del circuito bancario tradizionale, perché per esempio in Argentina se non sbaglio si possono ritirare solo al massimo 40 dollari al giorno dalle banche, quindi se vuoi avere un modo di fare la spesa in modo diverso e spendere qualche soldo in più devi avere altri canali e non puoi prendere il peso che il peso argentino si svaluta rapidissimamente e quindi usano questi dollari che sono dollari digitali, lo stesso sta succedendo in Turchia e in altri posti.
Quindi quello che paradossalmente sta succedendo è che mentre varie nazioni stanno riducendo le proprie riserve di titoli del tesoro americani, questi titoli del tesoro vengono acquistati da queste società che emettono queste valute cripto perché vanno a servire un pubblico retail, il singolo consumatore e questo quindi crea una nuova diffusione del dollaro laddove da una parte si sta prosciugando.
Perciò, preciso che io non mi considero un esperto monetario in materie di dollaro, però citando gli esperti che seguo sistematicamente, il dollaro sta sicuramente perdendo il proprio ruolo gradualmente, ma questo richiederà parecchio tempo, nel frattempo ci saranno degli sviluppi che comunque faciliteranno una sua sopravvivenza e fin tanto che il dollaro si manterrà relativamente basso di valore potrà sopravvivere, soltanto qualora voi vedeste che il dollaro schizza alle stelle come valore vuol dire che stiamo arrivando verso la fine.
Teniamo anche conto del fatto che la maggior parte dei governi in circolazione e delle industrie multinazionali, ma non sono multinazionali, hanno debiti in dollari, quindi per poterli pagare devono avere dollari per pagare la rata e questo crea comunque una domanda di dollari che è difficile da eliminare, perciò non è che sia così facile eliminare il dollaro, perché se tu elimini il dollaro crolla anche tutto il resto perché sono le valute tutte collegate insieme.
L’abbiamo visto con lo yen giapponese che ha fatto molto più male all’euro che non al dollaro e che comunque ha creato uno scompenso importante, perché poi c’è tutta una serie di attività speculative che girano intorno a questi meccanismi monetari e alla borsa, però io direi che per un po’ di tempo il dollaro sarà ancora con noi.
[Fabio Frabetti – Money.it]
Bene, grazie Roberto di essere stato con noi, ci rivediamo allora il prossimo mese, grazie. Perfetto, grazie a voi, a presto.
Roberto Mazzoni